fanfiction GdR

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  1. isuzu51
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    Notte

    Dalle labbra del giovane dominatore del fuoco uscì una lieve imprecazione. Mentre armeggiava con uno dei circuiti del dirigibile, lanciò un occhiata ai suoi due compagni di viaggio. Stavano giocando a Pai-Sho da quando il motore si era rotto. Arrabbiato, scagliò con violenza il canovaccio che portava in spalla, dalla mano sinistra gli uscì qualche scintilla irosa.
    L’attenzione di Iroh si spostò dal gioco all’ufficiale.
    -Perché devo provvedere io a questo problema? – Sbottò il soldato. – Abbiamo perso già un’ora. Dovrebbe pensarci lui!- Indicò con un cenno il suo subordinato; una recluta senza dominio.
    -Semplice … - Replicò Iroh -…è molto più bravo di te a giocare.- il tono era serafico e snervante.
    L’uomo fece roteare gli occhi, emettendo contemporaneamente un ringhio furente.
    - Generale Iroh! Abbiamo il dovere e l’ordine di portarla il prima possibile dal Signore del Fuoco!-
    - Ha ragione, Generale.- S’intromise l’altro pacifico.
    - Ex-Generale…- Precisò severo. Iniziò ad incamminarsi lentamente verso l’areostato. Fece da parte il sergente e guardò nella cabina d’accensione.
    - Strano…si è squagliato…- bisbigliò tra sé. Infilò un braccio all’interno dell’abitacolo esercitando il suo potere per rifondere il tutto.
    -Bene! Ci vorrà almeno un’ora per raffreddarsi. Che ne dite di un bel tè?- Proclamò con soddisfazione. I due erano perplessi. La cabina ignea era stata ideata appositamente per non fondersi. Questo Iroh lo sapeva fin troppo bene.
    - Potete dirmi che sta succedendo? Cosa succede nella Capitale?- La sua voce si era fatta improvvisamente cupa.
    -Non lo sappiamo Signore, noi apparteniamo ad un distaccamento molto lontano dalla Capitale. Oggi nel primo pomeriggio sono arrivate delle Guardie interne al Palazzo, ci hanno solo detto di consegnare il messaggio a lei. –
    Iroh fissò il cielo scuro della notte. All’orizzonte le nuvole erano cariche di tempesta.

    Edited by isuzu51 - 29/5/2010, 19:25
     
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    Aang, prima di lasciare andare il ferito, gli chiese informazione riguardo il fuggitivo.
    Sokka annuì in silenzio, pensando che fosse una buona idea cercare di sapere tutto il possibile. A quanto diceva l'uomo, il malvivente era una guardia, vestita in modo diverso dal solito. "Mhhh... chissà chi è? Magari Zuko sa qualcosa" pensò Sokka, girandosi giusto in tempo per vedere il FireLord arrivare e dare una spiegazione. Era uno dei Rough Rhinos! Sokka sapeva bene chi essi fossero, e la cosa lo preoccupava parecchio. Erano molto pericolosi; come per dare ragione al pensiero del ragazzo, nel frattempo erano divampati un secondo e un terzo incendio.

    Mentre Aang si dava da fare per fermare le fiamme, con l'aiuto di Zuko e degli altri che cercavano di domare il fuoco, Sokka scattò verso il Palazzo. Aveva bisogno dell'aiuto di Katara, per curare le persone, per dominare l'acqua e per cercare il fuggitivo. Entrò correndo nel cortile del palazzo, ma subito si bloccò: c'era qualcuno che stava armeggiando attorno alle colonne estrerne! Di sicuro era lui il colpevole, aveva un atteggiamento losco e per di più, ora che faceva più attenzione, Sokka riusciva a vedere cosa stesse facendo. Esplosivo! Stava mettendo dell'esplosivo sulle colonne, evidentemente per far cedere il Palazzo. "Ma non ci riuscirai! SuperSokka è qui!" gridà mentalmente il ragazzo, tirando fuori il boomerang.
    Si avvicinò piano piano, puntò alla nuca del nemico, e lanciò l'arma.
     
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    Aang fu raggiunto da un gruppo di guardie reali che portavano secchi d'acqua. Avrebbero impiegato secoli a fermare gli incendi in quel modo, e intanto il piromane misterioso si dava da fare. "Dove passa il condotto che porta l'acqua alle terme del Palazzo?" si informò, cercando una soluzione più rapida ed efficace. Una delle guardie svuotò il secchio contro la casa, poi indicò un punto di fronte a sé. "Duecento metri in quella direzione!" rispose, mentre una seconda guardia gli passava un nuovo secchio da svuotare.

    "Grazie!" esclamò, scattando verso il punto che gli era stato indicato. Non impiegò molto a raggiungere il luogo, una stretta conduttura scorreva poco sotto la strada, in un letto di pietra. Lanciò un'occhiata al condotto e una agli edifici in fiamme, valutando la possibilità di deviare il corso d'acqua per avvicinarlo ai soccorritori, ma in quel preciso istante una fiammata volò nella sua direzione. Aang percepì l'attacco e si buttò a terra appena in tempo per vedere tre palle di fuoco schizzare verso di lui. Rotolò di lato, schivandole all'ultimo istante, e nel farlo allungò un braccio in direzione del canale per poi tirarselo dietro, generando così uno scudo d'acqua attorno a sé.

    Altre tre palle di fuoco si scontrarono con l'acqua, evaporando. Aiutato dal suo dominio Aang si tirò rapidamente in piedi; questa volta non si sarebbe lasciato cogliere di sorpresa. Raccolse altra acqua dal canale creando un vortice attorno a sé: qualcosa gli diceva che il tizio con la piuma in testa che lo stava attaccando e il piromane misterioso erano in realtà la stessa persona. Diede il fianco al suo avversaio, si piegò leggermente sulle gambe, e portando entrambe le braccia alla propria destra le mosse in avanti, in un'onda dal basso veso l'alto. L'acqua smise di vorticargli attorno e, seguendo il movimento impartitole, ricadde a cascata sopra all'uomo. Un rapido cenno di Aang in quella direzione e subito la cascata si congelò, bloccando l'uomo in un blocco di ghiaccio... eppure questo non sembrò fermarlo, perché iniziò a sputare fiamme dalla bocca, in direzione del giovane Avatar.

    Questa volta Aang non schivò, ma tagliò le fiamme, avvicinandosi al suo aggressore. "Basta!" protestò, notando che l'altro non sembrava intenzionato ad arrendersi. Perché certa gente si rifiutava di capire? Perché dovevano costringerlo ad usare la forza? "Perché avete attaccato la città?" lo interrogò, incredulo. La guerra era finita, doveva essere un periodo di pace... e invece...

    Un allarme, lontano, attirò l'attenzione del ragazzo. Le parole delle guardie erano indistinguibili, eppure era chiaro che fosse successo qualcosa di grave. Per un istante incrociò lo sguardo con quello del dominatore del fuoco, e in quel momento capì che lui sapeva esattamente cosa stava succedendo, era quello che voleva; era lì per distrarlo, e lui c'era cascato in pieno. Il suo cuore ebbe un sussulto, e il suo primo pensiero andò a Katara.
     
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  4. Akuma™
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    Giorno 1 Mese 1 Post 5 Mattino


    *dilettante*

    Pensò fugace rotolando di lato e preparando il contrattacco, usando infatti lo stesso esplosivo che aveva tra le mani lo fece a palline, tutte collegati tra di loro con un filo che in realtà era la miccia, ma che avrebbe funto anche da corda per imprigionare il nemico e lo scagliò contro di lui a mo di rete, ma proprio come da suo stile un attacco non era mai completo senza l'utilizzo di almeno due bombe, difatti in una mano era capace di tenere esplosivi tante quanto erano le dita di quest'ultima, la prima serie fu seguita da un fumogeno oscurando così la visuale, e lasciarlo del tutto indifeso contro la sua granata ad impatto, non appena la più piccola vibrazione l'avrebbe colpita sarebbe esplosa sparando in avanti una miriade di piccoli pezzi metallici affilati come rasoi che certamente l'avrebbe trafitto in tutto il corpo

    Sei patetico!

    Disse beffardo mentre già le gambe scattavano indietro tirandosi fuori dalla nube del fumogeno e allontanandosi dal punto della futura esplosione.
     
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  5. isuzu51
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    Il dirigibile navigava spedito senza nessun intoppo. Pioveva. Leggera ma fitta, la pioggia continuava a battere, producendo un suono sordo al contatto con il materiale del pallone. L’ufficiale con maggior frequenza, s’impegnava ad infiammare la cabina, a causa dell’acqua. La recluta manteneva la rotta, vigile. Iroh invece se ne stava in un angolo dello scompartimento, inquieto. La Capitale era in fermento. Non aveva mai provato quel tipo di ansia. Il timore più grande per l’uomo è l’ignoto, Iroh capì che era stramaledettamente vero.
    Il fatto di non sapere, lo metteva in crisi come mai prima dall’ora.
    Nel precedente conflitto, era perfettamente cosciente dei rischi e delle perdite a cui avrebbe dovuto far fronte; le questioni belliche erano la sua specialità. Tuttavia in quel frangente la sua esperienza gli sembrò inutile. Aveva la netta sensazione che una nuova guerra sarebbe stata l’ultimo dei suoi problemi.
    La mente, per quanto si sforzasse di allontanare quei pensieri, insinuava in lui un tarlo…
    Colpo di Stato.
    Qualcuno cercava di minare dall’interno il fulcro della Nazione del Fuoco. Il Firelord. Se la Nazione del Fuoco avesse ceduto, la pace, per quanto precaria fosse, si sarebbe infranta. Il Regno della Terra ancora debole per qualsiasi azione di ripresa, avrebbe collassato. Lo stesso per le Tribù dell’Acqua, per non parlare dei Nomadi tuttora dispersi. Chiunque potrebbe prendere il potere a quel punto. Chiunque.
    Un ragionamento fin troppo fantasioso, stupido e insensato. Su quali basi poi? Cosa gli era preso all’improvviso…
    Dopotutto non era detto che l’aeronave, diretta nel prelevarlo, fosse stata sabotata. Poteva semplicemente essersi guastata durante il viaggio, per caso. Non credeva al caso.
    Perché questa agitazione da parte di Zuko? Mandare addirittura dei soldati a prenderlo!
    Ma più di ogn’altra cosa, perché questa folle e attanagliante paura, non andava via?
     
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    *Sei patetico!* gridò l'avversario, buttandosi di lato ed evitando il boomerang, che sparì nel cielo. Sokka non si preoccipò della sorte della sua arma: dopo tutto, era o no famosa per i suoi ritorni improvvisi? Digrignò i denti e si preparò per difendersi dall'attaco che l'altro gli stava per lanciare contro. Il nemico preparò molto velocemente una trappola a forma di rete, e la gettò in direzione di Sokka, il quale, con un unico fluido movimento, tirò fuori la sua spada e tagliò a metà il filo che teneva unita la rete, che si divise in due e cadde poco dietro il ragazzo.

    Subito si accorse del secondo attacco che gli era stato lanciato contro, ma non fece in tempo a trovare una mossa di difesa adeguata. Si lanciò per terra, sperando che il l'onda d'urto creata dagli esplosivi non sarebbe stata troppo forte. Chiuse gli occhi e per un attimo pensò di essere spacciato, ma poco dopo si accorse che non era successo nulla. Aprì un occhio, e vide una cresta d'acqua ghiacciata che aveva intrappolato al suo interno le bombe. Capì immediatamente chi fosse stato ad aiutarlo: sua sorella! Mentre si alzava, scorse infatti Katara, in piedi che guardava il criminale con fare ben poco cordiale. *Grazie mille, sorellina!* gridò nella sua direzione. Mentre la dominatrice sferrava un altro attacco -una semplice ma potente frusta d'acqua- contro il nemico, Sokka scorse il luccichio del boomerang di ritorno; alzò una mano ed ecco che lo afferrò al volo, pronto per un nuovo utilizzo.
     
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    Se le fosse successo qualcosa Aang non sarebbe mai riuscito a perdonarselo. Pestò con forza un piede a terra, e subito un blocco di roccia si strinse attorno all'uomo. Un dominatore del fuoco non avrebbe faticato molto a liberarsi del ghiaccio, ma forse così sarebbe riuscito a trattenerlo un po' più a lungo, almeno il tempo di scoprire... non aveva ancora finito quel pensiero che già intravedeva il muro di cinta che separava il palazzo dal resto della città. Non rallentò nemmeno, continuando a correre generò una sfera d'aria e ci saltò sopra, spingendosi oltre il muro.

    Da lì poteva vedere chiaramente la situazione, Sokka stava combattendo contro il soldato che era stato descritto dal ferito, ma le cose non sembravano andare molto bene: dopo che il guerriero ebbe scagliato il suo boomerang, l'avversario rispose lanciandogli contro degli esplosivi, non c'era modo in cui potesse pararli. "Attento!" strillò Aang, cercando di raggiungere l'amico, ma difficilmente avrebbe potuto sentirlo da lì.

    Fortunatamente in quel momento Katara sbucò dall'ingresso del palazzo, si accorse della situazione e congelò le bombe con l'acqua della sua borraccia prima che potessero esplodere. Aang saltò giù dalla seconda cinta di mura proprio in quell'istante, atterrando poco lontano da Sokka. "State bene?" chiese, riservando a Katara un sorriso imbarazzato. L'allarme che aveva sentito non sembrava provenire da lì, ma la direzione era giusta perché dal giardino le grida erano più forti. Che fosse... lo sguardo gli cadde in direzione di un'alta struttura, abbarbicata contro il bordo del cratere: la torre prigione.
     
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    Per la vostra gioia. XD



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    Ecco, se lo sentiva, si erano messi nei guai. Di nuovo. Correndo verso la porta del palazzo cercando di raggiungere l'esterno, Katara stappò la sua arma: una borraccia d'acqua. Neanche il tempo di uscire, e notò con disappunto che Sokka stava per essere colpito da alcune bombe. Con un rapido movimento della mano, riuscì a salvarlo, congelando le bombe.

    « Grazie mille, sorellina! »

    Urlò Sokka, rialzandosi. Katara gli sorrise, ammiccando con la testa, prima di colpire il suo avversario.

    « State bene? »

    Chiese Aang, e solo allora Katara notò la sua presenza. Scostandosi i capelli da davanti agli occhi, mise le mani sui fianchi, indignata.

    « Mi dite cosa diavolo sta succedendo? »

    Chiese, guardando a turno Sokka ed Aang, pretendendo spiegazioni. Perchè le sembrava che la pace che avevano avuto lei e i suoi amici fino a quel momento stesse per finire?

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    Scusate se non ho scritto moltissimo non sapevo come iniziare O.O


    Edited by †Pride† - 11/6/2010, 22:01
     
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  9. Akuma™
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    Giorno 1 Mese 1 Post 6 Mattino


    *Sorellina?*
    E adesso, cos'era quella?
    Una riunione di quartiere?
    Da che non vi era nessuno a che adesso erano in tre, tra cui... l'avatar, per quanto fosse ben addestrato e il tipo con il boomerang maldestro in quella situazione era in netto svantaggio, in un uno contro uno avrebbe certamente potuto fare qualcosa, ma non in quell'occasione, ma aveva già un piano, senza perdersi d'animo tirò fuori un'altra granata abbagliante che gettò contro il suolo quasi istantaneamente, avrebbe accecato per circa un minuto tutti quelli vicino lui escluso grazie all'elmo che lo riparava completamente dal bagliore improvviso

    E tu vieni con me

    Disse sotto voce afferrando in corsa la dominatrice dell'acqua, un ostaggio gli sarebbe certamente tornato utile, specialmente se questi aveva un legame di sangue con qualcuno delle persone li presenti, la prudenza non era mai troppa, e cosparse il terreno con numerose punte metalliche che avrebbero certamente rallentato gli inseguitori, adesso però serviva far star buona la ragazza, e mettendo ancora una volta mano alla sua cintura ne tirò fuori un'altra di quelle piccole boccettine piene di polvere grigio-nera, infilandola in una piega del vestito della ragazza alla quale sussurrò

    Prova a fare uno dei tuoi piccoli scherzi e... Boom, puoi dire addio alla tua testolina.

    Nonostante il peso extra riuscì a defilarsi dal posto con una certa rapidità, il giardino era piccolo e inoltre era già vicino al primo buco nel muro da cui era entrato, una volta raggiunto avrebbe potuto scappare senza lasciare traccia, e per di più anche con un bel bottino.
     
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  10. isuzu51
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    Non ne so niente di Pai-Sho ho inventato/cercando informazioni qui in giro per il foroU_U


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    Mattina

    Quando chiuse gl’occhi, Iroh non si rese conto che il mattino era giunto così in fretta. Non aveva dormito.
    Stava albeggiando e finalmente aveva cessato di piovere.

    I soldati che lo scortavano, avevano proposto una sosta, l’ultima, considerato che oramai erano in dirittura di arrivo.

    Atterrati su uno spiazzale verde, l’ufficiale con l’aiuto della recluta controllò lo stato del dirigibile. Il dominatore era visibilmente stanco, aveva usato il suo potere per tutta la nottata, e nonostante disponessero di legna da ardere, era servita a ben poco, vista la pioggia. Iroh era quasi intenerito dalla dedizione, che quegli uomini mettevano nella missione affidatagli. Offrì loro il miglior tè che la condizione potesse permettere.

    Consumato un breve pasto, erano pronti per ripartire. Iroh con cautela poggiò le mani sulle spalle dei soldati e li costrinse a sedersi.
    << Ci osservano.>> sussurrò nelle orecchie dei due, noncurante.
    << Facciamo una partita a Pai-Sho?>> Disse poi forte e chiaro, vedendo le facce confuse.
    Mise sei pedine sulla scacchiera, c’erano sei intrusi. Indicò la pedina rappresentante la barca. L'aeronave. Poi la rosa rossa…sangue. I due ragazzi annuirono, avevano capito. Non dovevano decollare altrimenti sarebbero morti prima del previsto.
    Un sibilo...una freccia si conficcò nel tronco di un albero.
    Il soldato semplice si era rizzato subito in piedi con la mano all’elsa, l’altro si guardava intorno circospetto, da come muoveva le dita era pronto ad usare il suo dominio.
    Iroh si premette i polpastrelli sulla guancia, era un avvertimento, la prossima volta non avrebbe mancato il bersaglio.
     
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    Sokka stava per rispondere alla domanda della sorella, quando il pazzo lanciatore di ordigni esplosivi si fiondò su Katara, dopo aver scagliato una bomba abbagliante che costrinse il ragazzo a buttarsi per terra e coprirsi gli occhi. Quando il ragazzo si rialzò da terra, vide di sfuggita il tipo scappare via, avendo preso la sua sorellina come ostaggio.

    "Oddio, e ora cosa faccio? Se provo ad attaccarlo, di sicuro fara male a Katara... né io né Aang possiamo permetterci una simile cosa, Però non possiamo lasciarlo andare via! Dobbiamo tentare!" pensò, mentre si grattava la nuca col boomerang. Stava per correre nella direzione del buco creatosi nelle mura, quando delle grida più alte si levarono da un luogo poco distante: la torre delle prigioni. Cosa fare? Sorella o torre? Torre o sorella? Si girò nella direzione di Aang e gridò: *Aang, cosa facciamo? Chi va ad aiutare Katara? C'è bisogno di qualcuno vicino alle prigioni!*
    Dov'era Toph, quando serviva? "Probabilmente sta dormendo alla grande, buttata per terra" si rispose il ragazzo. *Voi due!* disse, chiamando due guardie che stavano correndo nella direzione dell'uomo-esplosivo, *lasciate perdere mia sorella. Ce ne occuperemo noi! Andate, invece, verso la torre prigione: là c'è bisogno del vostro aiuto*. "Mhhh... uomo-esplosivo non è male. Ah! E' Combustion-man 2, la vendetta!" pensò ridacchiando tra sé e sé: che genio non era?
     
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    Aang vide il soldato prendere qualcosa dalla sua cintura, e per qualche motivo sentiva che quel "qualcosa" non era niente di buono. "State giù!" gridò a Sokka e Katara, muovendo rapidamente un braccio verso di loro e generando una ventata abbastanza potente da sbatterli a terra. Non sarebbe stato un atterraggio piacevole, ma sempre meglio che saltare in aria. Non poteva però sapere che quella che l'uomo aveva scagliato era una granata abbagliante, e all'improvviso si ritrovò senza vista.

    "Aaaah!" strillò cadendo a terra dolorante. Era come se un sole gli fosse improvvisamente acceso davanti agli occhi, non vedeva più niente, e la testa sembrava in procinto di esplodergli. Che stava succedendo? Possibile che bastasse così poco a metterlo fuori combattimento? Cercò di liberare la mente, di sentire l'ambiente attorno a sé, sapendo che da un momento all'altro sarebbe arrivato qualche colpo improvviso. Poggiò una mano sul terreno, concentrandosi su ogni minima vibrazione . C'era qualcuno accanto a lui, ma... non sembrava il loro misterioso assalitore, non riusciva proprio a sentire il soldato e mancava... "Katara!" gridò, riaprendo gli occhi all'improvviso. La vista era tornata, ma quello che vide non gli piacque per niente.

    Il soldato stava correndo via, aveva quasi raggiunto il limitare del parco e trascinava con sé la ragazza. "Aang, cosa facciamo? Chi va ad aiutare Katara?" esclamò Sokka, ma non c'era nemmeno bisogno di chiedere: Aang era già partito all'inseguimento, non si sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa. Scorse solo all'ultimo istante che il terreno era ricoperto di punte metalliche, ma non rallentò. con un balzo si lanciò in aria, e arrampicandosi sul muro di cinta del palazzo continuò la sua corsa, all'inseguimento dell'uomo. Aveva già un discreto vantaggio, ma non sarebbe andato lontano, inscatolato in quell'armatura. L'allarme alla torre, intanto, continuava a suonare...

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    Ku, per favore, capitoli credibili o ti sbattiamo fuori...
     
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    Katara venne presa dal nemico e portata in un giardino. Non poteva aprire bocca, perchè l'uomo l'aveva sporcata con della strana polvere da sparo, e minacciava di farla esplodere. Si guardò intorno nervosamente. Cos'era un giardino senza una fontana? E di fatti eccola lì, una bella fontana zampillante, la sua salvezza. Approfittando di una piccola distrazione da parte del suo rapitore, si lanciò addosso gran parte del contenuto della vasca.

    « Non devi sottovalutare una dominatrice dell'acqua capace come me. »

    Disse all'improvviso, meravigliando il suo rapitore. Non appena lui si voltò verso di lei, capì le motivazioni della sua sicurezza. Katara si era completamente bagnata, e poi aveva rapidamente tolto via l'acqua dai suoi vestiti, portando con sè anche tutti i residui di polvere. Senza aspettare oltre, partì all'attacco, rovesciando quella stessa acqua su di lui. Chissà, magari si sarebbe dato fuoco da solo per errore.
     
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    BASTAAA! NON SIAMO ALL'ASILO! Ho cancellato i vostri post OT: da adesso in avanti i turni sono:

    Les
    Pri
    Ku
    Isu
    Abi

    è vietato fare azioni autoconclusive di qualsiasi tipo, pena l'espulsione. E' vietato andare fuori personaggio pena l'espulsione. Fine della questione, quel che è stato è stato, adesso cerchiamo di riportare sta cosa su un binario credibile. Spero nella collaborazione di tutti, grazie.
     
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    Ma che ca***

    La sensazione di bagnato lo portò a mollare la presa della ragazza che doveva star tentato qualcosa, la getto dunque a terra

    Eri stata avvertita!

    Gridò poco dopo averla lasciata cadere, era palese che si era bagnata credendo di poter rendere inefficace le sue bombe, ma evidentemente non si era resa conto che quella usata su di lei era dentro un boccetta di vetro, e proprio come promesso l'innescò

    *peccato però, speravo di potermi portare almeno un souvenir*

    Vista la dimensione della boccetta Yeh-Lu fu coinvolto solo in minima parte dalla detonazione, ma a distanze ravvicinate come quelle la speranza di rimanere vivi era praticamente nulla, se non altro adesso era più veloce e poté riprendere la sua frenetica corsa verso il buco nel muro da cui sarebbe scappato, o forse prima avrebbe fatto un altro giro?
    Con buone possibilità gli eventuali inseguitori si sarebbero prima occupati dei feriti che di lui, quindi perché no?
    E frenato il passo con una leggera scivolata cambiò direzione, mentre già un sorriso poco promettente andava a disegnarsi sul suo volto nascosto sotto l'elmo.
     
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