Luna e Sole (Lee/Selene P.O.V.)

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  1. MißSelene89
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    dominatore mediocre

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    L'incubo continua
    Approfittando del fatto che il Firelord era in udienza, feci un giro per il palazzo.
    Nel piazzale incontrai Rufus. << Rufus! >>
    Si girò e appena mi vide fece un bel sorriso, poi chiese il permesso per potersi allontanare. << Ciao, Lee. Allora, com’è l’isola di Ember? >>
    << Fantastica! Così tranquilla… Ti dà la possibilità di riscoprire te stessa. >>
    << E’ il potere di quell’isola. >> Fece una pausa, poi riprese. << Senti, Lee… Tu sei impegnata? >>
    “Non dirmi che vuole propormi di uscire…” << No. >>
    << Allora… Pensavo… Magari un giorno di questi potremmo uscire insieme… Cosa ne pensi? >>
    Stavo per rispondergli quando sentii la voce del Firelord. << Lee! >>
    Appena Rufus lo vide, si mise sull’attenti e scappò. Ci credo che avesse paura, aveva uno sguardo… Sembrava che sprizzasse fuoco dagli occhi.
    << Cosa vi succede? >> Mi afferrò per un polso, lasciandomi i segni, e mi trascinò nella sua stanza. << Mi fai male! Lasciami! >> Mi buttò sul letto, mi montò sopra e mi strappò i vestiti. “E’ impazzito.” << Lasciami! >>
    << Mi hai detto tutto? >>
    “Ma cos…” << Di cosa parli? >>
    << Parla! >>
    << Ti ho detto tutto! >>
    << Sei stata promessa! >>
    “Ma…” << E da dove vi è uscito fuori? >> “Un attimo… Vuoi vedere che… Helios mi ha seguita fin qui?” << E’ qui… Mi ha seguita fin qui… >>
    << Ci sono cascato, sono stato al tuo gioco. Ora basta. Ti sei divertita abbastanza, alle mie spalle. >> Si alzò e lo vidi liberarsi il sesso: aveva intenzioni di violentarmi? Che fine aveva fatto quell’uomo che sull’isola di Ember mi aveva rispettata? Mi allargò le cosce.
    << No, aspetta! >>
    << Hai parlato abbastanza… >>
    << E’ la verità! Tutto quello che ti ho detto… >>
    << Mi dici che per te è importante la tua verginità, ma la verità è che devi sposarti… >>
    “No!” << No! Non è così… >> Mi sentii gli occhi pizzicare e le guance bagnate. << Venne nel mio regno come visitatore; quando se ne andò mi propose di seguirlo, di diventare sua moglie. Gli dissi di no. Dopo qualche mese mi diede un ultimatum: o sarei diventata sua moglie oppure avrebbe dichiarato guerra… >>
    << Non hai accettato… >>
    “Come potevo accettare?” Scossi la testa.
    << Cosa vuoi fare, adesso? >>
    Mi stava tendendo una mano? << Vi prego, Firelord, aiutatemi… >> A questo punto avrei accettato qualsiasi cosa per salvare il mio regno. Qualsiasi.
    << Ti aiuterò solo se rimarrai sempre qui a palazzo. >>
    Praticamente mi stava dicendo che sarei stata la sua concubina. << Come il mio Firelord desidera… >>
    Mi lasciò sola e uscì dalla stanza.
    Piansi: avevo salvato il mio regno, ma allo stesso tempo lo avevo perso.

    Passai il resto della giornata a prepararmi per quella sera: avrei detto addio alla mia coda, poiché il Firelord mi voleva.
    Vidi che degli inservienti avevano portato il mio letto nella sua stanza, e Tya era dietro di loro.
    Rimanemmo sole. << Sarai solo un passatempo per lui. >>
    << Gelosa? >>
    << E di cosa? Il Firelord mi ama, è pazzo di me. >>
    Sorrisi sarcastica. << Così pazzo che è venuto da me non so quante volte.>>
    << Perché sei bella, questo non posso negarlo. Ma non sei nulla. >>
    << Cosa te lo farebbe pensare? A quanto pare è il mio letto, quello. >> E indicai il letto che avevano appena portato.
    << Semplice: aspetto un figlio suo. >>
    Rimasi a bocca aperta: il Firelord aveva messo incinta Tya? E mi voleva come concubina? Avrei accettato anche questo per il mio regno?
    Si.

    Lasciai cadere la cosa e mi vestii: un vestito di organza, azzurro; le spalline erano formate da strisce di seta azzurra, intrecciate; una cinta di seta azzurra alla vita, i cui lembi erano abbastanza larghi da coprirmi la femminilità; al petto avevo uno spillone a forma di farfalla, le cui ali mi coprivano i seni, iridescenti.
    Mi sedetti sul letto e aspettai il suo rientro.

    Quando entrò si appoggiò alla porta e mi guardò. << Tra una settimana andrai con Sokka e Suki sull’isola di Ember; lì sarai al sicuro. >> Lo guardai e mi alzai: lentamente mi abbassavo la spallina; ma lui si avvicinò e mi fermò. << Non togliermi il privilegio di togliertelo. >> Mi baciò l’angolo della mascella fino ad arrivare alla spalla. Ma io pensavo alla discussione con Tya. << Cos’hai? >>
    << Nulla. >>
    << Ti stai offrendo tu. >>
    “Offrire? Avevo scelta?” << Tuttavia avete dato ordine di portare il mio letto qui. >>
    << Questo non vuol dire che ti ho fatta rimanere con quell’intento… >>
    “Ah no?” << Allora smettetela. >>
    Si fermò e mi guardò. << Cos’hai? >>
    << Non accetterò mai di essere la vostra concubina, soprattutto dopo… >> Non finii la frase: non riuscivo. Era più forte mi me.
    << Dopo… Cosa? >>
    << Tya. >>
    << Un nome dovrebbe dirmi qualcosa? >>
    “Fa finta di non capire?” << Mi ha detto che aspetta un figlio da voi. >>
    All’inizio era allibito, sorpreso; poi la sua espressione mutò, divenendo furiosa. << Cazzo! Questa… Tya! >>
    “Adesso l’ammazza. A quanto pare non sapeva nulla.”
    Tya fece il suo ingresso. << Si, mio Firelord. >> Mi guardò in cagnesco e io feci altrettanto: nonostante tutto ci tenevo a Zuko, e non glielo avrei lasciato, neanche se aspettava un bambino.
    << Quanti mesi? >>
    << Cosa, mio signore? >>
    “Fai finta di non capire, oca?”
    Mi guardò e capì. << Ah… Volevo darvi io stessa la notizia… >>
    “Ti stai arrampicando sugli specchi. Non sei incinta di lui! Che stronza!”
    << Tya, dovresti saperlo: i bugiardi non mi piacciono. >>
    << Non è una bugia, mio signore. >>
    << Mi costringi a cacciarti, a bandirti dal castello. >>
    << No, vi prego. Ho bisogno di questo lavoro. >>
    << Sarai pagata allo stesso modo, ma non servirai più me. Adesso sparisci dalla mia vista. >>
    Prima di sparire dietro la porta, mi fulminò. “Ti aspetto, oca. Non ho paura di te.” << Perché sei così sicuro che dice una bugia? >>
    << Perché è impossibile che lo sia. >>
    “Impossibile? Ma se l’ho visto con i miei occhi tra le sue cosce!” << Vi ho visti io stessa; non credo sia impossibile. >>
    Mi guardò, mi prese per un polso e mi sbatté ad una parete. << Hai visto l’atto, mentre la scopavo; non hai visto tutto. >>
    Lo guardai furiosa. “Stronzo!” << Fatto sta che stavate scopando. >>
    << Vuoi sapere la verità, perché sono così sicuro che menta? >> Non mi mossi, ma quel “gioco” mi stava eccitando parecchio. << Quando dovevo venire lo facevo in altri modi… >> Mi accarezzò il collo, scese al seno, che prese in mano: cercavo di rimanere impassibile, ma quel tocco mi stava eccitando troppo. << Le venivo tra le natiche o in bocca… >>
    “Fallo anche a me…”
    Le nostre labbra erano a pochi centimetri e mi baciò.
    Lo desideravo, desideravo che mi prendesse anche lì, su quella parete: desideravo sentirlo dentro di me, desideravo sentire i suoi gemiti all’orecchio, desideravo sentirmi sua…
    Ma non volevo essere la sua puttanella.
    << Lasciami! Non sono una delle tue puttanelle. >>
    Gli diedi una ginocchiata nel fianco e, appena libera, scappai.
    Questa volta c’era mancato davvero poco: non credo che al prossimo attacco avrei resistito.
     
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