Luna e Sole (Lee/Selene P.O.V.)

Rating: M Erotico

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    completa: Si
    partecipazione: Riservata= MissSchiffer
    personaggi: Quasi tutti (Atla) + un personaggio inventato
    pairing: Kaang, Sukka, Ursa/Ikem, Zuko/Lee
    riassunto: La trama è la stessa di [Luna e Sole], ma vista sotto l'occhio di Lee/Selene
    note: Per chi non avesse letto la fic [Luna e Sole]: contiene spoiler U.U



    Buona lettura^O^



    Addio miei amati mari
    << Selene, prepara il necessario! Dobbiamo partire immediatamente! >>
    << Perché, cosa succede? >>
    << Helios ci ha dichiarato guerra. >>
    << Non abbandono il mio popolo. >> Mi impuntai.
    << Tesoro, tua madre ha ragione. Siamo un popolo pacifico, neanche sappiamo come si fa una guerra; neanche siamo in grado di difenderci... >>
    Avevano ragione: non potevamo fare altro che scappare.

    Scappammo lontano, e ci rifugiammo in una terra lontana, ma allo stesso tempo vicino al nostro regno: la Nazione del Fuoco.
    Qui erano quasi tutti guerrieri, comprese le donne. E fu proprio quello ad affascinarmi. "Forse in questa terra potrò imparare a difendermi..."
    Tutti parlavano dell'ottimo lavoro svolto dal loro sovrano, di come fosse potente e un ottimo combattente.
    << Chissà com'è questo Firelord. >>
    << A cosa stai pensando, cara? >> I miei genitori parlavano sempre quando cenavamo.
    << E se ci presentassimo a lui per quello che siamo? >>
    << Siamo in incognito. Già è tanto l'averti concesso un titolo nobiliare. >>
    Mio padre aveva ragione: se siamo scappati, non potevamo andare da questo Firelord chiedendogli aiuto. E se avesse avanzato strane pretese? Meglio evitare.
    << Si dice che sia un ottimo combattente. >>
    << Quindi? >>
    << Se iscrivessimo Selene all'Accademia chiedendo, sotto lauto compenso, che fosse il Firelord ad insegnarle? >>
    Mi si illuminò il cervello: sapevo cosa voleva mia madre, ma potevo eluderla e imparare a difendermi. << Io la trovo un'ottima idea. >>
    << Sei proprio una sirena, proprio come tua madre. >>
    << Anche io vi amo, padre. >> Gli schioccai un bacio sulla guancia e andai.

    Le mie terre si trovano sotto il mare: le sirene, vere abitanti degli abissi, aiutarono i nostri antenati a costruire le città sottomarine; alcune di loro avevano deciso di lasciar perdere la loro meravigliosa coda per unirsi agli esseri umani. Una di queste fu mia madre.
    Conobbe mio padre, che era il re degli esseri umani e se ne innamorò; mia madre era la principessa delle sirene. Rinunciò alla sua coda per suo marito, e dopo qualche anno di matrimonio nacqui io: avevo le gambe, ma durante la luna piena le mie gambe si trasformavano in una meravigliosa coda di pesce, dalle squame azzurre e verde acqua, proprio come i miei occhi.
    Perché la coda di ogni sirena è intonata al colore dei suoi occhi.

    Mia madre venne in camera e mi disse che il giorno dopo sarei andata a lezione all'Accademia e a che a insegnarmi sarebbe stato il Firelord stesso. Non mancò di raccomandarmi di indossare il vestito più bello che avevo e di prepararmi, di comportarmi come conviene al mio rango, e di cercare di fare poco la civetta.

    Così il giorno dopo mi tavestii da ragazzo, comprimendo il seno con delle fasce, e mi recai all'Accademia.
    << Buongiorno, sono Lee. Sono stato iscritto dai miei genitori ieri, dovrei essere allenato dal Firelord. >>
    L'uomo mi guardò, stranito. << Mi aspettavo una ragazza. Ma non dovrebbero esserci problemi. Io sono il maestro Zin. >>
    Mi inchinai, in segno di saluto. Poi il maestro mi disse di aspettare e andò via.
    Tornò poco dopo, accompagnato da un uomo: alto, dal fisico possente, capelli lunghi neri e un piccolo pizzetto, MOLTO seducente, nero.
    Il maestro Zin me lo presentò come il Firelord.
    "Oh. Mio. Dio. Un uomo più bello e sexy, no?" Se solo avessi immaginato, forse avrei seguito il suggerimento di mia madre, ma ormai era fatta: il Firelord, Zuko, doveva credere che fossi un ragazzo.

    Allenamento con il Firelord
    Il suo sorriso, cosa non era: così seducente, così semplice, così vero…
    Mi chiese di mostrargli cosa sapevo fare, così gli feci vedere il poco che avevo imparato da sola. Dovevo mentire, non potevo dirgli dove avevo imparato, fortuna che nel viaggio mi ero acculturata su queste terre. Ma non avrei mai immaginato che capisse le bugie.

    Il giorno dopo cominciò l’allenamento vero e proprio. Rimasi a bocca aperta quando lo vidi togliersi il kimono.
    “Che schiena muscolosa…” Vedevo tutti i muscoli delle spalle guizzare ad ogni piccolo movimento, e quando si girò ammirai i suoi pettorali. “Contegno, Selene. Sei un ragazzo, ricordatelo. Però un giro con lui lo farei molto volentieri.” Sembrava scolpito nel marmo: i pettorali sodi, la tartaruga sulla pancia.
    Quando lo sentii dietro di me, intento a farmi vedere una sequenza, arrossii: il contatto con la sua schiena nuda era la cosa più eccitante di questo mondo.
    Fortuna che dopo un mese mi disse che ad allenarmi sarebbe stato il suo amico Aang, l’Avatar.
    “Chissà perché non mi allena più…” Avevo finito di sistemare gli attrezzi, e mi stavo dirigendo agli spogliatoi. “Un po’ mi dispiace; avrei voluto continuare, sentire il suo odore di uomo…” Scrollai la testa. “Doccia fredda, ecco cosa ci vuole.” Così mi avviai alle docce.
    Mi spogliai completamente e mi avvolsi il telo addosso; ero convinta di essere completamente sola, per questo entrai, e appena lo vidi che usciva, completamente nudo, mi immobilizzai.
    “Non fatemi questo…”
    Appena mi vide si bloccò anche lui, la sua espressione cambiò in un nano secondo: da sorpreso a soddisfatto e compiaciuto. Lo guardai. Anzi, me lo mangiai con gli occhi: il ventre scolpito, le gambe muscolose, la v che si trasformava nel suo sesso, eretto…
    Si rese conto che lo stavo divorando, ne ebbi la conferma quando vidi il suo sesso muoversi. Arrossii e cercai di scappare; ma lui mi tenne la porta chiusa, poggiando il suo peso su una mano; deglutii, cercai di farmi coraggio e mi girai. “Tranquilla. Selene. Sii sicura di te.” Ma l’altra vocina nella mia testa non era d’accordo. “Col cavolo! Buttati tra le sue braccia e aprigli le gambe!” Ovviamente ascoltai la prima.
    << Sei una ragazza. >>
    “Che scoperta!” << La cosa vi delude, Firelord? >> Si, dovevo essere dura.
    << Perché dovrebbe deludermi? >>
    “Dio, quel sorriso…”
    Mi accarezzò la guancia destra con il dorso della mano: volevo svenire. << Ci sono molte donne nell’esercito, anche tra le guardie. >>
    Lo so: gli stavo chiedendo un bacio. Chiusi gli occhi e mi godetti quel tocco così delicato e sensuale. Lo sentii abbassarsi all’altezza del mio orecchio. “Cavoli… Qui finisce male…”
    << Una ragazza bellissima… >> Rabbrividii quando sentii il suo fiato caldo sul mio collo; mi baciò il collo ed io ansimai, mio malgrado. Mi mise una mano sul fondoschiena e mi attirò a sé, facendomi sentire quanto era duro. Lo volevo. Adesso. Mi teneva una mano sulla nuca e pochi centimetri a distanziare le nostre labbra. << Questo è l’effetto che mi fai… >> Mi baciò con foga, ed io ricambiai con la stessa foga; sentivo la sua mano scivolare sulla mia gamba sinistra; appena le nostre lingue si toccarono, sentii le sue mani afferrarmi le natiche con possesso.
    Non capivo più nulla: c’era solo lui.
    Si staccò da me, guardandomi negli occhi. << Vai sotto la doccia. >> Mi avviai, tolsi il telo e mi misi nel vano doccia, poi lo sentii. << Arrivo, maestro Zin! >>
    Ero convinta che mi seguisse lì sotto per continuare, invece uscì.
    Mi appoggiai al muro e sospirai. << Cosa cavolo sto facendo. Adesso dirà a tutti che sono una ragazza, e probabilmente mi punirà. >>
    Alla parola “punire”, nella mia testa circolarono le più strane idee. Tutte a sfondo erotico. Ed ecco la voce del mio subconscio. “Oh si, non vedo l’ora di essere punita come si deve…”
    Involontariamente mi passai la lingua sulle labbra.
    Il Firelord doveva essere mio.

    Allenamento con l'Avatar Aang
    Ritornai a casa quasi stravolta, tanto da fare preoccupare mio padre. << E’ successo qualcosa, piccola mia? >>
    << Nulla. >>
    I miei genitori volevano che il Firelord perdesse la testa per me, tanto che mia madre si raccomandò di usare su di lui il fascino sirenico, quindi non potevo dire loro che: mi ero travestita da ragazzo, che il Firelord aveva scoperto che ero una ragazza e che mi sarei allenata con l’Avatar.
    Mio padre mi baciò sulla fronte e uscì, lasciandomi sola a pensare a quello che successe solo qualche ora prima: io e lui stavamo per fare sesso, nelle docce degli spogliatoi dell’Accademia; mi ero lasciata incantare dai suoi muscoli, dai suoi occhi, dalle sue labbra, dalle sue carezze, dai suoi baci…
    Quei baci… Ne volevo ancora.

    Il giorno dopo mi recai all’Accademia e vi trovai un ragazzo, abbastanza alto, con la testa pelata e tatuata, gli occhi grigi e un viso sbarazzino. Metteva allegria vederlo. Doveva essere un monaco buddista, considerando il suo abbigliamento.
    << Salve! >> Mi porse la mano. << Io sono Aang, tu dovresti essere Lee. >>
    Annuii. << Si, sono io. >>
    << Lo sai che da oggi l’allenamento lo farai con me, vero? >>
    << Si, il Firelord me ne aveva parlato, ma non capisco il perché. >>
    << Affari di stato. >> Sorrise dolcemente. << ha troppo lavoro da fare a palazzo, una Nazione da governare. Ma mi ha detto che gli dispiaceva. >>
    Strabuzzai gli occhi. << Cosa? >>
    << Si, per lui allenarti era un ulteriore svago, e poi mi ha detto che sei davvero bravo. Una spugna, insomma. >>
    Sorrisi a mia volta. << Vogliamo cominciare. >>
    << Subito. Fammi vedere dove avete lasciato. >>

    Ci allenammo, e quando finimmo mi diressi agli spogliatoi, mi spogliai e mi infilai sotto la doccia: l’acqua calda mi scorreva lungo il corpo, riscaldandomi fin nelle ossa.
    Quando finii, chiusi l’acqua e mi strizzai i capelli per far cadere l’eccesso d’acqua, in questo modo si sarebbero asciugati più velocemente; mi girai e non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi di fronte proprio LUI: era completamente nudo, mi diede la possibilità di ammirarlo in tutta la sua perfezione ed erezione, mi sorrideva in modo provocatorio.
    “Perché?” Era tutto quello a cui riuscivo a pensare. Dopo un attimo di smarrimento mi ripresi, e cercai di coprirmi come meglio potevo. “Mi basta una, di situazione imbarazzante.” << Pensavo foste troppo impegnato per venire all’Accademia, per questo mi sarei allenata con l’Avatar. >> “Dimmi che non sei venuto per me, altrimenti crollo…”
    Si mosse, e io mi misi sulla difensiva. << Non potevo lasciarti sola. >>
    Mi bloccai un solo secondo. “Non può essere vero…” Cercai qualcosa per coprirmi e vidi il telo sulla panca.
    Appena lo vidi avanzare verso di me, scappai dirigendomi alla porta, ma mi bloccò per i polsi e mi ci sbatté contro. << Oggi nessuno ci disturberà. >>
    Si chinò sul mio collo. “Cavoli!” << Lasciatemi andare… >> Avevo il respiro affannato. “Prendetemi adesso!” << Per favore, Firelord… >>
    << Mi chiedi di lasciarti andare, quando il tono della tua voce e il tuo corpo dicono il contrario…? >> Sentire anche dalla sua voce che era eccitato mi dava alla testa. Mi lasciò i polsi e si dedicò ai miei seni: fremevo tutta per il suo tocco. Poggiò entrambe le mani sui miei glutei e mi fece aderire completamente a lui. << Lo senti l’effetto che mi fai…? >> Mi sussurrò sulla pelle.
    “Oh. Mio. Dio.” << Solo perché avete scoperto che sono una ragazza? >>
    << Mi facevi questo effetto anche prima di scoprire la verità… >> Mi bloccai e lui si impossessò della mia bocca; lo ricambiai. Sfiorò i miei capezzoli, che non tardarono a farsi vedere, mi lasciò la bocca per succhiare prima un capezzolo, poi l’altro; la sua mano scese sempre più velocemente fino ad insinuarsi tra le mie gambe.
    “Oh, si!” Appena mi sfiorò il clitoride ansimai pesantemente. Mi baciò di nuovo, poi ridiscese ai miei seni; gli intrecciare le mani tra i capelli tirandolo leggermente, lui mi assecondò e io lo baciai. Mi aprì le gambe e strofinò il suo pene contro il mio sesso fremente. “Oh Dio…” Sentii la sua punta entrare dolcemente e cominciò a giocare: dentro fuori. Non resistetti a lungo. “Basta!” << Firelord… Ti prego… Prend… >>
    << Zuko, il maestro Zin deve chiudere. Gli ho detto che Lee era ancora sotto la doccia. >>
    Il maestro Aang, fortunatamente, ci interruppe; così ne approfittai per recuperare il telo, che misi subito addosso, e uscii, schivando un Aang veramente sorpreso.
    “Che il Firelord gli abbia detto che sono una ragazza?”

    Edited by MißHookSeleneZuko - 5/10/2014, 16:11
     
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    Mi manca
    Quella sera non riuscivo a chiudere occhio: il Firelord si era spinto leggermente oltre, e io glielo stavo concedendo. Anzi lo stavo implorando di proseguire…
    Come mi era saltato in mente?
    Lui è un essere umano, con due gambe, se fossimo andati oltre sarebbe stata la fine, addio coda da sirena.

    Ero davanti allo specchio e mi guardavo. “Cosa avrà attratto un uomo come lui?”
    Sfiorai i punti che lui aveva toccato e baciato, e mi morsi il labbro inferiore pensando a quanto piacere mi aveva provocato.
    Quella sera fu la prima volta che mi procurai piacere da sola.

    La mattina dopo andai all’Accademia e venni accolta calorosamente dal MAESTRO Aang.
    << Lee, prima di COMINCIARE, vorrei parlarti. >>
    “Glielo ha detto.”
    << Perché nascondi il fatto di essere una ragazza? >>
    << Ve lo ha detto lui? >> Annuì. << Per via dei miei genitori. >>
    << Cosa…? >>
    << Loro volevano che il Firelord perdesse la testa per me, ma io voglio imparare a difendermi. >>
    << I tuoi genitori avevano ragione. >>
    Lo guardai stupita. << Cosa volete dire? >>
    << Non farne parola a nessuno, se Zuko lo scopre, sono morto. >> Sorrisi divertita, si vedeva che li legava una profonda amicizia. << Mi aveva chiesto di allenarti per non uscire fuori di testa. Credendo fossi un ragazzo, intendo. >>
    << Non capisco… >>
    << Ti desiderava, e la cosa lo stava facendo ammattire. Non poteva accettare di desiderare un ragazzo, così ha chiesto il mio aiuto. >>
    Lo guardai sbalordita. “Allora era vero…” << Maestro…? >>
    << Mm? >>
    << Che rimanga tra noi… Anche io ho sempre desirato il Firelord, dal primo GIORNO. >>
    << Cosa? >>
    << E’ un bell’uomo. Ooh se è bello. Forte, sicuro, dolce, passionale… >>
    << Lee… Tu… >> Aveva quasi paura di dirlo, me ne resi conto.
    << Ne sono innamorata? Forse… >>
    << Lee, devi sapere una cosa su Zuko. >> Lo guardai attenta. << Lui ha amato una sola ragazza, che lo ha lasciato nove ANNI fa; da allora va un po’ con tutte, con il pretesto di cercare una Firelady. Ma io so che lo fa solo perché non vuole legarsi. >> Mi guardò con gli occhi pieni di sincera preoccupazione. << Sei una ragazza dolce ed altruista, soprattutto per non aver seguito i piani dei tuoi, quindi cerca di stargli lontano. Ne soffriresti solo. >>
    Eppure era strano, come se mi nascondesse qualcosa.

    Ci allenammo e riuscii a finire l’allenamento in pochi mesi.
    << Oggi non vai all’Accademia? A quanto pare è davvero duro questo Firelord. >> Mia madre era un po’ contrariata: contava che in mese lui cadesse ai miei piedi.
    Ma la vocina del subconscio si fece sentire. “Altroché se è duro.” << No, oggi il Firelord aveva degli impegni improrogabili. >>
    Salii nella mia camera e mi chiusi dentro; avevo davanti il Firelord, come lo avevo lasciato l’ultima volta: pronto a prendermi.
    Quando sentii mia madre urlare di gioia; scesi le scale e lo VIDI: era venuto a casa mia, per quale motivo?
    Mia madre era al settimo cielo ed era odiosamente ossequiosa; mentre lui mi squadrò dalla testa ai piedi.
    << Non voglio rubarvi molto tempo, sono qui per fare una proposta. >>
    Gli occhi di mia madre si illuminarono, mentre io sbiancai. “Che razza di proposta?”
    << Accomodiamoci in salotto. >> Ordinò, con il suo fare odioso da padrona, thè e biscotti. << Quale sarebbe questa proposta? >>
    Sorrise. “Oh Dio, QUEL sorriso.” Stavo diventando poltiglia.
    << Avete iscritto vostra figlia all’Accademia per un motivo, giusto? >> Mia madre annuì soddisfatta. << Bene, l’ho notata. >>
    “Non dirlo…”
    << Non ve ne pentirete, Firelord. >>
    << Certo che non me ne pentirò. Ma la domanda va posta a lei; sarà lei a decidere, e a voi di accettare o MENO la sua decisione. >>
    Mi guardò e io trattenni il respiro. “Non dirlo…” Era l’unica cosa a cui riuscivo a pensare.
    << Ti andrebbe di essere la mia guardia del corpo? >>
    Tirai un sospiro di sollievo, quasi svenni; mio padre sbiancò e mia madre diventò verde dalla rabbia. << Che razza di domanda è? >>
    “Madre, cavolo stai parlando con il Firelord!”
    << Cosa vi aspettavate? >> Quanto era calmo?
    << Cara, calmati. Stai parlando con il Firelord. >>
    “Bravo, padre. Ricordaglielo, perché non riesco a parlare per il sollievo.”
    << Non mi interessa, lui sottovaluta il nostro rango! >>
    “Chiudetela la bocca o ci farà scoprire!”
    Si alzò. << Se dovevo notarla per qualche altra cosa, allora sareste dovuti venire a palazzo e presentarmela; iscrivendola all’Accademia ho notato SOLO la sua bravura. >>
    “Diplomatico.”
    Poi si rivolse a me. << La decisione spetta a te. >> Si girò e se ne andò. << Addio, e grazie dell’accoglienza. >>
    Varcò la soglia e io mi scaraventai sui miei.

    << Possibile che non pensi AD altro, madre? >>
    << Com’è possibile che lui non sia caduto? >>
    << Semplicemente perché non l’ho fatto accadere! Mi sono travestita da uomo! >> Glielo sputai in faccia.
    << Selene, come hai potuto… >>
    << Padre, ho visto un’occasione per imparare qualcosa e poter difendere il nostro regno. >>
    << Non ci devi pensare più! Adesso siamo cittadini della Nazione! >>
    << Io rimango sempre una mezza sirena. Amo il mio regno è farò di tutto per proteggerlo. Addio! >> Uscii e sbattei la porta.

    Lo VIDI che stava per salire sulla sua carrozza e lo bloccai. << Firelord! >>
    Si girò. << Si? >>
    “Bene, mettiamo le cose in chiaro.” << Vengo con voi, ma ad una condizione. >> Mi fece cenno di continuare. << Dovrete considerarmi SOLO ed esclusivamente una guardia del corpo. >>
    Mi tese la mano e mi aiutò a salire in carrozza, poi disse al cocchiere di procedere.
    Stare con lui in un posto così stretto ed intimo mi metteva agitazione: la tensione sessuale tra noi era palpabile. Tanto che la vocina del mio subconscio si fece sentire. “Saltagli addosso! Tanto dopo sarai solo una guardia del corpo.” La voglia di ascoltarla era tanta, e pregai che non si accorgesse dell’effetto che mi faceva...
    Ma se ne accorse.
     
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    La mia vita da guardia del corpo
    Mi si avvicinò e mi accarezzò il collo, dandomi brividi lungo la schiena. “Dio…” Ero davvero tentata a lasciarmi andare, ma mi ripresi e mi girai di scatto. << La promessa… >>
    Mi zittì sia con lo sguardo, pieno di desiderio, che con un dito sulle labbra. << Sarai una guardia del corpo una volta arrivati a palazzo. >>
    “Dopodiché basta? Allora perché non concedersi?”
    Cominciò a baciarmi il collo, le labbra, i seni ancora ricoperti dal vestito; io non facevo altro che ansimare, aspettando qualcosa di più.
    Un qualcosa che arrivò: mi alzò il vestito e mi mise cavalcioni sopra di sé, sesso contro sesso. Mi abbassò lentamente, mantenendomi per il bacino, sentivo il suo pene entrare; le nostre labbra unite, le mie mani sulle sue spalle e la punta del suo pene completamente dentro di me.
    Bastava anche una piccola scossa e sarei stata sua…

    Ma ad interromperci fu la voce di una donna: sua madre.
    Mi aiutò a scendere e quando la vidi rimasi di stucco: avevo capito da chi avesse preso la bellezza; poteva fare invidia alla più bella delle sirene.
    Quando sentii che mi aveva scambiato per una Firelady, arrossì. Io Firelady? Ma scherziamo!?
    Fortuna che il Firelord mise in chiaro le cose, contrariando sua madre; il che mi fece chiedere il perché: cosa c’era di male nell’essere la guardia del corpo del Firelord? Che fosse per quello che mi disse il maestro Aang?

    Mi portò nella sua camera, dove venne assalito da una ragazza. << Mio Firelord, bentornato. >>
    “Chi è questa? E da dove le esce quel mio Firelord?” La odiai; per di più era praticamente nuda, visto che quel vestito non copriva nulla. Non la conoscevo, ma già mi stava antipatica, per non dire dove, forse le sarebbe piaciuto.
    << Tya, ti ringrazio. >>
    “Cos’è sto tono così gentile?” Mi fermai: ero gelosa. Gelosa marcia.
    Le sorrise, e io volevo uccidere entrambi. << Tya, lei è Lee, la mia guardia del corpo. Lee, lei è Tya, la mia ancella personale. >>
    “Se hai già compagnia, perché allora ci provi con me?”
    Ma feci finta di nulla, chinai leggermente il capo. << Bene, Lee. Questa è la stanza dove dormo, in questa stanza dorme Tya… >>
    “Come? Non dorme nel tuo letto?”
    << E in quest’altra starai tu. >>
    Mi bloccai, a dividere le due stanze c’era solo una misera porta, mentre tra la sua e quella di Tya c’era un’altra stanza. Non riuscii a trattenermi. << Praticamente è come se dormissi nella vostra stanza. >> Mi sentivo le guance in fiamme, per i miei pensieri impuri. Sì, perché la vocina nel mio subconscio mi dava tante idee assurde da attuare nella notte: come entrare di soppiatto e cavalcarlo selvaggiamente.
    Ero così presa da questi pensieri perversi, che non lo sentii mandare via quell’oca; ma mi vidi scaraventata contro il suo petto. “Cavoli…Quanto è sodo…” << La promessa… >> “Lucidità, Selene. Sii lucida… Non farti distrarre…” Ma era come pensare con un muro.
    Soprattutto dopo un bacio come quello.
    Rimasi quasi delusa che non andò oltre…

    La mattina dopo mi svegliai e feci subito un bel bagno, poi aspettai che il Firelord fosse pronto. Quando vidi uscire Oca dalla sua stanza, allegra… Troppo.
    Dopo poco venni raggiunta dal Firelord che mi regalò un sorriso senza pari: avrei ucciso chiunque per quel sorriso.
    Mi disse che avrei proseguito una specie di addestramento con una sua amica: Suki. Mi portò da lei e se ne andò.

    << Allora sei tu la famosa guardia del corpo. >>
    La guardai, era bella, ma tutto quel trucco la rendeva un mostro.
    << Famosa? >>
    << Si, tutto il palazzo non fa altro che parlare di quanto sia bella la sua guardia del corpo, tanto che in molti pensano che non sei una “vera” guardia del corpo. >>
    << Non ci vado a letto! >>
    Rise. << Non ti scaldare. Zuko fa questo effetto a moltissime ragazze; credo sia quell’aria da Firelord maledetto. >>
    << Magari è proprio il titolo di Firelord. >> Commentai acida.
    << Non credo. >> La guardai. << Quando era un principe esiliato ne ha conquistate di ragazze, anche se lui ha sempre avuto nel cuore Mai. >>
    << Come mai non c’è più? >> Mi morsi la lingua.
    << Se ne andò quasi dieci anni fa, dicendo che non sopportava più la situazione: Zuko le nascondeva alcune cose; ma lo faceva per proteggerla. >>
    << Ne è ancora innamorato…? >> Lo dissi con un tono strano, come se mi importasse più di quanto non davo a vedere.
    << A volte penso di si. Ma ultimamente l’ho visto cambiato: più sereno, tranquillo. >>
    << Che sia innamorato…? >> Il mio pensiero andò a quell’oca della sua ancella.
    << Credo di si. E vorrei tanto conoscere la ragazza che ha attuato questo cambiamento. >>
    << Perché? >>
    << Per dirle di non farlo soffrire, che può sembrare burbero e scorbutico, ma in realtà ha un cuore d’oro. >> Le brillarono gli occhi.
    << Ne sei innamorata? >>
    Scoppiò a ridere, e quando si fu calmata riprese. << No, assolutamente. Per mia sfortuna, mi sono innamorata di un ragazzo con qualche rotella fuori posto. >> Le brillarono ancora di più gli occhi. << Eccolo lì. >> Me lo indicò. << Sokka! Vieni un attimo! >>
    Il ragazzo ci raggiunse. Era alto e abbastanza muscoloso, con una faccia da schiaffi, ma simpatica.
    << Mio adorato pasticcino. >> Le si avvinghiò addosso peggio di un polpo, il che mi mise allegria: erano una coppia affiatata e comica.
    << Ti presento Lee, la guardia del corpo di Zuko. >>
    Mi squadrò e lanciò un fischio. << Però… E’ vero che sei davvero bella. Mi chiedo dove ti abbia trovata… >>
    << Sokka! >> Lo riprese, ma non per gelosia.
    << Suki, è la verità. Guardala! >> E mi spinse verso di lei, affinché mi guardasse meglio. << Ha tutto al posto giusto; è piccolina, insomma perfetta per quelle braccia muscolose; e dal suo sguardo si direbbe che ha un bel caratterino. >> Mi guardò. << Sicuramente gli farai perdere la testa. >>
    << Non è nelle mie intenzioni. >> “Eccome se lo è… Lo voglio solo per me.”
    << Adesso vai, ci disturbi. >>
    << Ma… Se mi hai chiamato tu. >>
    << Adesso però devi andare. Lee, deve essere addestrata sul lavoro di una guardia del corpo. A dopo, amore mio. >>
    Sokka per poco non svenne dopo la carezza sul viso. << A dopo, pasticcino mio. >> La baciò dolcemente, mi salutò e se ne andò.
    Così Suki prese a dirmi cosa dovevo fare nella veste di guardia del corpo.
     
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    Una comitiva spensierata
    << Poteva anche dirmelo che dovevo istruirti sulle sua abitudini. >>
    Sorrisi. Io e Suki avevamo passato l’intera mattinata a combattere, e dopo che aveva capito che ero perfettamente in grado di svolgere il mio lavoro, mi istruì sulle abitudini del Firelord.
    << Questo è tutto. Ah, dimenticavo una cosa importante. Zuko, ogni tanto, va da Aang per allenarsi, non sono mai riuscita a mettergli qualcuno alle calcagna, quindi credo che sarà lo stesso con te: probabilmente non ti permetterà di seguirlo. >>
    Annuì. << Suki, posso chiederti una cosa? >>
    << Certo. >>
    << Potresti insegnarmi lo stile di combattimento delle guerriere di Kyoshi? >>
    Le si illuminarono gli occhi. << Certo! >>

    La lasciai, ricordando le parole del Firelord. << Quando sono a palazzo sentiti libera di fare ciò che vuoi; quando uscirò, verrai con me. >>
    Quindi girovagai per il palazzo, curiosa.
    << Chi va là? >>
    Saltai. << Sono Lee, la guardia del corpo del Firelord. >>
    << Oh. Una ragazza. >> Era un uomo alto e muscoloso, gli occhi di un bel castano, così come i capelli e la barba. Aveva un sorriso rassicurante.
    << Piacere. Io sono Rufus. Un semplice soldato. >>
    Sorrisi. Quando vidi uno stuolo di persone ben vestite che correvano dietro a… Lui. << Perdonami, Rufus. Devo andare. >>
    << Buon lavoro, Lee. >>

    << Ti ho trovata. >>
    Mi girai e mi trovai di fronte un Firelord felice. << Come mai? >> “Perché mi cercava?”
    << Sto uscendo. Vado da Aang. >>
    “Allora voleva solo avvertirmi.” Rimasi ferma.
    << Sei stanca di essere una guardia del corpo? >> Alzai gli occhi a incontrare i suoi, e lui si avvicinò. << Vorresti stare nel mio letto? >>
    “Cavolo se è furbo e intelligente. Ci ha azzeccato!” Mi si imporporarono le guance di imbarazzo e di indignazione: cavoli, aveva fatto una promessa, ed ogni scusa era buona per scioglierla. << No! Suki mi ha detto che probabilmente non mi avreste fatto venire da Aang. >>
    Sorrise, e io mi sentii sciogliere. << Normalmente è così, i miei allenamenti con Aang sono uno svago che tengo solo per me; ma tu sei speciale. Cosa fai vieni o no? >>
    “Io speciale…?” Ero al settimo cielo. << Arrivo. >>
    Mi stava concedendo un grande onore.

    Quando arrivammo e vidi l’affiatamento tra quei tre, mi sentii di troppo.
    Rimasi a guardarli prepararsi per l’allenamento: ammirando il torso nudo e perfetto del Firelord. Non me ne resi conto, ma mi morsi il labbro inferiore. “Chissà com’è sentire quel petto scolpito sopra il mio corpo…” Non mi sfuggì il suo sorriso soddisfatto; ma Katara mi stava già trascinando altrove dicendomi di lasciarli soli.
    Così mi prodigai per aiutarla a preparare la cena.
    Katara era una donna di un pezzo, ma si vedeva che amava suo marito, così come si vedeva che Aang stravedeva per lei.
    << Adesso che Zuko non c’è, puoi dirmi la verità… >>
    << Ve lo assicuro… >>
    << Hey! Così mi fai sentire vecchia! Chiamami Katara e dammi del tu. >>
    Sorrisi. << Katara, ti assicuro che il Firelord non mi ha costretta. >> Abbassai la testa e arrossì al ricordo del giorno prima. << E venuto a casa, a parlare con i miei, e io ho accettato la sua proposta. >>
    La ragazza mi osservò attentamente. << Ti capisco. >>
    La guardai senza capire. << Di cosa parli? >>
    << Di Zuko. >> Ancora non capivo. << Lui ti piace. >>
    << Co- cosa dici?! >>
    << L’ho notato prima: non riuscivi a staccargli gli occhi di dosso. >>
    Arrossii. << Ti sbagli. >>
    Rise. << Ci sono passata anche io. Zuko mi piaceva, dieci anni fa. Ma lui aveva occhi solo per Mai. >> Abbassai lo sguardo delusa.
    “Non potrò mai essere nulla, se non un divertimento.”
    << Tuttavia, sei la prima ragazza che ha portato qui. >> La guardai stupita. << Sei speciale. >>
    << Lui mi ha detto la stessa cosa. >>
    << Allora credici. Però non hai risposto alla mia domanda. >>
    << E’ un bellissimo uomo, ma… >> Presi un respiro, arrossendo ricordando i suoi baci infuocati. << Nulla. Io sono una guardia del corpo e lui il mio Firelord. >>

    Sulla strada del ritorno a palazzo chiacchierammo.
    Avevo capito che la cotta di Katara era passata, ma la sua? << Quindi non rinunciate davvero mai ai vostri allenamenti con il maestro Aang… >>
    << No, e ad essere sincero il più delle volte lascio tutto e tutti e vengo qui. >>
    << E… >> “Come faccio…?” << Voi e Katara… >> “Dio che imbarazzo! Avanti! Sputa il rospo!” << Ecco… Non avete nessuna storia…? >>
    Sentii il suo fiato caldo sull’orecchio. << Perché? Sei gelosa? >>
    Mi girai di scatto, con le guance in fiamme. Non ero gelosa, non di Katara; ma volevo sapere se il suo cuore era davvero libero. << No, la mia è solo curiosità. >>
    Mi fece ancora quel sorriso ed io volevo diventare poltiglia. << Tempo fa tutti credevano che avessi una storia con lei; all’inizio anche Aang credette a queste voci, ma adesso… E’ diventato il nostro gioco. >>
    Tirai un sospiro di sollievo. << Ho capito. >> “Il suo cuore è libero.”

    Perché fa così?
    Le giornate trascorsero tra gli allenamenti-insegnamenti di Suki e delle meravigliose passeggiate con il Firelord.
    Durante quelle passeggiate non mi sentivo una guardia del corpo, ma una ragazza normale.

    Però il Firelord era inavvicinabile, e pensai di accettare la richiesta di amicizia di Rufus. In fondo era simpatico, affabile. Certo, leggermente vanitoso; ma credo che tutti gli uomini di queste terre lo siano.
    Ero in un piazzale del palazzo a parlare con Rufus. << Così sei una guardia del corpo. >>
    << Già. >> Sorrisi.
    << Un lavoro difficile per una donna, no? >>
    << Pensavo che il Firelord corresse più pericoli, invece è calma piatta. >>
    << Questo perché è un uomo che incute un certo timore. >> Mi guardò con troppa intensità. << Senti, ma… Oltre ad essere una guardia, sei anche… Come dire… >> Si grattò il capo.
    << La sua amante? >> Finii io. << No. >> “Anche se mi piacerebbe.”
    << Come mai? Cioè, non voglio dire che tu sia… Però è strano. Il Firelord non è il tipo che si lascia scappare una ragazza così bella, come te. >>
    Arrossii. << Grazie. Ma la decisione è mia. >>
    << Tua? >>
    << Lee! >>
    Il Firelord ci interruppe, facendo saltare entrambi. Aveva uno sguardo davvero strano. << Si, Firelord? >>
    << Ho voglia di fare una passeggiata. >>
    Quel tono autoritario mi diede alla testa: mai si era rivolto così a me, e non doveva cominciare adesso. Si, ero la sua guardia del corpo, ma cavolo! << Firelord, perdonate la mia arroganza, ma io e Rufus stavamo parlando… >>
    << Tuttavia, Rufus, ha da fare… >> Marcò sul nome dell’uomo, facendomi capire che era tremendamente geloso. << Non è così, Rufus? >>
    L’uomo mi guardò, dopo aver guardato il Firelord, con terrore. << E’ vero, avevo dimenticato che ero di ronda. Ciao, Lee. Buona giornata, Firelord. >>
    << Non ha nessuna ronda… >>
    << Ma tu gli stavi sorridendo… >>
    Avevo colto nel segno: era geloso. << Non sarete geloso? >>
    Me ne pentii subito, appena mi strinse contro di sé, mi prese il mento tra le dita e mi sussurrò sulle labbra. << Mantengo la promessa per un motivo, e non mi va per niente che tu ti avvicini a qualcun altro… >>
    Mi aspettavo che mi baciasse, e probabilmente gli stavo mendicando un bacio. << Vostra o di nessuno? >>
    Non sapevo se essere inferocita o lusingata. Ma lui dissipò i miei dubbi. << Esatto. >> Mi lasciò e si avviò.
    Lo seguii con un profondo odio. Il Firelord era un porco maschilista!


    Quando raggiungemmo la casa di Katara e il maestro Aang, il Firelord gli disse subito che aveva intenzione di andare su un’isola per riposarsi.
    Seguii la discussione, capendoci davvero poco.
    Ma quando vidi il bacio passionale tra Katara e suo marito arrossii. Lui non mi baciava da mesi, ma prima stava per farlo.
    Si allenarono, poi ritornammo a palazzo.

    Il giorno dopo lo vidi in un atrio abbastanza grande, si stava allenando con due spade: era un animale selvaggio e uno spettacolo incantevole. Maneggiava le spade con una maestria invidiabile: volevo imparare anche io.
    Poi feci caso che lo faceva per scaricare la tensione.

    Il giorno dopo ancora, decisi di chiedere al Firelord di insegnarmi l’arte delle spade.
    Così entrai nella sua stanza, come un tornado. << Firelord! >>
    Mi bloccai all’istante: lui era tra le cosce di Tya, che aveva un’aria compiaciuta.
    Stronza…
    In un secondo il mio viso deve aver preso una miriade di espressioni: dallo stupore, all’imbarazzo, alla gelosia.
    Stupore: perché non immaginavo di trovarlo così.
    Imbarazzo: perché vedere il suo corpo nudo, la linea della schiena che si univa a quella dei glutei, facendomi impazzire, mi imbarazzava, soprattutto ricordando quanto fosse sodo quel corpo.
    Gelosia: perché non sopportavo l’idea di saperlo tra le braccia di un’altra.
    Lui fece un sorrisino malizioso e vidi i suoi glutei continuare a spingere il suo sesso dentro Tya, che gridava come una cagna in calore. << Se non è urgente, Lee, va fuori. Come vedi sono impegnato. >>
    << Mi scusi, Firelord. >> Uscii e chiusi la porta.

    Scappai nel piazzale dove lo avevo visto allenarsi con le spade.
    Gelosia…
    La gelosia comportava anche il sentimento dell’amore…
    Ed io ne ero innamorata.
    Amavo il Firelord. Amavo il mio protetto.
    E mi si strinse il cuore, sapere che non poteva essere mio.
    Per la prima volta da quando sono nata, la mia scelta vacillava: avrei lasciato perdere la mia coda da sirena per lui?
    Probabilmente si…
     
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    Mi allena ancora
    Mi tolsi la divisa rimanendo con la fascia, che mi comprimeva il seno, e un paio di pantaloni, completamente aderenti alle mie gambe.
    Presi una spada e cominciai a menare fendenti contro un palo, che in quel momento aveva preso le sembianze di Tya.
    Sì, era lei la colpevole: il Firelord era un uomo, ed era normale si comportasse così; ma lei… Lei era una stronza!
    Ogni fendente andato a segno un urlo di frustrazione.
    Sì, frustrazione: dovevo essere io a stare con lui. Lui doveva stare tra le mie gambe!
    << Se non sai come usare la spada puoi solo farti male. >>
    La sua voce mi calmò: non mi era corso dietro, eppure mi calmai. << Questo è quello che dite voi. >>
    Dovevo stare attenta, perché in un combattimento mi avrebbe battuto. Mi si avvicinò da dietro e mi tolse l’arma dalle mani, aiutato dal fatto che mi aveva sorpresa.
    << Eri venuta per chiedermi di insegnarti? >>
    “Come cavolo…?” Poi nella mia testa rividi chiaramente l’immagine dei suoi glutei spingersi dentro Tya, ma non era Tya che stava prendendo: arrossii. << Vi avevo visto l’altro giorno, per caso. >> “Cambiamo discorso, che è meglio.” << Sono rimasta estasiata e mi sono chiesta se potevate insegnarmi. Non intendevo interrompere. >> “Quest’ultima frase te la potevi risparmiare, idiota!” Perché dovevo usare quel tono acido?
    << Per imparare non si usano le lame vere. >> Seguii la sua andatura marziale, fino a quando non sparì nel capanno dove avevo preso la spada, e lo vidi uscirne con due spade di legno.
    “Cos’è? Uno scherzo?”
    << Iniziamo con queste. >>
    “Si, è uno scherzo.” << Con dei giocattoli? >> Per tutta risposta mi menò un fendente sul sedere: mi fece male, ma il gesto era così intimo, che volevo morire. << Ahia! >>
    << Anche i giocattoli possono fare male. >> Perché sentivo una nota divertita?
    << Ma se tra qualche giorno dobbiamo partire… >>
    << Posso insegnarti anche sull’isola di Ember. >>
    << E il vostro riposo? >>
    << Questo per me E’ riposo. >>
    “Ma quanto può essere dolce?”
    << Avanti, questa è la prima posizione. >> Si mise in posa per farmi vedere, ed io cercai di imitarlo, come meglio potevo; ma non ero perfetta.
    Me lo trovai alle spalle: il corpo caldo, il fiato rovente contro l’orecchio e il collo, le braccia possenti lungo le mie…
    “Al diavolo l’allenamento!”
    Non riuscivo a fermare i brividi che percorrevano il mio corpo; involontariamente mi adagiai contro il suo petto, assaporandone il calore.
    << Lee… >>
    Mi riscossi. << Perdonatemi! Io… >> “Cosa mi invento?”
    << Forse hai speso troppe energie con fendenti inutili. Cominciamo domani, ok? >>
    Annuii, incapace di dire altro.

    Perché dovevamo andarci in mongolfiera?
    Tya se ne stava rintanata al sicuro, e io non le avrei dato la soddisfazione di vedermi impaurita.
    Ma quando il Firelord mi chiamò al suo fianco, facendomi vedere l’isola, rimasi incantata: il mare era di un blu meraviglioso, e l’isola si stagliava sopra di esso maestosa e fiera; con la sua parte cittadina e la sua parte selvaggia.
    << Benvenuta sull’isola di Ember. >>
    << Wow… >> Fu tutto ciò che mi uscì dalle labbra.

    Quando toccammo terra Toph se ne andò nell’entroterra e tutti gli altri a fare un giro in barca. Io volevo nuotare, ma avevo visto che il Firelord aspettava una mia mossa; così gli proposi di allenarmi ancora con la spada.
    Eravamo alla quinta posizione.
    << Combattiamo. >>
    Mi si gelò il sangue. << Già? >>
    << Di cosa hai paura, Lee. Combatteremo con queste spade, e faremo solo le posizioni che hai imparato fino ad ora. >>
    << Andateci piano, per favore. >>
    Sorrise e io mi liquefeci...

    La sera eravamo tutti nelle nostre stanze; ma dopo neanche dieci minuti, sentii i gemiti delle due coppie di sposi, così mi alzai e ne approfittai per fare quel bagno che non avevo fatto.
    Andai sulla spiaggia e mi spogliai della sottoveste, rimanendo completamente nuda. Mi tuffai in acqua e rimasi a galla per un po’.
    Quando venni raggiunta da una sirena.
    << Principessa Selene. >>
    << Atlanta. >> Mi si riempì il cuore di tristezza. << Come sta il regno? >>
    << Soccombe. Ma a quanto pare, Helios è sparito. >>
    << Mi starà cercando. >>
    << Credere ad una sciocca leggenda. >>
    << Lasciamolo perdere. >>
    << Come vi trovate in queste terre? >>
    Arrossii ripensando al mio Firelord. << Bene. >>
    << E siete arrossita. >>
    << E’ che… >>
    << Avete trovato un uomo con due gambe che vi affascina da morire. >>
    Cedetti. << Atlanta, dovresti vederlo. E’ così possente, fiero… Non ho mai visto nessuno come lui. >>
    << Gli cederete la vostra coda? >>
    << Se non ritorno per difendere il mio regno, credo proprio di si. Lo desidero, così come lui desidera me. >>
    La vidi irrigidirsi. << C’è qualcuno. Devo scappare. Alla prossima, principessa Selene. >>
    << Abbi cura di te, Atlanta. >>
    Riuscii a vedere il Firelord con la coda dell’occhio, ma feci finta di non vederlo. Solo che volevo vedere cosa avrebbe fatto se…
    Mi comportavo esattamente come avrebbe voluto mia madre: da perfetta sirena. Uscii dall’acqua e mi avvicinai a lui, e quando mi abbassai per raccogliere il telo feci finta di notarlo. << Voi? >> Mi coprii con le mani, anche se già gli avevo fatto vedere tutto: ogni angolo del mio corpo era nei suoi occhi; occhi febbrili ed eccitati.
    << Coprirsi è inutile: non solo ti ho guardata adesso , ma considerando le volte che ti ho guardata prima… >>
    << Con voi è sempre meglio coprirsi. L’ho capito a mie spese. >> Mi tirò giù, facendomi stendere sul telo. “Perché dovevo stuzzicarlo?”
    << Non mi sembra che la cosa ti sia mai dispiaciuta… >>
    “Oh no. Non mi è dispiaciuta per niente.” Ma lui stava varcando un limite: la promessa. << Primo: state rompendo la promessa; secondo: avete Tya, no? Non vedo perché dovrei sottostare ai vostri capricci. >>
    Perché dovevo dirlo? E perché dirlo con gelosia?
    << Tya è solo un ripiego… Quella che desidero sei solo tu… >>
    “Cavoli…”
    Mi stavo sciogliendo: lui mi desiderava e me lo aveva detto. Sentii le sue labbra e la sua lingua sul mio collo, volevo morire! Mi descrisse il contorno della mascella fino al mio orecchio. << Sono disposo a commettere qualsiasi follia per te… >>
    Gli uomini quando sono tremendamente eccitati dicono cose così, così volli metterlo alla prova. Ma dopo qualche tentativo, poiché i suoi baci e le sue mani mi rendevano difficoltoso pensare. Per non parlare quando sentii il suo dito sul mio clitoride. << Davvero qualsiasi? Anche uccidere l’Avatar? >>
    Senza smettere di baciarmi mi rispose. << Se è un tuo desiderio, si… >>
    Capii che non mentiva, che lo avrebbe fatto realmente. Così gli aprii le gambe, e lui mi appoggiò subito la sua punta contro, facendo una leggera forza: non era la prima volta che avevo la sua punta dentro di me, ma trovava comunque una certa resistenza. Ma era lento. Troppo.
    << Zuko… >> “Mi fai impazzire così! Prendimi! Voglio essere solo tua!” Spinse ancora; io mi girai verso il mare e mi irrigidii: vidi le sirene. Stavo dando spettacolo. E poi mi sentivo come se le stessi tradendo, come se stessi tradendo il mio popolo. << No! >> Riuscii a spingerlo via, sapendo che lo avevo colto di sorpresa. << Non posso concederti la mia verginità. Per me è troppo importante. >> Presi il telo la sottoveste e scappai a casa.
    Avevo già deciso che sarei rimasta una sirena per tutta la mia vita. E poi dovevo proteggere il mio regno, cosa potevano pensare i miei cittadini vedendomi con un uomo tra le cosce, mentre mi divertivo sulla spiaggia?
    “Perdonami, Firelord.”
    Sentii la guancia rigarsi di lacrime, probabilmente mi avrebbe odiata.
     
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    Devo dirgli la verità
    Quella sera non riuscii a dormire: avevo rimorsi di coscienza perché volevo dirgli chi ero davvero e poi ero tremendamente eccitata.

    La mattina dopo fu Katara a svegliarmi. << Lee, cosa ne dici di fare un bagno rilassante? >>
    << Non rimani con Aang? >>
    << Sicuramente sarà già saltato addosso a Zuko per combattere. >>
    Sorrisi e presi un vestito bianco. << Andiamo. >>

    Passammo per il piazzale principale, dove vidi il Firelord parlare con Aang: sentivo il suo sguardo di fuoco che mi percorreva il corpo.
    Dovevo assolutamente dirgli la verità.

    Eravamo solo ragazze, e ci stavamo divertendo da morire: ci schizzavamo, ci rincorrevamo sulla battigia e ci stendemmo a prendere il sole.
    << Sarà meglio che rientriamo, dobbiamo preparare il pranzo, altrimenti i guerrieri moriranno. >> Rise Katara.
    << Io li lascerei morire. >>
    << Toph. >> Suki la richiamò dolcemente.
    << Posso darvi una mano? >>
    Solo sentire la voce di Tya, mi dava fastidio. Perché cavolo l’aveva portata?
    << Katara… >> La chiamai in disparte, non volevo che quell’oca sentisse. << Potresti dire a Zuko che lo aspetto, lui sa dove, per parlargli di una cosa importante? >>
    << Lui sa dove…? >>
    Sorrisi. << Per favore. >>
    << Certo. >> Si girò e richiamò le ragazze.
    << E lei? >>
    “Oca.”
    << Lee, siccome non sa cucinare, rimane a fare un altro bagno. Andiamo. >>

    Andai nella conca dove la sera prima avevo fatto il bagno e stavo quasi per fare…
    Mi appoggiai ad uno scoglio con le mani giunte e poggiate sul mio grembo, il vestito era sceso sulla spalla, fin quasi a rivelare il seno.
    Dopo poco venni raggiunta dal Firelord. << Di cosa volevi parlarmi, Lee? >>
    Lo guardai, poi fissai il mare. “E’ il momento.” << Non ho dormito stanotte, pensando a quello che è successo… >>
    << Guarda un po’, una notte insonne passata separati… Peccato che non sia per lo stesso motivo. >> Lo disse con un tono amareggiato, così lo fulminai.
    << Non credere che io sia fatta di metallo. >> “Taci, idiota. Così gli hai detto che lo desideri.” << Certo non è il motivo principale, ma non ho dormito anche per quello. >>
    << E adesso vorresti rimediare? >>
    << Per niente. Ma ti devo una spiegazione. >> “Parliamo da pari a pari.”
    << Ascolto. >>
    << Lee non è il mio vero nome… >>
    << Lo avevo capito… >> Rimasi allibita. << Sai, avevo usato lo stesso nome quando volevo ricominciare una nuova vita a BaSing Se… >>
    “Quindi anche tu hai mentito.” << E non vengo dalla tribù dell’acqua; però vengo da un luogo dove l’acqua la fa da padrona. >> Presi una breve pausa e mi sedetti vicino a lui, sulla spiaggia. << Il mio regno si estende fino a qui: è il regno delle profondità marine. Siamo un popolo pacifico; il più delle volte veniamo protetti dalle sirene, che incantano gli uomini spingendoli ad annegare. E furono loro ad aiutarci a costruire le nostre città sottomarine. Devo chiederti scusa perché io e i miei genitori ci siamo, in un certo senso, insediati nel tuo regno, senza dirti nulla, senza presentarci. Ma la verità è che i miei genitori hanno deciso di scappare e io ho dovuto seguirli. >>
    << Scappare…? >>
    << Siamo in guerra. Mi era stato offerto un ultimatum, ma non ho voluto accettare; così i miei genitori mi hanno portata qui. Quando mi dissero che mi avrebbero iscritto all’Accademia ne sono stata felice: avrei imparato una nuova tecnica di combattimento. Ma quando mi dissero che mi avrebbe allenato il Firelord, capii il loro piano, e decisi di travestirmi… >>
    << Eri convinta che non ti avrei insegnato? >>
    “Ero convinta che mi avresti voluto nel tuo letto.” << Non lo avete fatto, comunque… >> “Volevo davvero che mi insegnassi…”
    << In quel mese che ti ho allenata, pensando fossi un ragazzo, non ho dormito la notte; proprio per lo stesso motivo della scorsa notte. >> Arrossii. << Continua… >> Ma prima che aprissi bocca lui mi domandò. << Sei la principessa di quel regno? >>
    “Che intuito.” << Si… Mia madre era una sirena e mio padre un semplice umano. Come figlia di coppia mista posso scegliere se appartenere ad una fazione o all’altra… >>
    << Ed ecco che entra in gioco la tua verginità… >>
    “Mi è stato a sentire…” << Già… Amo il mare; per me diventare umana e non poter più respirare sott’acqua è un’agonia… >> Ripensai alla sera prima. << Però non voglio che uccidiate l’Avatar… >>
    Mi sorrise con malizia e io desiderai mordergli quelle labbra. << Lo avevo capito… Ma davvero farei qualsiasi cosa per te… >>
    Arrossii. “E’ troppo dolce…”
    << Allora, qual è il tuo nome? >>
    << Mi chiamo Selene… >>
    Rise amareggiato. << Conosci la storia della luna e del sole? >>
    “Cosa c’entra?” << No. >>
    << Il sole era innamorato della luna, ma ogni volta rischiava di bruciarla. Gli dei furono clementi e gli permisero di incontrarsi due volte al giorno… >>
    << All’alba e al tramonto… >>
    << Esatto. E gli concessero il privilegio di stare insieme una vola ogni quattro anni… >>
    << L’eclissi… >> Lui annuì. << Ma cosa c’entra col mio nome? >>
    << Hai il nome della luna, mentre io rappresento il sole… Nonostante voglia stare con te, non posso… >>
    Mi si strinse il cuore.
    Fece per alzarsi, ma lo fermai. << Firelord! >> Si girò a guardarmi e io mi feci scivolare il vestito ai piedi; si bloccò e lo vidi deglutire più volte. << Farei qualsiasi cosa per il mio regno. Concedetemi il vostro aiuto, in cambio vi darò tutto quello che volete. >>
    << Tutto? >> Si umettò le labbra e io annuii. Mi saltò letteralmente addosso, ricoprendomi di baci. Era quello che volevo, ma qualcosa, ancora, mi bloccava. << Mi ecciti, ti desidero. >>
    “Anche io.”
    << Ma sei assente. Continuerò a trattenermi, fin quando non lo vorrai… Non ho intenzione di violentarti… >>
    Mi lasciò lì.
    Mi aveva rispettata, nonostante mi desiderasse così tanto.
    Dovevo scegliere e rimanere salda nella mia scelta.

    Ripensai a quel giorno per gli altri quattro giorni consecutivi, fino alla sera prima di partire.

    Avevo deciso…
     
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    La notte porta consiglio
    Quella sera non riuscivo a dormire, mi rigiravo nel letto senza riuscire a trovare una posizione; in più i gemiti delle due coppie non conciliavano certamente il sonno…
    Avevo un solo pensiero in testa: Zuko.
    Mi alzai e silenziosamente uscii dalla stanza; cercavo di essere il più silenziosa possibile, soprattutto mentre aprivo la porta: l’aprì ed entrai…
    Qualcuno mi afferrò per un polso e per il collo e mi sbatté alla porta: Zuko.
    << Cosa ci fai nella mia stanza? >> Mi sussurrò all’orecchio.
    Cosa ci facevo lì? Non riuscivo a dormire e lo volevo… Lo desideravo. << Volevo parlarvi… >> Sussurrai a mia volta.
    Mi guardò: ero completamente nuda, a cosa servivano i vestiti se ero venuta con una sola intenzione? << Hai caldo? >> La mano sul mio collo cominciò a scivolare giù, lentamente; le sue labbra sulla mia pelle.
    “Questa volta non mi tirerò indietro. Lui è mio.” << Anche… >>
    << Entrare a quest’ore nella stanza di un uomo… >> Mi sfiorò la pelle con le labbra. << Sai cosa significa? >>
    “Certo, altrimenti non sarei qui.” Annuii e deglutii.
    Mi baciò il collo, descrisse il contorno della mascella fino ad arrivare alle labbra, che divorò; la mano scese implacabile fino ad arrivare al seno destro, che prese completamente in mano plasmandolo, modellandolo, facendomi fuoriuscire il capezzolo, desideroso delle sue attenzioni; lo pizzicò leggermente, mentre io gemevo nella sua bocca; lasciò le labbra per scendere, lasciando una scia di baci, fino al capezzolo: lo baciò delicatamente, facendomi gemere, la mia pelle fremeva; diede qualche colpo di lingua; fece cerchi attorno al capezzolo; lo mise in bocca e cominciò a suggere delicatamente.
    La sua mano sinistra continuava a scendere, mentre la destra mi teneva il polso ancorato alla porta; arrivò tra le mie gambe e cominciò a fare cerchietti sul clitoride, quando aprii leggermente le gambe, infilò un dito dentro… Lo volevo…
    “Ti prego…” << Zuko… >> “Prendimi…”
    Mi buttò sul letto, guardandomi. Si posizionò tra le mie cosce; me le accarezzò entrambe, fino a fermarsi dietro alle ginocchia; me le afferrò e cominciò a spingersi dentro di me: lo sentivo entrare con una facilità impressionante. Lo desideravo così tanto?
    Lo sentivo arrivare al punto in cui avrei detto addio alla mia coda, quando sentimmo qualcuno bussare alla porta.
    “Se veniamo sempre interrotti, vuol dire che non è destino.” Uscii dalla finestra e ritornai nella mia stanza.

    La mattina dopo ebbi un “brusco” risveglio: sentivo che qualcuno mi accarezzava la pelle con fare seducente: il solco tra i seni, l’ombelico, il clitoride… Qualcuno mi infilò un dito dentro, deciso; nello stesso istante io aprii gli occhi e lui mi tappò la bocca.
    “Zuko?”
    Muoveva il dito frenetico, abbassandosi al mio orecchio. << Ti piace, non è così? >>
    “Si, mi piace…”
    << Immagina qualcosa di più grande che si muove alla stessa velocità… >>
    “Oh. Dio.” Piegai le gambe, per sentirlo meglio. Volevo di più. E lo volevo in quel preciso momento. “Ho creato un mostro…” Sfilò il dito velocemente e mi guardò mentre si leccava il medio. “Lo voglio tra le mie cosce, immediatamente!”
    Poi sussurrò. << Buongiorno, principessa… >> Lo vidi uscire e rientrare spalancandola, facendo baccano. L’oca sobbalzò. << Buongiorno! >>
    << Buongiorno, Firelord… >>
    “Oca. E’ inutile che provi a sedurlo, lui vuole me.”
    Lo vidi avvicinarsi a Toph e passare la mano sul suo braccio, senza toccarla; appena si mosse le tolse i batuffoli di cotone dalle orecchie e le sussurrò qualcosa, probabilmente un buongiorno.
    << Sei un rompiscatole, Zuko… >>
    << Lo so, ma abbiamo due ore per partire. >> Uscì e lo sentii fare baccano nel corridoio per svegliare tutti.
    Gliene dissero di tutti i colori, ma dopo due ore eravamo sulla mongolfiera diretti a casa.

    Quando arrivammo a palazzo, feci finta che quella sera non fosse successo nulla: non avrei perso la mia coda.
    Anche se desideravo ardentemente stare con lui… Nel suo letto… Nudi…
    “Quello sguardo era davvero eccitante. Si trattiene da troppo tempo e stava per esplodere.” Ed io non facevo altro che contribuire alla sua esplosione. “Esplodere… Che lo facesse tra le mie cosce…”
    Ero davanti allo specchio; ero cambiata: i tratti da sirena stavano sparendo. Quel continuo mordi e fuggi con il Firelord stava contribuendo a farmi diventare umana; mancava l’ultimo passo…
    E poi? Una volta che fossi diventata umana? Non avevo il coraggio di lasciare il mio regno, e lui sicuramente non avrebbe lasciato il suo…
    Dovevo resistere e lasciar correre, finita la guerra io sarei ritornata al mio regno e lo avrei dimenticato.

    Zuko era così impegnato. Appena ritornati doveva subito dare udienza.
    “Neanche il tempo di ritornare che non gli danno tregua… Il suo modo di regnare è completamente diverso dal nostro.”
    Amavo il mio popolo, ma non concedevamo udienze tutti i giorni, al contrario Zuko ascoltava tutti i giorni i suoi cittadini, e anche chi non faceva parte del suo regno.
    La mia ammirazione per lui cresceva sempre più. Così come il mio amore.
     
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    L'incubo continua
    Approfittando del fatto che il Firelord era in udienza, feci un giro per il palazzo.
    Nel piazzale incontrai Rufus. << Rufus! >>
    Si girò e appena mi vide fece un bel sorriso, poi chiese il permesso per potersi allontanare. << Ciao, Lee. Allora, com’è l’isola di Ember? >>
    << Fantastica! Così tranquilla… Ti dà la possibilità di riscoprire te stessa. >>
    << E’ il potere di quell’isola. >> Fece una pausa, poi riprese. << Senti, Lee… Tu sei impegnata? >>
    “Non dirmi che vuole propormi di uscire…” << No. >>
    << Allora… Pensavo… Magari un giorno di questi potremmo uscire insieme… Cosa ne pensi? >>
    Stavo per rispondergli quando sentii la voce del Firelord. << Lee! >>
    Appena Rufus lo vide, si mise sull’attenti e scappò. Ci credo che avesse paura, aveva uno sguardo… Sembrava che sprizzasse fuoco dagli occhi.
    << Cosa vi succede? >> Mi afferrò per un polso, lasciandomi i segni, e mi trascinò nella sua stanza. << Mi fai male! Lasciami! >> Mi buttò sul letto, mi montò sopra e mi strappò i vestiti. “E’ impazzito.” << Lasciami! >>
    << Mi hai detto tutto? >>
    “Ma cos…” << Di cosa parli? >>
    << Parla! >>
    << Ti ho detto tutto! >>
    << Sei stata promessa! >>
    “Ma…” << E da dove vi è uscito fuori? >> “Un attimo… Vuoi vedere che… Helios mi ha seguita fin qui?” << E’ qui… Mi ha seguita fin qui… >>
    << Ci sono cascato, sono stato al tuo gioco. Ora basta. Ti sei divertita abbastanza, alle mie spalle. >> Si alzò e lo vidi liberarsi il sesso: aveva intenzioni di violentarmi? Che fine aveva fatto quell’uomo che sull’isola di Ember mi aveva rispettata? Mi allargò le cosce.
    << No, aspetta! >>
    << Hai parlato abbastanza… >>
    << E’ la verità! Tutto quello che ti ho detto… >>
    << Mi dici che per te è importante la tua verginità, ma la verità è che devi sposarti… >>
    “No!” << No! Non è così… >> Mi sentii gli occhi pizzicare e le guance bagnate. << Venne nel mio regno come visitatore; quando se ne andò mi propose di seguirlo, di diventare sua moglie. Gli dissi di no. Dopo qualche mese mi diede un ultimatum: o sarei diventata sua moglie oppure avrebbe dichiarato guerra… >>
    << Non hai accettato… >>
    “Come potevo accettare?” Scossi la testa.
    << Cosa vuoi fare, adesso? >>
    Mi stava tendendo una mano? << Vi prego, Firelord, aiutatemi… >> A questo punto avrei accettato qualsiasi cosa per salvare il mio regno. Qualsiasi.
    << Ti aiuterò solo se rimarrai sempre qui a palazzo. >>
    Praticamente mi stava dicendo che sarei stata la sua concubina. << Come il mio Firelord desidera… >>
    Mi lasciò sola e uscì dalla stanza.
    Piansi: avevo salvato il mio regno, ma allo stesso tempo lo avevo perso.

    Passai il resto della giornata a prepararmi per quella sera: avrei detto addio alla mia coda, poiché il Firelord mi voleva.
    Vidi che degli inservienti avevano portato il mio letto nella sua stanza, e Tya era dietro di loro.
    Rimanemmo sole. << Sarai solo un passatempo per lui. >>
    << Gelosa? >>
    << E di cosa? Il Firelord mi ama, è pazzo di me. >>
    Sorrisi sarcastica. << Così pazzo che è venuto da me non so quante volte.>>
    << Perché sei bella, questo non posso negarlo. Ma non sei nulla. >>
    << Cosa te lo farebbe pensare? A quanto pare è il mio letto, quello. >> E indicai il letto che avevano appena portato.
    << Semplice: aspetto un figlio suo. >>
    Rimasi a bocca aperta: il Firelord aveva messo incinta Tya? E mi voleva come concubina? Avrei accettato anche questo per il mio regno?
    Si.

    Lasciai cadere la cosa e mi vestii: un vestito di organza, azzurro; le spalline erano formate da strisce di seta azzurra, intrecciate; una cinta di seta azzurra alla vita, i cui lembi erano abbastanza larghi da coprirmi la femminilità; al petto avevo uno spillone a forma di farfalla, le cui ali mi coprivano i seni, iridescenti.
    Mi sedetti sul letto e aspettai il suo rientro.

    Quando entrò si appoggiò alla porta e mi guardò. << Tra una settimana andrai con Sokka e Suki sull’isola di Ember; lì sarai al sicuro. >> Lo guardai e mi alzai: lentamente mi abbassavo la spallina; ma lui si avvicinò e mi fermò. << Non togliermi il privilegio di togliertelo. >> Mi baciò l’angolo della mascella fino ad arrivare alla spalla. Ma io pensavo alla discussione con Tya. << Cos’hai? >>
    << Nulla. >>
    << Ti stai offrendo tu. >>
    “Offrire? Avevo scelta?” << Tuttavia avete dato ordine di portare il mio letto qui. >>
    << Questo non vuol dire che ti ho fatta rimanere con quell’intento… >>
    “Ah no?” << Allora smettetela. >>
    Si fermò e mi guardò. << Cos’hai? >>
    << Non accetterò mai di essere la vostra concubina, soprattutto dopo… >> Non finii la frase: non riuscivo. Era più forte mi me.
    << Dopo… Cosa? >>
    << Tya. >>
    << Un nome dovrebbe dirmi qualcosa? >>
    “Fa finta di non capire?” << Mi ha detto che aspetta un figlio da voi. >>
    All’inizio era allibito, sorpreso; poi la sua espressione mutò, divenendo furiosa. << Cazzo! Questa… Tya! >>
    “Adesso l’ammazza. A quanto pare non sapeva nulla.”
    Tya fece il suo ingresso. << Si, mio Firelord. >> Mi guardò in cagnesco e io feci altrettanto: nonostante tutto ci tenevo a Zuko, e non glielo avrei lasciato, neanche se aspettava un bambino.
    << Quanti mesi? >>
    << Cosa, mio signore? >>
    “Fai finta di non capire, oca?”
    Mi guardò e capì. << Ah… Volevo darvi io stessa la notizia… >>
    “Ti stai arrampicando sugli specchi. Non sei incinta di lui! Che stronza!”
    << Tya, dovresti saperlo: i bugiardi non mi piacciono. >>
    << Non è una bugia, mio signore. >>
    << Mi costringi a cacciarti, a bandirti dal castello. >>
    << No, vi prego. Ho bisogno di questo lavoro. >>
    << Sarai pagata allo stesso modo, ma non servirai più me. Adesso sparisci dalla mia vista. >>
    Prima di sparire dietro la porta, mi fulminò. “Ti aspetto, oca. Non ho paura di te.” << Perché sei così sicuro che dice una bugia? >>
    << Perché è impossibile che lo sia. >>
    “Impossibile? Ma se l’ho visto con i miei occhi tra le sue cosce!” << Vi ho visti io stessa; non credo sia impossibile. >>
    Mi guardò, mi prese per un polso e mi sbatté ad una parete. << Hai visto l’atto, mentre la scopavo; non hai visto tutto. >>
    Lo guardai furiosa. “Stronzo!” << Fatto sta che stavate scopando. >>
    << Vuoi sapere la verità, perché sono così sicuro che menta? >> Non mi mossi, ma quel “gioco” mi stava eccitando parecchio. << Quando dovevo venire lo facevo in altri modi… >> Mi accarezzò il collo, scese al seno, che prese in mano: cercavo di rimanere impassibile, ma quel tocco mi stava eccitando troppo. << Le venivo tra le natiche o in bocca… >>
    “Fallo anche a me…”
    Le nostre labbra erano a pochi centimetri e mi baciò.
    Lo desideravo, desideravo che mi prendesse anche lì, su quella parete: desideravo sentirlo dentro di me, desideravo sentire i suoi gemiti all’orecchio, desideravo sentirmi sua…
    Ma non volevo essere la sua puttanella.
    << Lasciami! Non sono una delle tue puttanelle. >>
    Gli diedi una ginocchiata nel fianco e, appena libera, scappai.
    Questa volta c’era mancato davvero poco: non credo che al prossimo attacco avrei resistito.
     
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    L'incontro tra Helios, Zuko e Lee
    Dopo quello che successe feci in modo di andare a dormire prima di lui: un po’ mi spaventava, era cambiato. Come se temesse qualcosa.
    In quei giorni io continuavo ad allenarmi alla spada o con Suki.
    Dopo qualche giorno, però, il Firelord mi chiamò in udienza.
    << Il Signore del Fuoco vuole la sua guardia del corpo in sala udienze. Quanto prima. >>
    Capii: dovevo rimettere i miei panni da ragazzo; così fasciai i seni e misi l’armatura. Poi mi avviai.

    Dopo pochi minuti raggiunsi la sala. << Mi avete fatto chiamare, mio Firelord? >> Nel frattempo mi inchinai.
    << Quest’uomo voleva vedere che fossi realmente un ragazzo. >>
    “Quest’uomo?” Mi girai a guardarlo: Helios.
    << Come vedete, principe Helios, ha le caratteristiche da voi descritte, ma è un ragazzo. >>
    “Che gioco stai facendo, Zuko? Questo è pericoloso!”
    << Se mi permettete, Firelord, vorrei accertarmi che sia un ragazzo: i suoi lineamenti sono troppo delicati… >> Mi girò intorno: aveva capito perfettamente; conosceva le sirene e mi aveva guardata per bene, nel suo viaggio di “cortesia”. << Il suo profumo, i suoi capelli, i suoi occhi, le sue labbra, addirittura le sue natiche sono da donna… >>
    “Dannata armatura!” L’armatura lasciava scoperto il bacino.
    Giocò con una ciocca dei miei capelli, e io dovetti reprimere l’impulso di mettergli una spada alla gola.
    << Se si togliesse la cotta… >>
    “Maledetto!” Se mi fossi tolta la cotta si sarebbe capito che ero una ragazza: in quei mesi il mio seno era aumentato di una misura. Anche lui se n’era accorto, perché lo vidi agitarsi sul trono.
    << Posso assicurarvi che è un uomo. >> Fu lapidario.
    << Tuttavia, si dice che quest’uomo dorme nella vostra stanza; che addirittura provate attrazione per lui… >>
    “Anche qui hai pagato qualcuno?”
    << Voci. Dorme nella mia stanza perché è la mia guardia del corpo. >> Mostrava sangue freddo, quando non ne aveva. Sapevo che stava per esplodere.
    << Così giovane? >>
    Mi spazientii. << Adesso basta! Non vi permetto di parlare così del mio Firelord! >> Mi ostinavo a chiamarlo “mio”. << Vi posso assicurare che il Firelord va pazzo per le donne; il più delle volte sono costretto a rientrare a notte inoltrata per lasciargli la privacy con una donna. >> “Magari elogiando le sue doti di grande amatore, demorde.” Sperai.
    << Che calore. >> Mi si avvicinò, ma non mi sfuggii che Zuko stava stringendo i braccioli del trono. << Anche la lingua lunga è come la sua. >>
    Mi immobilizzai: cosa dovevo fare? << Puoi andare, Lee. >>
    “Grazie…” Mi stava salvando.
    Stavo per andare, quando quel bastardo mi afferrò per un polso. << Togliti la cotta. >>
    Quello era un ordine, che io non avrei ascoltato. << Io ascolto solo gli ordini del mio Firelord. >> Glielo sibilai: stavo perdendo la pazienza.
    << Interessante la cosa. Allora è vero! Il Firelord della Nazione del Fuoco ha perso la testa per un ragazzino! >>
    “Ora basta!” << Basta! Adesso basta con questo gioco. >> Mi tolsi la cotta e lasciai liberi i capelli. << Seguirmi fin qui. Accetta il fatto che non ti sposerò mai! >>
    << Sapevo che eri tu. Beh, allora ti lascio la scelta: vieni con me e io lascerò il tuo Firelord e i tuoi genitori; oppure rimani e i tuoi genitori muoiono e tu mi darai comunque la tua prima volta. >>
    A lui non interessava che lo sposassi o meno; da me voleva solo una cosa: la mia verginità.
    << Scordatelo! >>
    Lo vidi fare un movimento, ma Zuko lo afferrò per il collo, allontanandolo da me. << Toccala ancora e ti disintegro. >>
    << La scelta sta a lei. >>
    Lo lasciò spingendolo e facendolo cadere: forse Zuko era davvero più forte di Helios. << Ascoltami attentamente. La principessa Selene ha chiesto aiuto e asilo politico; ho appena firmato un accordo con lei: combatterò e riconquisterò il suo regno. TU, principe Helios, sei bandito, non solo dal palazzo e dalla Nazione, ma anche dal Regno della Terra e dalle Tribù dell’Acqua. Adesso ritornatene da dove sei venuto. >>
    Aveva detto un mucchio di palle, ma mi stava davvero proteggendo. Solo mi chiedevo per quale motivo.
    Possibile che mi desiderasse così tanto da coinvolgere altri popoli a combattere una guerra non sua?
    << E se vi proponessi un accordo? Potete averla, ma voglio la sua prima volta. >>
    “E’ pazzo!”
    Vidi i pugni del Firelord infuocarsi: si stava davvero incavolando. << Sparisci… >> Lo disse a detti stretti.
    << Comunque sai dove trovarmi quando hai deciso, principessa. >> Uscì e rimanemmo soli.

    Mi infuriai. << Avevate detto che i miei genitori erano al sicuro… >>
    << Dovevo dirti la verità e farti commettere qualche sciocchezza? >>
    “Sciocchezza?” << Sono i miei genitori. >>
    << Calmati. Adesso abbiamo una strategia… >>
    “Bene, si combatte.” << Non vado più sull’isola di Ember? >>
    << Non sperarci, Lee. Lì sarai al sicuro in qualsiasi caso. E non sarai informata di nulla. Lascerai tutto nelle mie mani. >>
    “Allo scuro di tutto? Non se ne parla!” << Non puoi farmi questo… >>
    << Si, invece. >>
    << Ma… >>
    << Allora facciamo così: nel mio letto, stasera, in cella o te ne stai tranquilla? >>
    In cella avrei fatto volentieri a meno. La scelta era il suo letto o starmene buona. Non so perché scelsi la seconda.Lo guardai furiosa: odiavo questi sporchi ricatti. << Ho capito. >>
    << Brava. Adesso dimmi perché si è fissato con la tua prima volta. >>
    << Tu perché sei fissato? >> Lo sapevo che gli interessavo perché ero vergine.
    << Non paragonarmi a lui! Non ti voglio per una sola notte! Ti desidero così tanto, che sto impazzendo. Mi sono trattenuto, mi trattengo tutt’ora dal saltarti addosso. Se ti volessi per una sola notte ti avrei già presa, non curandomi di quello che pensi o provi. Quindi non provarci. >>
    Distolsi lo sguardo. “Mi fai sentire uno schifo…” Quelle parole mi ferivano, perché mi faceva capire quanto mi desiderasse, ma non desiderava solo il mio corpo: desiderava ME.
    << Rispondi. >>
    << Per una leggenda che circola nelle nostre terre: se una principessa della stirpe sirenica concede la sua verginità, allora ottiene la vita eterna. Ma è solo una leggenda. >>
    << Ho capito. >>
    “Hai capito, eh? Adesso ne sei interessato anche tu?” << Adesso sei interessato anche tu? >>
    << Non mi interessa la vita eterna, e sinceramente non ci credo. Se si parla di sangue, allora sì, potrei crederci. >>
    Effettivamente aveva un cervello pensante nel verso giusto. << Adesso? >>
    << Continui a prepararti per il tuo viaggio all’isola di Ember, quando te ne sarai andata vedrò il da farsi. >>
    Mi voleva fuori dai piedi, in modo che non potessi sapere nulla.
    Non mi restò altro da fare che prepararmi.
     
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    Sull'isola di Ember
    Il giorno prima di partire feci un giro del castello, non sapendo se avrei fatto ritorno, volevo imprimermi ogni cosa di quel luogo così speciale per me.
    Fu facendo il giro che vidi Rufus.
    << Lee. >>
    Mi fermai, potevo spendere qualche parola per lui. << Ciao, Rufus. >>
    << Senti… Non mi va di fare pressioni… Però… Vedi… Non hai risposto alla mia domanda dell’altra volta, e vorrei sapere cosa ne pensi, se accetti… >>
    Oddio, si riferiva al fatto che mi aveva chiesto di uscire. Cosa dovevo rispondergli? Potevo anche accettare, in fondo ero ai ferri corti con il Firelord.
    << Rufus, mi fa piacere che tu abbia pensato a me in questi termini, ma vedi… Io sono innamorata di un altro… >>
    << Del Firelord? >>
    Rimasi solo per un secondo a bocca aperta: come aveva fatto? << Chi ti dice che sia lui? >>
    << Il fatto che state sempre insieme, che lui non ti molla un attimo. E’ molto possessivo nei tuoi confronti. >>
    << Ti sbagli. Sono la sua guardia del corpo e non posso innamorarmi di lui. >> Cercai di essere il più risoluta possibile.
    << Sarà. Ma se lui non ci fosse? >> Lo guardai perplessa. << Usciresti con me? Mi considereresti un corteggiatore? >>
    << Rufus… >>
    << Non so se sono innamorato di te, ma vedi… Mi piaci, e tantissimo. Ma mi rendo conto che non posso competere con il Firelord che ha tutto: potere, soldi e fascino. >>
    << Devo andare. Addio, Rufus? >>
    Me ne andai, lo sentii chiedere. << Addio? >>
    Già, sarei andata sull’isola di Ember e non sapevo se fossi tornata.

    Quella sera indossai il mio abito preferito, quello che avevo indossato quando il mio letto fu trasferito nella stanza del Firelord, quello di organza azzurra. Me ne stavo vicino alla finestra ammirando il panorama; il Firelord, che non avevo sentito arrivare, mi venne vicino e, abbassandomi la spallina, mi baciò il collo.
    << Questa è l’ultima sera… >> “Perché gli ho detto una cosa così sciocca? Cosa mi salta in mente?”
    << Sei malinconica? >> Continuò a baciarmi.
    Adoravo i suoi baci, ma non mi sarei concessa, tantomeno l’ultima sera, senza sapere se sarebbe uscito vittorioso da questa battaglia. << Basta. >> Mi allontanai: non volevo essere condannata ad essere per sempre un essere umano. << Non mi concederò mai. >>
    << Allora perché indossi quello? >> Mi indicò.
    Intendeva il mio vestito? Possibile che un semplice vestito gli facesse perdere la testa in quel modo? Lo guardai altezzosa. << Non posso indossare un vestito tipico della mia gente? >> Mi avviai al mio letto, mentre lui guardava fuori dalla finestra; mi tolsi il vestito, lasciandolo ai piedi del letto, e mi misi sotto le coperte. << Buonanotte, Firelord. >>
    << Buonanotte, Selene. >>
    Sì, quella era una rottura. Nonostante sapesse il mio vero nome, si era sempre ostinato a chiamarmi Lee; adesso, invece, no.

    La mattina dopo mi svegliai, ma il Firelord non c’era. Così mi vestii e raggiunsi l’entrata del palazzo, dove mi aspettavano Sokka e Suki, che si scambiavano dolci effusioni.
    << Sei arrivata. >>
    << Buongiorno. >> Sorrisi timida.
    << Possiamo andare? >>
    << Ma… Il Firelord? >>
    << Abbiamo già parlato con lui. Ci ha detto che dobbiamo tenerti allo scuro di tutto, ma ci terremo in contatto. >>
    Mi morsi il labbro. << Quando gli avete parlato? >>
    << Circa una mezz’ora fa. Perché? >>
    << Nulla. >> Zuko aveva parlato con loro, ma mi evitava. Perché? Volevo vederlo, abbracciarlo, baciarlo…
    << Andiamo, Appa ed Aang ci aspettano. >>
    << Verrà anche il maestro Aang? >>
    << No, lui ci accompagnerà solo. >>
    << Oh. >>

    A fine giornata eravamo sull’isola di Ember.
    Anche se volevo svagarmi, lasciai che Sokka e Suki stessero un po’ insieme.

    Passarono diversi giorni, dove sia Sokka che Suki, per non farmi sentire sola, mi insegnavano i loro stili di combattimento.
    Ma una sera, stanca di sentirli, andai sulla spiaggia, anche se mi era vietato: ordini diretti del Firelord.
    Me ne stavo seduta su uno scoglio, la luna non era ancora del tutto piena, i piedi ciondoloni nell’acqua rinfrescante e calma. Quando in lontananza vidi la testa di Atlanta spuntare dall’acqua.
    << Atlanta! >>
    << Principessa, qualcuno sta combattendo contro Helios. >>
    Arrossii. << Zuko, il Firelord della Nazione del Fuoco. >>
    << Si, ma Helios ha progettato un attentato. >>
    << Un attentato? Vuole far uccidere Zuko? >>
    << Si. >>
    << Da chi? >>
    << Da qualcuno che lo odia, della sua gente, tra i suoi soldati. >>
    Una sola persona mi venne in mente, e con lei le ultime parole che ci siamo scambiati: Rufus.
    Non ci pensai due volte: mi tuffai in acqua cercando di nuotare il più velocemente possibile; ma la luna non era piena, quindi non lo avrei raggiunto in tempo.
    Mi stavo stremando, quando all’improvviso cambiai: le mie gambe si unirono per prendere la forma della mia coda. Nonostante non fosse luna piena, ero riuscita a trasformarmi.
    Tanta era l’apprensione per il mio Firelord.
     
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    Sventando l'attentato
    Riuscii a raggiungere le terre al di là del mare in una sola notte, in tempo per salvarlo.
    Dall’acqua vidi Rufus che impugnava un piccolo pugnale, alle spalle di Zuko: balzai fuori dall’acqua e mi scagliai contro Rufus, che venne sbilanciato dal mio peso e cadde a terra.
    Zuko si girò. << Tu… >>
    << Dannazione, c’ero quasi! >>
    << Perché? >>
    << Per vendicare mio padre… Il comandante Zaho. >>
    Dall’espressione del Firelord capii che doveva essere stato qualcuno di “importante” del suo passato.
    << Zaho, non aveva figli. >>
    << Lo avete davanti! >>
    Stava riacquistando le forze, quindi lo tramortii con un colpo alla nuca, poi mi alzai, ormai la coda aveva lasciato il posto alle gambe; sentii le voci dei suoi uomini che lo chiamavano e lo vidi togliersi il kimono e gettarmelo. Voleva che lo indossassi e così feci. << Grazie… >> Lo sussurrò, ma io riuscii comunque a sentirlo.
    “Te lo dovevo. E poi se fossi morto, come avrei fatto senza di te?"
    << Firelord! >>
    << Cosa succede? >>
    << Lo avete tramortito. Perdonateci, Firelord, lo abbiamo saputo solo adesso e non siamo stati in grado di proteggerti. >>
    << Non preoccupatevi. >> Guardammo Rufus. << Rinchiudetelo. >> Poi si rivolse a me. << Andiamo. >> E lo seguii.

    Mi fece entrare nella sua stanza, con noi entrò anche un altro uomo. << Per favore, fate portare un vestito per la principessa Selene. >>
    << Subito, Firelord. >> E l’uomo uscii.
    << Come…? >>
    “Ed eccoci al momento della verità. Coraggio, Selene, sputa il rospo.” << Una sirena… A quanto pare Helios ha conquistato le nostre città, ma non ha sottomesso le sirene; una di loro è venuta all’isola di Ember dicendomi che il Firelord era in pericolo, che helios aveva pagato un uomo che vi odiava; così mi sono tuffata subito in acqua e sono venuta qui, il prima che ho potuto. >>
    << Per salvarmi… >>
    Abbassai la testa, ero a disagio. Molto. << Ve lo dovevo… >>
    << Firelord, i vestiti per la principessa. >>
    Lui li prese e me li porse. << Quando hai finito di vestirti, chiamami. >>
    Si girò, imboccando la via d’uscita. Perché stava uscendo? Perché non rimaneva? In fondo tra noi c’era stato molto di più. << Con tutte le volte che mi avete vista nuda? >>
    Si fermò e si voltò. << Ho rinunciato, Selene. Io non lascerò mai la Nazione e tu non lascerai il tuo regno. So rinunciare alle cose impossibili; e stare con te è impossibile. >> Poi sussurrò. << Proprio come la luna e il Sole… >>
    Si rigirò e si incamminò; lo bloccai, abbracciandolo. << Avete rinunciato così facilmente? >>
    << Devo. >> Si liberò dal mio abbraccio, senza voltarsi. << Cerca di sbrigarti, dovrò avvertire Sokka e Suki. >>
    “Come faccio…?” << Ti amo! >> La verità, era l’unica che contava in quel momento. Ed era proprio questa: io lo amavo.
    Si bloccò; poi si girò e mi guardò. Dopo avermi guardata negli occhi mi prese il mento e mi sfiorò le labbra con il pollice. << Voi sirene siete delle vere incantatrici. >>
    “Non mi crede…” Il mio mondo si stava sgretolando sotto i miei piedi. << Non mi credi. >> Scosse la testa, senza parlare. << Sei stato in grado di capire che Tya mentiva, e non capisci che non ti sto mentendo? >>
    << Non era difficile arrivare a quella conclusione, considerando i fatti. >> Mi sentii gli occhi pizzicare. << Vestiti adesso. >>
    << Ma… >>
    << Firelord, una lettera per voi. >>
    Uscì senza darmi il tempo di spiegargli nulla.
    Guardai il vestito, che avevo poggiato sulla branda: il vestito della mia gente, quello che lo faceva impazzire.
    “Forse, indossando questo, potrò avere una possibilità.”

    Quando finii lo richiamai dentro. << Firelord, puoi entrare! >> Entrò e si bloccò: quello era l’effetto del vestito. “Si, ho ancora una speranza.” << Tutto bene? >>
    << Si. >> Si sedette alla scrivania e lo vidi scrivere.
    << Era una lettera di Sokka e Suki? >>
    << Si. >>
    << Potete dirgli che mi dispiace di averli fatti preoccupare…? >>
    << Potrai dirglielo tu stessa. >>
    Era gelido. << Adesso basta! >> Avevo serrato i pugni e lo guardavo spazientita. Mi trovò così quando si girò a guardarmi. << Non puoi ignorarmi così! >>
    << Hai detto che una sirena ti ha avvertito del mio attentato. >> Lo guardai sorpresa: aveva sviato il discorso. Però annuii. << Come è potuto succedere, se Helios ha conquistato il tuo regno? >>
    Arguto, come sempre. << Ha conquistato le città, ma non il popolo delle sirene; loro sono libere e lo saranno sempre. >>
    << Possiamo contare su loro come alleati? >>
    Era troppo marziale. Dov’era finito il mio Firelord pieno di passione? << Credo di si… >>
    << Bene. >>
    << Firelord, la attendono nella tenda per una riunione straordinaria. >>
    << Arrivo. >>
    << Posso partecipare anche io? >>
    << Non vedo perché no, in fondo sono le sorti del tuo regno. >>
    Meno male che doveva stare allo scuro di tutto.

    Nella tenda c’erano i generali e i suoi amici: Katara, Aang e Toph.
    << Zuko… Cattive notizie: Helios sta attaccando. Un attacco di massa, devastante… >>
    << Cosa dobbiamo fare? >>
    << Se mi date un paio d’ore posso chiedere aiuto alle sirene… >>
    << Sirene? Permettete, signorina, ma questo non è un posto per voi. >> Venni interrotta da un generale spocchioso che già mi stava antipatico, senza neanche conoscerlo. Evidentemente non sapeva che il regno in questione era il mio, per questo la mia parola non contava nulla.
    Zuko picchiò i palmi sul tavolo, facendo trasalire tutti, alzandosi. << Silenzio! >> Ed uscì.
    << Zuko… >> Aang lo stava seguendo, ma lo fermai.
    << Per favore, lascia che vada io. >> Annuì e mi lasciò il passaggio libero.

    Lo raggiunsi che passeggiava sulla riva. << Zuko… >>
    << Non è il momento, Selene. >>
    Odiavo il suo modo di tenere le distanze, soprattutto sapendo che non lo voleva. << Voglio farti vedere una cosa. >> Mi guardò.
    Mi tolsi il vestito. << Smettila… >>
    << Sta zitto. >> “Idiota a cosa pensi?” Lo raggiunsi, lo oltrepassai e mi tuffai in acqua.
    Emersi e andai sulla riva. << E cosa dovrei vedere? Che sei una sirena? >>
    << E’ luna piena stasera. >>
    Alzò la testa. << E quindi? >>
    << Posso assumere questa forma solo con la luna piena. Quando mi sono messa in viaggio non lo era… In più la trasformazione avviene solo se mi bagno completamente, e ritorno umana solo se sono completamente asciutta… >>
    << Stai dicendo che hai rischiato di annegare solo per… Salvarmi…? >> Lo guardai negli occhi.
    “Lo hai capito, finalmente...”
    << Grazie… >>
    Posò le mani sulla mia coda, senza toccarla, e sentii un dolce calore: mi stava asciugando usando il suo dominio. Alzò gli occhi e i nostri sguardi si incatenarono; ci avvicinammo… Eravamo a pochi centimetri di distanza… Desideravo quel bacio…
    << Zuko! I soldati di Helios sono arrivati al campo, stanno facendo una strage! I soldati sono spariti e Aang sta combattendo! >>
    Katare era su Appa, che si abbassò di poco permettendoci di salire.
    << Helios dov’è? >>
    << Nel suo palazzo al sicuro! >>
    << Portami lì, e chiudiamo questa storia una vola per tutte! >>
    << Si! >>
    Si tolse il kimono e me lo appoggiò sulle spalle: avevo dimenticato di essere nuda. << Non puoi combattere contro di lui. >>
    << Voglio chiudere la cosa. >>
    << Ma… >>
    Mi zittì baciandomi; si staccò dopo qualche minuto, accarezzandomi il viso. << Non temere. >>
    << Siamo arriavti. >>
    << Bene; Katara, Toph, per favore prendetevi cura di Selene… Della mia piccola Lee. >> Stavo per piangere.
    << Tu torna intero! >>
    Annuì, mi baciò ancora una volta. << Ti amo, Lee. >> E saltò giù da Appa.

    “Idiota! Non lasciarmi…”


    Addio
    << Katara! Dobbiamo seguirlo! >>
    << Lee, il suo era un ordine! >>
    << Non mi interessa! Non lo lascio morire! >>
    << Non discutere! Se ti succedesse qualcosa, sai cosa mi farebbe? >>
    << Lasciami lì. >> Usai un tono autoritario, e visto che non mi stava a sentire, saltai dalla groppa di Appa e mi tuffai a mare. << L’hai voluto tu. >>

    Riuscii ad entrare nel castello di Helios, appena in tempo: Zuko era semisdraiato sul pavimento, in attesa del colpo di grazia.
    Non ci pensai due volte: mi fiondai sul nemico, disarmata.
    << Vedo che alla fine sei venuta da me, principessa. >>
    << Sarò tua a solo due condizioni. >>
    Ci alzammo, uno di fronte all’altro.
    << Sono tutt’orecchi, dolcezza. >>
    << Primo: lascerai in pace i mio regno, e che i miei genitori lo governino. Secondo: lascerai andare Zuko. >>
    Sapevo che comunque sarebbero andate le cose non l’avrei più rivisto, perché una volta che helios si sarà reso conto che la mia verginità non gli darà la vita eterna, mi ucciderà.
    << Guardie! Accompagnate il Firelord all’uscita. Alla fine ho vinto io. >> Poi si girò verso di me. << Andiamo nelle mie stanze. >>
    Mi mise una mano sul fianco destro, esortandomi a seguirlo; quando sentii la voce di Zuko: stava parlando digrignando i denti. << Lasciala subito. >>
    “E’ spaventoso.” Sì, ne avevo davvero paura.
    << Vuoi ancora combattere? Non vedi? Lei ha scelto. >> E mi esortò di nuovo a camminare.
    Sentii le guardie urlare e mi girai a guardare: alcuni di loro erano tizzoni ardenti; poi vidi che, con il suo dominio, formava delle fruste. Helios mi lasciò, o meglio, mi lanciò via, facendomi sbattere al suolo. Vidi le fruste di fiamme sparire, Zuko prese una spada e si scagliò contro il suo nemico: fu fulmineo.
    La testa di Helios rotolava per terra, gli occhi ancora spalancati per la sorpresa.
    Non riuscii a trattenere l’urlo di puro terrore che mi nacque dalla gola.
    Zuko era un mostro.

    Si ritirò dal mio regno, senza rivendicare nulla. Quando partii il mio cuore si riempì di tristezza.
    Passavo le giornate a guardare la superficie del mare, sperando di vederlo comparire.
    << Siete troppo pensierosa, principessa. >>
    << Atlanta. >> Le sorrisi. << E tu ti preoccupi troppo per me. >>
    << Mai abbastanza. Principessa, se vi manca perché non andate da lui? >>
    << E chi governerà al mio posto? >>
    << I vostri genitori saranno in grado di trovare qualcuno che sia degno del regno. Abbiate fiducia in loro. >>
    << Loro hanno abbandonato il regno una volta, chi mi assicura che non sceglieranno un altro codardo? >>
    << Semplice, perché noi sirene abbiamo deciso di eleggere, anche, il vostro sovrano. Dovrà essere qualcuno che stia bene anche a noi. Visto che abbiamo un’alleanza. >>
    Sorrisi. << Allora non ho il diritto di rimanere sul trono. >>
    << Vi sbagliate. Voi siete riuscita a liberare tutti noi. >> Mi guardò apprensiva. << Andate da lui. >>
    << Grazie, Atlanta. Non so cosa farei senza di te. >>
    << Siete brava anche senza di me, principessa. Addio. >>
    << Addio. >>
    Avrei voluto abbracciarla, ma io ero dentro il castello e lei fuori, libera, come ogni sirena.

    Così partii e raggiunsi l’isola di Ember.
    Non sapevo se l’avrei trovato lì o meno, ma sapevo che prima o poi ci sarebbe ritornato. Dovevo solo aspettare.
    Ma certamente non mi sarei mai aspettata di trovarlo sulla spiaggia.
    Il mio Firelord.
    Da oggi, per lui, sarei sempre stata solo Lee. Perché andando da lui, ho rinunciato al mio titolo regale di principessa, per essere una semplice guardia del corpo.
    Solo per lui.

    Dopo qualche mese ebbi la lieta notizia: aspettavo un figlio da lui.
    Quando glielo dissi vidi la felicità nei suoi occhi e ciò rese tremendamente felice anche me.
    Ci sposammo e vivemmo felici e contenti circondati dai nostri amici e dai nostri bambini.
    Lui aveva tutto quello che desiderava.
    Io avevo lui.
    E ciò mi bastava.


    Con questo capitolo, ho chiuso anche questa fic^.- Ho deciso non mettere i due capitoli del loro ritrovamento, poiché le emozioni sono praticamente uguali, non cambiano in niente^^
     
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