Passato nel futuro

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  1. MißSelene89
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    dominatore mediocre

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    L'ultimo Agni Kai del futuro

    Zaho P.O.V.
    Passò un anno e la principessa, oltre a stare nel mio letto, mi informava di ogni singola virgola facesse il principino. Fu così che seppi che la sua campagna elettorale era a favore del popolo, e che era la sua concubina a suggerirgli ciò che faceva piacere al popolo.
    Ricominciai ad esercitare il mio dominio e ad allenarmi: la battaglia della campagna elettorale non serviva a nulla, eravamo in una situazione di stallo; così decidemmo di disputarcela in un duello ai vecchi tempi. Un Agni Kai.
    Tuttavia lui non era più un ragazzino, ma un uomo; anche se avevo il mio aspetto sapevo che lui aveva avuto la vita passata e questa vita per allenarsi, per superarmi.

    Zuko P.O.V.
    Condurre una campagna elettorale era estenuante, ma almeno Selene mi aiutava in ogni modo possibile.
    Andavo alle cene con mia moglie, ma ogni sera tornavo dalla mia “amica” per stare con lei. Sapevo di fare un torto a Volumnia, ma non riuscivo e non volevo rinunciare alla mia Selene.
    Non approvava la mia idea di battermi in uno scontro frontale vecchio stile con Zaho. << Non siamo più nei vecchi tempi. >>
    << Tuttavia questo è l’unico modo che conosciamo. Selene, anche lui riceve aiuti per la sua campagna elettorale, tanto che siamo in una situazione di stallo; l’unica è quella di batterci. >> Mi avvicinai a lei e le presi il volto tra le mani. << Non ti chiedo nulla, se non di appoggiarmi. E con questo non voglio dire che devi assistere ai miei allenamenti, o guarire le mie ferite. Vorrei solo che mi fossi accanto. Ti chiedo troppo? >> Scosse la testa in segno di diniego. << Allora mi appoggerai? >> Annuì e la baciai.

    Selene P.O.V.
    Mi occupavo della campagna elettorale, solo perché vedevo che Zuko si trovava in difficoltà. Non che fossi ferrata in materia, ma al contrario di lui sono nata in questa epoca e so cosa fare e come muovermi. Tuttavia lui non mi lasciava tanto tempo per dedicarmi alla sua campagna elettorale e al resto, così gli feci assumere Paul: lui si occupava di tutto, dalle rassegne stampa agli appuntamenti; ma prima di dire tutto a Zuko, doveva dirlo a me.
    Fu così che venni a sapere che Volumnia si vedeva in gran segreto con il peggior nemico del marito, Zaho.
    << Falla seguire, cerca di capire cosa succede. >>
    E così fece.
    Scoprimmo che lei faceva da spia, oltre ad andarci a letto, come faceva a fare sesso con quell’essere non lo so. Reputai saggio no dire nulla a Zuko e appoggiarlo nella sua folle idea di un duello come nei suoi tempi, con la presenza di un pubblico molto vasto.
    Ebbe Paul l’idea. << Facciamolo in mondo visione, così tutti vedranno come andrà e l’esito. >> Zuko approvò l’idea e io non potetti far altro che assisterlo in ogni modo.

    Ero lunica ad assistere ai suoi allenamenti e ciò mi riempiva di orgoglio, mi faceva sentire speciale; gli facevo domande su domande, chiedendomi cosa sarebbe successo se avessi avuto anche io un dominio. Per un po’ mi fece eseguire le stesse sequenze, come se anche io possedessi il dominio.
    Inutile dire che il tutto era talmente eccitante, che finivamo sempre per fare l’amore all’aperto, per finire in camera da letto.

    Passarono così i giorni, fino ad arrivare alla sera prima dell’incontro.
    Lui era nella palestra dell’hotel ad allenarsi, mentre io rimasi sopra a parlare con Paul; quando finii scesi da lui. Lo trovai sudato che stava finendo delle sequenze, così mi misi in un angolo e aspettai che finisse, guardandolo incantata.
    Quando finì gli andai vicino, mentre si metteva sulle spalle un’asciugamani e si asciugava il volto; allungai una mano e gliela posai sulla spalla.
    << Selene… >>
    << Sei teso… Preoccupato per l’incontro di domani? >> Nel frattempo gli massaggiai le spalle.
    << Un po’… >>
    << Non sei sicuro di vincere? >>
    << Se dovesse vincere lui, dovrei farti sparire… Non posso lasciarti a lui. >>
    Gli girai intorno fino a quando non fummo l’uno di fronte all’altra. << Non credere che gli faccia fare ciò che vuole… >> Poggiandogli le mani sulle spalle, mi alzai sulle punte dei piedi e lo baciai.
    Lui ricambiò, poi si staccò. << Assolutamente… Non posso lasciarti a lui… >>
    E mi baciò con più forza e vigore.
    Fu il mio turno di staccarmi. << Fermo, almeno andiamo in camera… >>
    La sua bocca scese al mio collo. << Vuoi farmi attendere così tanto…? >>
    Sapeva che per me era difficile ragionare se mi baciava a quel modo. << Ma… Se ci vedessero…? >>
    Non so come, ma il mio capezzolo destro finì torturato dalla sua bocca, facendomi cacciare un urlo di eccitazione. << Lascia che vedano e godano… >>
    Sentii il tessuto dei miei slip cedere alla forza della sua passione, le dita che carezzavano la carne umida con possessività e lascivia, portandomi al massimo del piacere. << Non mi interessano che vedano… Ma… La tua immagine… >>
    << Non riesci neanche più a parlare… >> Il suo fiato caldo sul collo era il colpo di grazia.
    Eppure dovevo resistere…
    << Tua moglie… >>
    << Non mi importa nulla di lei. >>
    E mi penetrò, facendomi cacciare un urlo degno di nota; cominciò subito a spingere senza tarmi tregua, poggiandomi contro la parete. In poco tempo, la palestra risuonò dei nostri gemiti e dei nostri rumori.

    Il giorno dopo eravamo nell’arena, costruita apposta per l’occasione; negli spogliatoi vidi Volumnia baciarlo e provai un profonda rabbia, sapendo che quelle labbra avevano fatto altro con il nemico del marito, poi però si allontanò da lui e io mi avvicinai.
    << Teso? >> Gli regali un sorriso.
    << Come sempre prima di un incontro. >>
    Non riuscii a resistere: gli presi il volto tra le mani e lo baciai con passione. All’inizio rimase immobile, poi si alzò, mi abbracciò e ricambiò il bacio; a entrambi non importava più nulla di nulla.
    << Ti prego, torna indietro… >>
    << Non ho intenzione di farmi uccidere; né di uccidere quello. >> Lo guardai interrogativa; lui mi diede un bacio a fior di labbra e uno sul naso. << Vedrai. Lo hai detto tu: non siamo più nei vecchi tempi. >>
    Non ebbi il tempo di replicare che dovetti lasciarlo scendere nell’arena.

    Il combattimento cominciò, e fin da subito si capì che gli avversari si eguagliavano in forza e agilità. Zaho puntava a ferirlo gravemente, se non addirittura a ferirlo; mentre Zuko puntava sul ferirlo in modo che non potesse essere di impiccio.
    Ad un certo punto il Firelord decise di usare il dominio del fulmine, mettendo l’avversario in seria difficoltà. Dopo un’ora di scontro, l’arena vide vincitore Zuko, che venne acclamato da tutto il pubblico.
    << Ho vinto, Zaho. >>
    << Fortuna. >>
    Il Firelord si rivolse a tutto il pubblico.
    << A quanto pare sono di nuovo il Firelord… >> Tutti scoppiarono in urla di incitamento e in risate. << Come primo proclama, dichiaro che Zaho venga condannato ai lavori forzati, che gli scienziati trovino il modo di privarlo del dominio del fuoco che lo rende una persona pericolosa. >> Altre urla di giubilo. << Sono a conoscenza che nel mio staff c’è una spia… >> Tutti si zittirono, compresa io: chi lo aveva informato? << Capisco di aver sbagliato con te; ma davvero eri l’ultima persona he mi sarei aspettato mi tradisse. Come mio secondo proclama, dichiaro che il matrimonio con la principessa della Terra, Volumnia, termina qui. Per ultima cosa… >> Di nuovo si zittirono tutti, però capii che lui sapeva già da tempo della moglie. << Vi prego, lasciatemi un mese per riprendermi da questa fatica: mi sono allenato così tanto… >>
    Allorché dal pubblico si udirono le voci: non doveva preoccuparsi, poteva riposare tranquillamente…
    Insomma, non ero l’unica ad amarlo.

    Il suo mese di riposo lo trascorremmo nella piccola isola deserta, solo noi due. Appena tornammo Zuko sollevò il professor Smith dal suo incarico di presidente della CL e nominò me, persona inadatta, visto che non mi sentivo in grado di adempiere a quel lavoro; ma nonostante tutto lui mi rassicurò.
    Dopo qualche mese mi chiese di sposarlo, e fu l’officiante del matrimonio di Karla e Alan. Ci sposammo dopo un anno, Karla fu la mia testimone, ed aveva già un bel pancione: dopo un altro anno rimasi incinta di due gemelli: Katara e Aang.
    Insomma, quello che fu sempre un sogno, divenne realtà…
    Ed io non potevo essere tanto grata alla vita e così felice di vivere, come in quegli istanti.
     
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12 replies since 26/7/2014, 12:58   180 views
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