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Il patto Zaho P.O.V. Passò il mese e mi incontrai di nuovo con la principessa della Terra. << Allora, andiamo subito al sodo o prima vi offro qualcosa? >> << Tutta questa galanteria non vi si addice, comandante. Comunque non parlo mai di cose del genere senza mangiare e bere nel frattempo. >> Mi guardava con aria indispettita, così acconsentii e la lasciai ordinare. Quando il cameriere le portò la sua ordinazione mi rivolse la parola, dopo aver assaggiato il suo dolce e assaporarlo come se facesse sesso con quell’unico boccone. << Allora, che informazioni volete? >> << Come dirige la sua campagna elettorale e quali sono i suoi veri progetti. >> << I suoi progetti sono quelli che dice: vuole appoggiare la Cryogenic Life per scopi buoni; vuole un mondo migliore e quindi spazzare via le persone come te. >> Le sorrisi maligno. << Non dovreste alzare la cresta con me: sono pericoloso e poi sono un uomo. >> Le allungai una mano sotto il tavolo, accarezzando la coscia coperta dalla lunga gonna; lei spostò la gamba infastidita. O meglio, fingendo fastidio. << Non vi prendete certe libertà. Sono una donna sposata… >> << Che cospira contro il marito… >> Mi allungai sul tavolino. << Potete prendervi una piccola vendetta anche in questo modo. Ho notato come mangiate quel dolce: da quando tempo vostro marito non vi tocca? >> Deglutì e arrossì leggermente. << Usciamo e seguitemi nel mio appartamento: lì potremmo parlare liberamente. >>
La principessa aveva appena varcato la soglia del mio appartamento, così chiusi la porta a chiave. << Adesso possiamo parlare liberamente. >> Cominciai a spogliarmi, quei vestiti moderni mi davano fastidio. << Quale bisogno avete di spogliarvi, per parlare? >> << Ho caldo, sono a casa mia, e non ho intenzione di rimanere così a lungo… >> Detto ciò le mostrai la mia erezione; alla vista la principessa impallidì, ma continuava a guardare interessata. << Non fate la finta pudica. Avete più voglia di me di fare certe cose… >> Avevo colpito il bersaglio. << Adesso ditemi per filo e per segno quali sono le intenzioni di Zuko. >>
Selene P.O.V. << Come mai hai ancora il tuo dominio? >> Mi meravigliai che lui riuscisse ancora ad esercitare il suo dominio, però mi affascinava guardarlo. Mi si sedette affianco, asciugandosi il sudore e sembrandomi davvero molto maschio. Mi morsi la lingua perché, all’improvviso, non volevo più parlare, ma fare ben altro con la bocca e la lingua. << Già ai miei tempi il gene del dominio andava ad estinguersi, dovuto al fatto che i dominatori sposavano persone che non lo erano… >> << Quindi a lungo andare si è perso il gene del dominio… >> Ci pensai. << Sì, probabilmente è così. >> << Alla fine credo sia un bene. Non avevo intenzione di usare il mio dominio, ma devo farlo… Zaho lo si batte solo così. >> << Anche tu hai sposato una non dominatrice… L’amavi? >> << Amavo Mai e nostra figlia Izumi; ma ogni giorno mi rendevo conto che mi mancava qualcosa. >> << E la storia di Katara? >> Scoppiò a ridere. << Mi ossessionano da anni con questa storia. Ammiravo Katara, ma lei era persa per Aang. Quando rimanemmo solo noi due, e ti parlo di due vecchi che vanno in giro appoggiandosi ad un bastone, ho provato a vedere se tra noi c’era qualcosa. Ma mi resi conto che lei era quella sorella minore che non avevo mai avuto. >> << Immagino come devi esserti sentito, anche per la storia di Azula. >> Si rattristò e, io, mi morsi di nuovo la lingua. << Azula era ossessionata dall’amore di nostra madre; era convinta che lei non l’amasse. Alla fine nostra madre non amava nessuno dei due. >> Non resistetti più: mi lanciai contro di lui e lo abbracciai più forte che potei. << Perdonami. Non volevo farti rivangare il passato. >> Avevo il viso nell’incavo del suo collo e respiravo l’odore della sua pelle misto al sudore, un insieme che lo rendeva davvero appetibile. Mi prese il viso e mi baciò dolcemente. << Invece mi fa bene parlarne. >> Mi baciò con più decisione. << Adesso… Vuoi andare dentro o lo facciamo qui, sul portico? >> Arrossii e lui la prese come una risposta positiva: cominciò a baciarmi il collo, nel frattempo faceva scivolare le spalline del mio prendisole, scoprendo il mio corpo voglioso e voluttuoso. << Non sarebbe meglio entrare…? >> Erano bastati pochi baci per rendere la mia voce fioca. Si impossessò dei miei seni modellandoli dolcemente ma con forza. << Avresti dovuto dirlo prima. >> Mi alzò il prendisole sui fianchi e mi fece posizionare meglio sulla sua erezione, facendola entrare tutta dentro di me. Inarcai la schiena, gettando la testa all’indietro, mentre lui mi afferrava i capelli sulla nuca accompagnando i miei movimenti e spingendosi a ritmo dentro di me. << Adesso devi solo godere… >>
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