|
|
Un matrimonio salta e uno si celebra Selene P.O.V. Ritornai a casa completamente distrutta. << Piccola… Dio, cos’hai? >> << Alan… >> Mi buttai tra le sue braccia e ricominciai a piangere. << Calmati, piccola… >> Mi accarezzava la testa dolcemente, mentre mi portava al divano per sederci. << Cos’è successo? >> << Alan, perdonami… >> << Calmati… >> Continuai a piangere, e mi addormentai cullata dalle sue braccia.
Quando mi svegliai lui era in cucina che preparava la colazione, mentre io ero nel letto, ancora vestita. Lo raggiunsi. << Cosa c’entra Zuko? >> Mi pietrificai. << Ieri è venuto a chiedermi dei vestiti, così ho pensato fosse successo qualcosa. Dimmi che lui non c’entra nulla, altrimenti vado a spaccargli la faccia. >> << Alan, calmati e siediti. >> Si sedette. << Stavo per essere violentata, e Zuko mi ha salvata, portandomi nell’hotel dove alloggia. >> << Allora devo ringraziarlo. >> Mi prese le mani, dolcemente. << Sei pronta? >> Si riferiva al matrimonio. << Alan… Non posso sposarti… >> Sul suo volto passarono la sorpresa, la paura e l’ilarità. << Che bello scherzo! >> << Dico sul serio… Da quando ho riportato Zuko tra noi… >> Presi un bel respiro. << Ne sono innamorata… >> Adesso era incazzato nero. << Cosa stavi dicendo? >> << Quello che ho detto. >> << Ci sei stata a letto fino ad ora? Bravi! E lui che faceva l’amico, certo! Stava tra le tue cosce! >> << Alan! Calmati. >> << Un corno! Sono tre anni che aspetto questo, e tu te ne esci che ti sei innamorata della tua scappatella? >> Non risposi. << Prendi le tue cose e vattene. >> Mi alzai e cominciai a preparare i bagagli.
<< Arrivo! >> Karla aprì la porta, completamente nuda. << Selene?! >> << Ti disturbo? >> << Entra. >> << Hai ancora un posto in più? >> << Tu, sparisci! >> Si rivolse alla nuova fiamma, diversa dalla sera di gala, e poi mi fece sedere sul divano portandomi una buona tazza di thè caldo. << Avanti… >> Le raccontai tutto e lei mi ospitò.
<< Sei una grande! Sapevo che non potevi non averci fatto nulla! >> << Karla, ho mandato un matrimonio a rotoli… >> << Ma ti sei scopata il Firelord. >> Mi fece l’occhiolino. << Ma comunque lui sta per sposarsi. >> << Quella è una copertura. Dicevo che era strano: la guarda distaccato, mentre con te… Selene, ti mangiava con gli occhi! >>
Passarono mesi e Zuko si sposò con la principessa. Io ritornai alla CL e scoprii che Zaho era sparito. Erano passati due giorni dal matrimonio del Firelord, io me ne stavo nel mio laboratorio. << Posso? >> Karla bussò ed entrò. << Cosa succede? >> << Devi andare in sala caldaie. >> << Karla, mi hai combinato un altro incontro? >> Da quando mi ero trasferita da lei, non faceva altro che combinarmi appuntamenti. << No. Ma sono tutti impegnati, e poi tocca a te controllare le cose. >> Sospirai. << D’accordo. >> E mi avviai in sala caldaie.
Zuko P.O.V. Anche se non la vidi più, appresi dai telegiornali che alla fine non aveva più sposato quell’imbecille: allora perché non veniva da me? Dovetti mantenere la promessa e sposai Volumnia: durante la luna di miele non feci altro che pensare a Selene.
Dopo qualche giorno dal matrimonio non riuscii più a resistere: sapevo che Zaho si era nascosto da qualche parte, studiandomi; andai alla CL, solo per lei. << Firelord! >> << Karla…? >> << Si ricorda del mio nome? >> << Non solo. Ho bisogno del tuo aiuto. >> Si fece attenta. << So della stanza nelle caldaie. >> Arrossì. << Portami lì e poi fai in modo che ci venga anche Selene, senza dirle che l’aspetto. >> Annuì.
Entrai nella stanza: c’era un letto con la testiera e il poggiapiedi di ferro, lenzuola candide e profumate, armadi e cassetti. Dopo una mezz’oretta la porta si aprì, e vidi la sua figura nella luce.
<< Tu… >> Fece per andarsene, ma la bloccai trattenendola per un polso, la girai e la bloccai alla porta, avventandomi sul suo collo. << Sei sposato… >> Le baciai il collo assaporando il suo odore, il suo sapore. << Non ce la faccio più… Devo averti… >> << Zu… >> I suoi gemiti… Mi erano mancati… Risalii il collo, la mascella, il mento; fino ad arrivare alle sue labbra. << Ti voglio… >> Le mani corsero ai bottoni del suo camice, la volevo completamente nuda. Le sue mani mi accarezzarono il petto, possessive. << Mio Firelord… >> Sorrisi con le labbra sul suo collo. << Si, tuo… >> Mi afferrò per la cravatta, mi baciò e cominciò a slegarla. << Legami… >> Si allontanò, con la cravatta in una mano, e si sedette sul letto; si stese e unì i polsi sopra la testiera. Sorrisi, la raggiunsi e la legai: non l’avrei più lasciata. Finii di spogliarmi, e mi dedicai solo a lei. Ai suoi seni, alla sua pelle… Mi infilai tra le sue cosce e cominciai a pompare. Quella situazione mi eccitava parecchio.
|
|