Passato nel futuro

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  1. MißSelene89
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    dominatore mediocre

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    La mia vita sta andando a rotoli
    Zaho P.O.V.
    E così mi ritrovo in un epoca lontana. E apprendo che il signore del fuoco Ozai è caduto per mano dell’Avatar, che quel moccioso, Zuko, divenne signore del fuoco, amato tanto da fargli una statua.
    Ma adesso ci sono io e lui no.
    In un’epoca dove i vari domini sono andati persi, ma a quanto pare il mio dominio no.
    In un’epoca dove le donne hanno ruoli importanti.
    In un’epoca dove sono tutti deboli e posso comandarli con il pugno di ferro.

    << Salve. >>
    Un uomo è entrato nella stanza: basso, tarchiato. << Cosa vuoi? >>
    Sorrise. << Io sono il professor Smith, colui che ti ha riportato tra noi. Colui al quale devi obbedienza. >>
    Lo afferrai per il collo. << Io non prendo ordini da nessuno. >> Lessi la paura nei suoi occhi e me la gustai. << Adesso rispondi alle mie domande. Cosa ci faccio qui? >>
    << Sei qui per dare una lezione al Firelord Zuko. >>
    << E’ anche lui qui? >>
    << Si. Ma ha un punto debole. >>
    << Parla. >>
    << Una donna. >> Sorrisi e strinsi. << Aspett… >> Allentai un po’. << Io posso aiutarti, ma risparmiami la vita. >>
    << Professore, è qui? >>
    Conoscevo questa voce, ma la riconobbi solo quando aprì la porta ed entrò: lunghi capelli neri dai riflessi blu e ciocche fucsia, occhi blu e un bel fisico.
    << Signorina Selene… >>
    L’occhiataccia che mi regalò, mi intrigò parecchio: aveva fegato da vendere la ragazzina.
    << Sono venuta a dirle che da domani non vengo. >>
    << Giusto i preparativi per il matrimonio. >>
    << Esatto. Arrivederci, professore. >>
    << Arrivederci, signorina. >>
    << Donna! >> Si fermò, ma vidi che stringeva i pugni. << Rimani. >> Mi rivolsi al mio nuovo “amico”. << Noi ci vediamo domani. >>
    << S-si… >> Appena libero scappò.
    Lei fece per imboccare la porta, ma la fermai. << Ho bisogno di una donna. >>
    << Esci. Ne troverai a bizzeffe. >>
    L’afferrai. << Ma io voglio te. >> Le aprii il camice e rimasi sorpreso: che razza di indumenti aveva? Vidi la sua mano alzarsi per darmi uno schiaffo e la bloccai. << Non ci provare. >>
    Afferrai quella specie di gabbia e la tirai giù violentemente, così feci con il pezzo di stoffa che la copriva tra le gambe.
    << Lasciami! Maledetto maiale! >>
    Le misi una mano sulla bocca. << Non mi piace sentire le ragazze piangere mentre le scopo. >>
    Le palpai il seno voluminoso e sodo. Ma lei doveva graffiarmi e farmi incazzare; così le strappai quel velo che le copriva la gamba destra e le legai i polsi.
    << Lasciami! >> Le alzai le gambe, pronto a prenderla e vidi le lacrime affacciarsi. << Zuko… >>
    Mi bloccai. << Lo conosci… >> Poi capii. << Sei tu la sua debolezza. La sua donna. >> Scoppiai a ridere. << Allora sarà un vero piacere prenderti prima del tuo matrimonio. >>
    Mi stavo avventando sulla ragazza, quando qualcuno mi fece volare dall’altro lato della stanza.
    Tossii sangue e mi alzai: Zuko. Non più un ragazzino, ma un uomo; negli occhi aveva la stessa furia omicida di Ozai; suo degno figlio.
    << Sei la sua copia sputata. >>
    << Sono pur sempre suo figlio. >>
    La ragazza si rannicchiò contro la sua schiena, coprendosi; lui si tolse quella specie di kimono e glielo porse.
    << Grazie… >> Un flebile, eccitante, sussurro.
    << E così hai trovato la tua donna. >>
    << Tieni le tue luride zampe giù da lei. >>
    Sorrisi: finalmente era un degno avversario. << Finalmente. E adesso non c’è neanche Iroh, che può frenarti. Sarà un scontro interessante. >>
    << Sta lontano da lei, e non ci sarà nessuno scontro. >>
    << Sai che non lo farò mai. Soprattutto adesso che conosco la tua più grande debolezza. >>
    La spinse via ed uscì. << Sei stato avvertito, Zaho. >>
    Mi sarei divertito parecchio.

    Zuko P.O.V.
    Qualche giorno dopo andai alla CL, dovevo accertarmi che lui fosse davvero tra noi.
    E arrivato lì sentii la voce della mia gattina: quel porco le stava mettendo le mani addosso. Corsi fino a raggiungere la stanza e la trovai con i polsi legati e quel porco che stava per prenderla.
    Non ci vidi più: la voglia di incenerirlo era forte, ma avrei fatto saltare in aria il palazzo, quindi mi calmai. Se quello si può chiamare “calma”.

    La portai fuori, all’hotel dove abitavo.
    << Per favore, datemi un’altra stanza. >>
    << Certo, Firelord. >>
    Portai Selene in quella stanza. << Perché sei venuto… >>
    << Non potevo lasciare che Zaho ti facesse del male. >>
    << Gli hai fatto capire che sono importante per te. >>
    << Lo sei, Selene. >>
    << Mi faccio un bagno caldo. >>
    << Si, ti farò portare dei vestiti. >>
    Seguii la sua figura fino a quando non sparì dietro la porta del bagno.
    “Se la tocchi di nuovo , me la pagherai davvero cara, Zaho.”
    Questo era l’ultimo scontro, quello che non c’era mai stato tra noi.

    Selene P.O.V.
    Quando vidi la schiena muscolosa di Zuko mi risollevai: avevo avuto davvero paura. Per la prima volta in vita mia. Quell’uomo era spaventoso.
    Mi rannicchiai contro la sua schiena, assaporando il, dolce e familiare, calore che emanava. Si tolse la camicia e me la passò, così potevo coprirmi da quegli occhi orribili.

    Mi portò nell’hotel dove alloggiava e mi fece prendere una stanza: gli ero grata, e volevo saltargli al collo, ma lui stava per sposarsi, proprio come me. Così andai a fare un bagno caldo.

    Nella vasca l’acqua calda mi cullava, calmandomi.
    << Perché ho chiamato lui? In fondo sto per sposare Alan… >>
    Non era stato lui a fargli capire che ero la sua debolezza, ma io: sussurrando il nome di Zuko glielo avevo fatto capire… Speravo che venisse a salvarmi, che mi stringesse tra le sue braccia possenti, che mi baciasse… Sussurrai il suo nome con puro terrore, terrore di quello che avrebbe potuto farmi.
    Sentii bussare alla porta. << Avanti. >>
    Entrò. << Sono venuto a portarti le asciugamani. >>
    Fece per uscire, ma lo bloccai. << Vuoi fare il bagno con me? >>
    Non si girò, ma capii che doveva costargli un grosso sforzo. << Lo hai detto tu, tra noi è finita. Se entro in quella vasca… >>
    << Lascerò Alan… >>
    Si girò a guardarmi: non speravo che lui lasciasse la principessa della Terra; ma io non potevo stare più con Alan se pensavo a lui.
    << Lo fai per…? >>
    << Anche per te. Ma non pretendo nulla, in fondo sei il Firelord… >>
    Si grattò il mento. << Credimi: ho voglia di prenderti, tanta voglia; ma è meglio se stiamo lontani. Non voglio metterti in pericolo… >> Cominciai a singhiozzare. << Selene… E’ meglio per entrambi… >>
    << Lo capisco… Adesso, per favore… Lasciami sola… >>
    Uscì e io cominciai a piangere come una bambina disperata: la mia vita stava andando a rotoli…
     
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