Passato nel futuro

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  1. MißSelene89
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    dominatore mediocre

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    Rompere la routine (parte 3)
    Zuko P.O.V.
    Cominciai ad accarezzarle il collo. << Lasciami andare… >> Scossi la testa.
    << Credevi che quella alla CL sarebbe stata l’ultima? >> Arrivai alla scollatura, e le accarezzai il solco tra i seni. << Io voglio ancora divertirmi con te. >>
    << Peccato che io non lo voglia. Soprattutto con Alan di là. >> Faceva la dura, ma sapevo che era bagnata fradicia.
    Infatti, senza che se lo aspettasse, le infilai la mano tra le cosce a saggiare il tessuto degli slip: avevo ragione. << Non vuoi, eh? >> Le infilai una mano dentro, impastandomi le dita dei suoi umori. << E questo allora? >>
    Cambiò immediatamente espressione. << Non farmi urlare. >>
    Sorrisi e la spogliai in pochissimi secondi. << Ma a me piace sentirti urlare… >>
    Le divorai ogni centimetro di pelle. << Non voglio che Alan senta… >>
    << Allora facciamo un patto: per tutta la settimana, quando Alan andrà a dormire, tu verrai da me, e ritornerai nella tua stanza un paio d’ore prima dell’alba. Ed io non ti farò urlare. >>
    Non la feci neanche rispondere: le alzai le cosce sui miei fianchi e la penetrai.

    Danzammo tutta la notte, e un paio d’ore prima dell’alba la lasciai andare.

    Selene P.O.V.
    Alla fine non ero stata costretta; il Firelord mi faceva impazzire, punto. Sarebbe durato solo una settimana, la mia scappatella prima di sposarmi.

    Ripresi la mia routine: sveglia cinque minuti prima che suonasse la sveglia, doccia, sveltina con Alan.
    Ma quella mattina voleva anche parlare, mentre facevamo sesso.
    << Senti, ma è normale? Ieri sera non ha spiccicato parola. >>
    << E di cosa doveva parlare? Non conosce la nostra epoca. >> Mi meravigliai che Alan non avesse capito chi era. << Per questo rimarrà qui l’intera settimana: devo insegnargli tutto. >>
    Mi scappò un gemito. << Compreso scopare? >>
    Mi irrigidii leggermente. “Che abbia sentito qualcosa?” << Cosa dici? >>

    Quando finimmo uscii dal bagno e mi diressi in camera. Ero avvolta nel telo, i capelli bagnati che cercavo di asciugare con un asciugamani; quando lo vidi: era nella cornice della porta, con la spalla sinistra appoggiata allo stipide, caricando tutto il peso del suo corpo; il petto nudo, con indosso un misero asciugamani.
    Mi morsi un labbro e lui sorrise; poi se ne andò.

    Una volta vestita, con il mio solito intimo, di una maglia extralarge e un paio di pantaloncini sgambati, andai in cucina a preparare la colazione.
    Non lo sentii arrivare, ma capii che era lui dal calore che emanava dalle mani: mi si avvicinò da dietro, poggiandomi il suo sesso eretto sul culo, dandomi brividi e scosse in tutto il corpo, con una mano entrò sotto la maglia a cercare il mio seno sinistro, mentre l’altra si intrufolò nei miei pantaloncini e nelle mie mutande, massaggiando delicatamente il clitoride.
    Cominciai ad ansimare, quando sentii il vocione di Alan.
    << Cavolo, perché non riesco mai a vederti mentre ti vesti? >>
    Lui si staccò, facendomi vedere che si leccava le dita, io mi morsi il labbro inferiore, mentre lui se la rideva; quando Alan entrò in cucina e lo vide che si leccava le dita e che io lo guardavo chiese cosa fosse successo.
    << Ho assaggiato il succo che ha preparato. >>
    “Furbo, intelligente, scaltro, sveglio e dannatamente eccitante.”
    << Mi meraviglio che non ti abbia ancora preso a padellate, se lo faccio io scatta subito. >> Alan rise.
    << Credo stia per farlo. >> Si allontanò da me, dandomi il tempo di riprendermi. <>
    Parlarono come se fossero amici da tanto. Ebbi l’impressione che Zuko, adesso che aveva quello che voleva, cercasse di fare amicizia con il “nemico”. Ma lasciai perdere.
    << Tesoro, oggi finiamo veramente tardi, siamo in aria campionato. >>
    Sospirai. << Quindi non tornerai stasera? >>
    << Probabilmente andrò a dormire a casa di YanTen. Visto che vive solo non romperemo le scatole a nessuno. >>
    << Capito. >>
    Mi baciò e si avviò all’uscita. << Vado. Buona giornata, Zuko. >> Prese il borsone e uscì.
    Ero sola con lui.

    Zuko P.O.V.
    Le feci visita nella sua stanza, seminudo per vedere la sua reazione: quel labbro intrappolato tra i denti era una vera goduria.

    Poi entrai in cucina e la vidi ai fornelli intenta a cucinare. Quella maglia le scopriva tutta la spalla sinistra, e scommisi che le scopriva anche buona parte del seno. Mi avvicinai a lei, le posai le mani sui fianchi, poi le spostai lentamente: la sinistra sul suo seno sinistro e la destra nelle sue mutande.
    Quando sentimmo l’energumeno parlare, allora tolsi la mano e mi feci vedere mentre mi leccavo le dita, gustandomele: quello sguardo non aveva pari; se avesse avuto la possibilità di sbattermi al muro, l’avrebbe fatto.
    E il tizio se ne esce che ci lascerà a casa da soli per tutta la notte, nel mio cervello c’era solo una parola: SESSO SESSO SESSO.
    Appena sentì la porta chiudersi mi si avvinghiò addosso, togliendo i vestiti ad entrambi: era veramente calda e quella era la mia occasione per farla urlare.

    Il Firelord è tra noi!
    Zuko P.O.V.
    Passammo l’intera settimana nel mio letto, mentre lei cercava di insegnarmi quello che dovevo sapere su quest’epoca: non che non la stessi a sentire, ma l’odore del suo corpo mi inebriava troppo.
    Sapevo che faceva sesso con il suo ragazzo, ma mai una volta che l’avessi sentita gemere o urlare. Ero l’unico a fargli quell’effetto: urlava, gemeva, ansimava. Per il dolce piacere delle mie orecchie.

    L’ultima sera la passammo insieme. << Questa è l’ultima sera, da domani le nostre strade si divideranno. >>
    Le accarezzai una guancia dolcemente. << Sei dispiaciuta? >>
    << Non fraintendermi, Zuko. Mi sono divertita, in una settimana sei riuscito a darmi una cosa che non avevo da anni; ma io amo Alan e sono contenta che la cosa è giunta al termine. >>
    << Mi ferisci, così. >>
    << Ne troverai altre. >> Si alzò e si portò dietro il lenzuolo. << Domani… Anzi tra poche ore verrai presentato alla comunità: vestiti elegante. >>
    Uscì e mi lasciò solo.
    Davvero dovevo dirle addio?
    Lo avrei scoperto solo tra poche ore.

    Selene P.O.V.
    Era il grande giorno, avrei dovuto lasciarlo andare, ma la verità era che lo volevo solo per me. Solo l’idea di saperlo tra le braccia di un’altra, nel letto di un’altra mi dava alla testa.

    Ero sotto la doccia, cercavo di calmarmi. Dopo mezz’ora ne uscii e vestii. Andai in cucina e lui era lì.
    << Visto che l’ultimo giorno, ho preparato la colazione per tutti. >>
    Mi si strinse il cuore.
    << Sai, dolcezza? Quasi quasi ti mollo per sposare lui. E’ un cuoco eccezionale! >> Alan si stava ingozzando.
    Mi sedetti a tavola e cominciai a mangiare, constatando che era davvero un ottimo cuoco. Lui non mi toglieva gli occhi di dosso; tanto Alan era con la testa nel piatto.
    << Senti, ma che lavoro farai, adesso? >>
    << A dire il vero… >>
    << Alan, sbaglio oppure è stata invitata anche la squadra alla festa di gala della CL all’hotel LaMaison? >>
    << Vero, ma cosa c’entra? >>
    << Allora ci vediamo stasera. Andiamo, Zuko. >>
    Baciai frettolosamente Alan e mi tirai dietro il Firelord.

    << Come mai non mi hai fatto parlare? >>
    << Tanto capirà una volta alla festa. >>
    << Siete arrivati. >>
    << Professore. >>
    << Seguitemi, tra un po’ verrà presentato. >>
    Lo seguimmo e ci condusse alla terrazza dove la CL faceva i suoi proclami, esponeva le sue scoperte, e così via.
    “Coraggio Selene, tra un po’ sarai professoressa.”
    << Cittadini di Republic City! >> Il viscido esordì. << E’ con estremo piacere che vi parlo oggi! Per vari motivi: una nostra studentessa, che oggi acquisirà il titolo di professoressa, ha trovato il modo di riportare tra noi i nostri cari; e la CL ha sfruttato le sue ricerche per riportare in vita una persona che per questa città ha fatto molto! Cittadini, chi amate di più da secoli?! >>
    << Il Firelord Zuko! >> Era un boato, ma si capì perfettamente cosa avessero detto.
    << Ed è con estremo piacere che, la CL, ha riportato tra noi, il nostro Firelord! Salutate il Firelord Zuko! >>
    Lui venne sospinto in avanti e la gente esultò. Riuscii a distinguere anche le voci di alcune ragazze che gli gridavano quanto fosse bello: come dargli torto?
    All’improvviso il silenzio, si aspettavano che Zuko parlasse.
    Mi accostai a lui, senza farmi vedere e gli sussurrai. << Credo che aspettino che diciate qualcosa. >>
    << Oh. >> Guardò i cittadini. << Salve. La verità è che non sono mai stato bravo con i discorsi, così non so neanche cosa dire, né tantomeno come cominciare. >>
    << Forza, Firelord! >> Lo incitarono.
    Lui sorrise. << Ho una domanda per voi: volete che ritorni alla mia carica? >> Esultarono. << Dovevo immaginarlo. >> Rise. << Ed io che pensavo che in questa nuova vita avrei fatto qualcosa di diverso. Ma lasciamo perdere. Farò del mio meglio per non deludervi. Ma prima di continuare volevo ringraziare una persona davvero speciale: la dottoressa Selene. >> Mi porse la mano, che presi, per condurmi al suo fianco. << Senza i suoi studi, i suoi esperimenti e la sua immensa pazienza, non sarei qui davanti a voi. >>

    I discorsi continuarono, fino a quando non andammo tutti all’hotel per festeggiare.
    Lì ci saremmo detti addio per sempre, poiché le nostre strade si sarebbero divise.

    La festa di gala
    Selene P.O.V.
    Ero arrivata alla festa accompagnata da Karla e la sua nuova fiamma.
    << Con quel vestito vuoi stupire, vero? >>
    << Ma smettila. >>
    Avevo un lungo abito blu scuro con alcuni Swaroski che lo impreziosivano, la scollatura davanti lasciava intravedere il solco tra i seni, mentre quella di dietro scopriva l’intera schiena; portavo un collarino e degli orecchini molto piccoli con due pietre di onice; al polso un piccolo bracciale d’oro bianco; i capelli raccolti sulla nuca, con qualche ciuffo libero; un velo di trucco e scarpe col tacco, ovviamente coperte dall’abito.
    Appena entrata cercai Alan, ma di lui neanche la traccia.
    << Selene… >>
    << Karla, dimmi. >>
    Lei aveva un vestitino rosso, molto corto, scarpe dello stesso colore, i capelli sciolti, non indossava gioielli e anche lei un velo di trucco.
    << Dico, ma tu ci sei stata sotto lo stesso tetto, per una settimana, con quello e non ci hai fatto nulla? >>
    << Quello? >>
    << Il Firelord. Diamine, guardalo… >> Fece cenno nella direzione e appena lo vidi mi si bloccò il respiro.
    Aveva uno smocking nero, i capelli che gli ricadevano sulle spalle, il pizzetto ben curato; la giacca e la camicia contribuivano a mettergli in mostra i pettorali scolpiti. La mia attenzione però si soffermò sulla cravatta: avrei voluto tirarlo per quella striscia di seta e farlo mio. Sorrideva e rilasciava interviste; non aveva tempo per guardarsi intorno.
    “E dovrei rinunciare a questo? O sono stupida o devo aver perso qualche rotella…”
    << Selene! >>
    Mi girai: Alan doveva proprio farsi riconoscere.
    Mi venne incontro. << Ciao, Alan. >>
    << Ciao, Karla. Senti stasera sei impegnata? >>
    << Cosa fai ci provi con la tua ragazza davanti? >>
    << No, ma pensavo… Perché non fare una cosa a tre? >>
    << Alan! >> Lo rimproverai, mentre Karla se la rideva di gusto. << Meglio che vada a prendere da bere. >>
    Mi allontanai e andai al bar. << Cosa posso servirle, signorina? >>
    << Un Mambo, corretto. >>
    << Subito. >>
    << Lo pago io. >> Mi girai e lo vidi.
    << No, non preoccupatevi. >>
    << Hey, sono stato a scrocco a casa tua per una settimana; questo è il minimo. >> Poi si rivolse al barman. << Potresti farmi qualcosa di forte? >>
    << Certo, Firelord. >>
    << Qualcosa di forte? >> Sorrisi, con malizia.
    Lui mi si avvicinò all’orecchio, e immediatamente sentii i brividi lungo la schiena. << Mi serve se voglio arrivare a fine serata senza possederti… >>
    << Zuko, sei qui! >>
    “Alan!”
    << Salve, Alan. >>
    << Dovresti portare più rispetto, visto che stai parlando con il Firelord. >>
    << Non preoccuparti, va bene anche così. >>
    << Il nostro allenatore vi stava cercando. >>
    Mi si rivolse. << Il lavoro ci chiama. >> Bevve il suo whisky in un sorso e andò.

    Zuko P.O.V.
    Non ne potevo più; troppa popolarità. Ero rincorso dalle giornaliste che volevano un’intervista, e un servizio “completo”. Forse a fine serata ne avrei presa una; ma prima volevo accertarmi che Lei ci fosse: la mia droga.
    La vidi entrare insieme alla sua amica e rimasi meravigliato da quanto le donasse quel vestito.
    Feci finta di nulla, ma non la persi mai di vista.
    E quando la vidi avviarsi al bar senza quell’energumeno inutile, mi avvicinai e le offrii il suo drink.
    “Mi ci vuole qualcosa di forte, altrimenti me la porto su…”

    Il professor Smith mi aveva dato indicazioni: avrei vissuto senza spese nell’attico super lussuoso dell’hotel, dove sarei stato servito e riverito.
    Avevo già la chiave e avevo già visto la stanza; se così la si poteva chiamare: aveva un salotto enorme, un bagno con vasca, doccia e una vasca idromassaggio enorme, una stanza da letto con un letto matrimoniale di quattro posti…
    Insomma il lusso più sfrenato.

    Seguii l’energumeno dal suo allenatore. << Firelord. >>
    Si inchinò, insieme al resto dei ragazzi. << Vi prego… >> Si alzarono. << Mi cercavate. >>
    << Si, volevo chiedervi se potete sponsorizzare la nostra squadra. Anche se siamo famosi in tutto il mondo, l’aiuto del Firelord, fa sempre piacere. >>
    Sorrisi. << Datemi il tempo di capire come funziona, poi vedrò. >>
    << La ringrazio. Ah, Firelord! Se volete delle donne come si deve, saremmo lieti di portarvene qualcuna. >>
    Mi girai e guardai Selene che parlava con la sua amica. “Portatemi lei.” << Non preoccupatevi. >>
    << Giusto, coach. E’ il Firelord. Chissà quante si sono già prestate per lui. >>
    Risero e lo feci anche io. Alan era davvero stupido.

    La festa finì e io non mi accorsi che Selene era sparita. Non avevo neanche avuto il tempo di salutarla come si deve; e molto probabilmente non l’avrei più rivista.
     
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