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Al sicuro Dopo un paio d’ore venni raggiunto da Sokka e Suki. << Allora? >> << A quanto pare i vicini hanno visto un ragazzo che andò a trovarli; lo hanno seguito e non sono più tornarti. >> << Quanti giorni fa? >> << Tre… >> “Figlio di… Me l’hai giocata.” << Le cose cambiano. Sicuramente i genitori di Lee gli avranno detto che è la mia guardia del corpo; dobbiamo agire diversamente… >> << Dobbiamo scoprire qualcosa in più su di lui… >> Annuii. << Scusami, Zuko. >> Guardai Suki. << Perché la sta cercando? Voglio dire: e se fosse una criminale? >> << Non lo è, Suki. >> Mi alzai, stava cominciando a venirmi un mal di testa bestiale. << Si è fissato con lei; dice che è la sua futura sposa. >> << Allora sei tu in errore. Stai rubando la futura sposa ad un altro. >> A nessuno della combriccola avevo detto chi era davvero Lee, l’unico modo per proteggerla era questo: tutti dovevano essere allo scuro sulla verità. << Non sto rubando nessuno. >> Mi presi una piccola pausa. << Sokka, cerca di avere quante più informazioni possibili. >> Poi mi venne un’idea. << No. Voi due andrete con Lee sull’isola di Ember. >> << Cosa? >> << Lì sarà al sicuro, e voi sapete come funzionano i falchi messaggeri. Se dovesse lasciare la Nazione per raggiungervi, lo sapremo in tempo quasi reale. >> << Zuko, perché ti accanisci così? A questo punto anche io mi porgo la domanda. >> << Credetemi, meglio per voi non saperlo adesso. Sappiate solo che se succedesse qualcosa tutto il mondo entrerà in conflitto. >> << Tutto per una ragazza… >> << Non è solo una ragazza, Suki. Di mezzo c’è anche un popolo oppresso. Fosse stato solo per Lee, me la sarei vista da solo. >> << Tra quanto dovremmo partire? >> << Una settimana vi basta per organizzarvi? >> Annuirono entrambi. << Allora tra una settimana. >>
Dopo aver parlato con i miei amici, me ne andai in camera mia; dove constatai che i miei ordini erano stati eseguiti: il letto di Lee era nella mia stanza. Appena entrato la trovai seduta sul suo letto; aveva le mani congiunte, e il vestito, che doveva essere tipico del suo luogo, era… Era di organza azzurra; le spalline erano delle strisce di seta azzurra, intrecciate; una cinta di seta azzurra alla vita, i cui lembi erano abbastanza larghi, e lunghi fino ai piedi, da coprirle la sua femminilità; al petto aveva, esattamente sotto il solco tra i seni, uno spillone a forma di farfalla, le cui ali, iridescenti, le coprivano i seni. Era una visione indescrivibile. Mi appoggiai alla porta a guardarla. << Tra una settimana andrai con Sokka e Suki sull’isola di Ember, lì sarai al sicuro. >> Anche lei mi guardò, si alzò e fece per abbassarsi la spallina. Mi avvicinai a lei e la fermai; mi avvicinai al suo orecchio. << Non togliermi il privilegio di togliertelo… >> Le baciai l’angolo della mascella fino ad arrivare alla spalla. Ma lei era assente. << Cos’hai? >> Non smettevo. << Nulla. >> Ci pensai. << Ti stai offrendo tu. >> << Tuttavia avete dato ordine di portare il mio letto qui. >> Continuavo a baciarla. << Questo non vuol dire che ti ho fatta rimanere con quell’intento… >> << Allora smettetela. >> Lo feci, e la guardai. << Cos’hai? >> Aveva uno sguardo quasi furioso. << Non accetterò mai di essere la vostra concubina, soprattutto dopo… >> Non finì la frase. << Dopo… Cosa? >> La esortai a continuare. << Tya. >> << Un nome dovrebbe dirmi qualcosa? >> << Mi ha detto che aspetta un figlio da voi. >> Ci misi parecchio ad elaborare la cosa. “Incinta…” Mi infuriai. << Cazzo! Questa… Tya! >> La ragazza entrò. << Si, mio Firelord… >> Le due ragazze si guardarono in cagnesco, e questo mi fece capire due cose: Tya era gelosa di Lee, il che poco mi importava; ma anche Lee era gelosa di Tya, il che mi soddisfaceva. << Quanti mesi? >> << Cosa, mio signore? >> Guardò di nuovo Lee. << Ah… Volevo darvi io stessa la notizia… >> << Tya, dovresti saperlo: i bugiardi non mi piacciono. >> << Non è una bugia, mio signore. >> << Mi costringi a cacciarti, a bandirti dal castello. >> << No, vi prego. Ho bisogno di questo lavoro. >> << Sarai pagata allo stesso modo, ma non servirai più me. >> La guardai deluso: cercare di incastrarmi con un trucco del genere. << Adesso sparisci dalla mia vista. >> Tya uscì; ma prima di uscire fulminò Lee un’ultima volta. << Perché sei così sicuro che dice una bugia? >> << Perché è impossibile che lo sia. >> << Vi ho visti io stessa; non credo sia impossibile. >> La guardai; la presi per un polso e la sbattei ad una parete. << Hai visto l’atto, mentre la scopavo; non hai visto tutto. >> Quello sguardo furioso mi faceva impazzire. << Fatto sta che stavate scopando. >> “Resisti, Zuko! Non stapparle i vestiti di dosso.” << Vuoi sapere la verità, perché sono così sicuro che menta? >> Non fece nessun gesto, ma io continuai. << Quando dovevo venire lo facevo in altri modi… >> Le accarezzai il collo, scendendo al seno, che presi in mano, godendomi il contatto. << Le venivo tra le natiche o in bocca… >> La bocca a pochi centimetri dalla sua: la baciai, e mi scatenai. “Basta! La voglio!” Mi faceva sentire un sedicenne in piena crisi ormonale. << Lasciami! Non sono una delle tue puttane. >> Mi diede una ginocchia nel fianco e scappò; lasciandomi solo, eccitato. Mi misi a letto, cercando di calmarmi. “Almeno il mio mal di testa è passato…”
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