Luna e Sole

Rating: M Erotico

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    completa: Si
    partecipazione: Riservata=MissSchiffer
    personaggi: Un po' tutti di Aang, e un personaggio nuovo
    pairing: Sokka-Suki; Aang-Katara; Ursa-Ikem
    riassunto: Questa storia verrà raccontata dal principe Zuko, adulto, vaccinato e Firelord.
    Dal maestro dell'Accademia per Dominatori gli viene una richiesta di aiuto:
    "Vi prego, Firelord. Accettate di allenare questo ragazzo."
    Lee, che suscita un forte interesse nel Firelord. Come mai? Cosa nasconde Lee? E chi è in realtà?
    Lo scoprirete solo seguendo la storia^^
    note: E' una storia tutta sorpresa ^^ Pubblicherò i capitoli, nuovi insieme a EFP U.U



    Buona lettura^O^



    Prologo:
    Ormai sono 10 anni che governo la Nazione del Fuoco. Da solo.
    Mai mi lasciò, le nascondevo troppi segreti; ed io sto cercando una Fireldy degna di questo nome. Tra le nobildonne che mi sono intorno non ce n'è una; tutte brave a letto, ma vuote.
    Ho presenziato alle nozze di Sokka e Suki, e a quelle di Aang e Katara, oltre ad essere loro testimone. Li vedo felici: Sokka e Suki presi dai loro impegni come primo generale e capo delle guardie, troppo presi per pensare di ampliare la famiglia; Aang e Katara presi dai conitnui allenamenti, ci provano ad avere figli, ma non riescono.
    Aang, il mio migliore amico. A lui confido tutto: incertezze, paure e desideri.
    Katara, sua moglie. Così dolce, mi da sempre consigli su come fare per trovare l'anima gemella.
    L'unica ragazza che non ho mai desiderato, nonostante fosse diventata così bella da mozzare il fiato.
    E Toph? Anche lei era diventata bellissima; nonostante non sia cambiata per niente nel carattere. Aveva una palestra tutta sua, e continue proposte di matrimonio.
    Solo Aang riusciva a tenermi testa durante gl allenamenti, unico svago che avevo. A cui non ero disposto a rinunciare.

    Edited by MissSchiffer - 17/8/2014, 21:03
     
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    Metto il primo capitolo, se la storia può interessare, o interessa, continuo


    Strani sentimenti
    Una giornata come tante: noiosa. Scandita dal ritmo di riunioni, assemblee e consigli.
    Non ne potevo più.
    Non vedevo l'ora che la giornata finisse per potermi allenare con Aang.
    << Mio Signore, il maestro Zin chiede udienza. >>
    "Il maestro Zin?"
    In questi 10 anni mi sono dato da fare: ho abolito molte leggi e riparato ai danni dei miei predecessori. E ho aperto un'accademia: Accademia per giovani dominatori. Aperta a tutti; chi poteva pagava la tassa di iscrizione e la retta mensile e chi no, non pagava nulla. Il maestro Zin veniva una volta al mese per farmi un resoconto: guadagni, perdite e rendimento degli allievi.
    Per questo la sua visita era strana: eravamo a metà mese.
    << Fatelo entrare. >>
    Il maestro Zin, un uomo dalla corporatura parecchio robusta, entrò e si inchinò. << Firelord, la ringrazio per avermi dato udienza. >>
    << Alzati, pure. E dimmi. Per caso è successo qualcosa? >>
    << Non proprio mio signore. Voi sapete che i nobili pagano una tassa di 20 soldi, i benestanti di 10. >> Annuii, ero stato io a decidere i costi. << Beh, ecco... Una famiglia pagherebbe la sua quota, più i 10 soldi, e 60 soldi come retta mensile e per ogni lezione... >>
    << E perché sei qui? >> Non capivo dov'era il problema, se volevano spendere tutti questi soldi, erano affari loro.
    << Ad una sola condizione. >> Ecco. << Vogliono che alleniate la ragazza voi stesso. >>
    Lo disse così velocemente, che credetti di non aver capito bene. << Io? >>
    << Perdonatemi, mio Signore. Però sono molti gli iscritti, e dotati, che non possono permettersi la retta, e l'Accademia ha bisogno di soldi... >>
    << Ho capito. >> Lo interruppi. Tanto valeva accettare, almeno svagavo la testa dalle continue riunioni, inutili. << Domani presentami questa ragazza, vediamo cosa sa fare e da dove dovremmo cominciare. >>
    << La ringrazio, Firelord. >> Si profuse in mille inchini prima di uscire, tutto contento.

    La giornata finì, e andai a casa di Aang e di sua moglie.
    << Finalmente sei arrivato! >> Katara, così dolce, ma anche così terribile. << Posso prepararti qualcosa? >>
    << Dell'acqua mi basta, grazie. >> L'abbracciai e la baciai sulla guancia.
    << Lo sapevo! Tu ci provi con mia moglie! >> Aang, sapeva benissimo che non ci provavo, era un modo per prenderci in giro, così stavo al suo gioco.
    << Sarebbe una Firelady perfetta. Cosa ne dici di mollare l'Avatar e venire a palazzo con me? >>
    << Un giorno la smetterete, vero? Vado a prendere l'acqua. >>
    << Tesoro, dopo ci prepari due boccali di birra? >>
    << Lo so, i combattenti devono riposarsi sorseggiando birra. Ma prima disseto il nostro Firelord, altrimenti mi soffoca. >> Andò dentro e ritornò con un bel bicchiere d'acqua, che bevvi tutto d'un fiato.
    << Grazie, Katara. >>
    << Allora, cominciamo, pappamolla? >>
    Cominciai ad allenarmi con Aang, fino a tardi.
    Quando finimmo ci stendemmo sul prato, sfiniti, sorseggiando la birra che sua moglie ci aveva portato.
    << Allenerò una ragazza da domani... >>
    << Come mai? Voglio dire, i tuoi impegni? >>
    << Appunto. Sono stanco di starmene chiuso a palazzo. >>
    << Allora buona fortuna, maestro. >> Sorseggio la sua birra. << Come ti senti? >>
    << Riguardo al fatto di essere un maestro? >> Con la coda degli occhi lo vidi annuire. << E' strano. Con te non sono stato proprio un maestro, in fondo, molte cose le abbiamo imparate insieme. Adesso invece, dovrò insegnare tutto. >>

    Il giorno dopo andai all'Accademia, e venni subito accolto dal maestro Zin. << Mio Signore, devo chiederle ancora perdono. >>
    << La ragazza è scappata? >> Sorrisi.
    << No, i suoi genitori l'hanno presentata come una ragazza, ma è un ragazzo. >> Nel frattempo che parlavamo, ci dirigemmo al luogo dell'allenamento, dove, di spalle, c'era il ragazzo. << Mio Signore, lui è Lee, il vostro allievo. >>
    Adesso devo ammetterlo: ho sempre amato le ragazze, ma questo ragazzo aveva qualcosa che mi attirava. I capelli erano lunghi, neri dai riflessi blu, e ciocche fucsia (non tinte, lo si vedeva chiaramente) e gli arrivavano al fondo schiena; la corporatura esile, il che mi fece presupporre avesse 13, massimo 14 anni, bassino; gli occhi... Erano magnetici: blu oceano, con quel filo verde acqua attorno alle pupille; e le labbra... Invitavano a baciarle...
    Mi ridestai immediatamente. "E' un ragazzo." << Bene, Lee...? >> Il ragazzo annuì. << Fammi vedere cosa sai fare. >> Con un cenno della mano lo invitai al centro della stanza. Aveva un modo di combattere strano, mai visto prima. Mentre mi faceva vedere, mi intromisi: feci quasi fatica ad atterrarlo, ma ci riuscii. << Non ho mai visto questo modo di combattere. >>
    La sua voce... Così melodiosa... << Perché vengo dalla tribù dell'acqua. >>
    << Sul serio? E quale? Quella del nord o quella del sud? >>
    << Del sud. >>
    Sorrisi, e lui arrossì. << Lee, non si dicono le bugie. >> Gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi. << Qual'è la verità? >>
    << Mi perdoni, Firelord. In realtà ho fatto da autodidatta. >>
    << Bene. >> Mi allontanai.<< Domani sii puntuale, Lee. Cominciamo l'allenamento. >>

    Lo allenai per un mese, perdendo il sonno. Sì, ho perso il sonno. Con la scusa di fargli vedere meglio la posa o una sequenza, mi avvicinavo alle sue spalle, godendomi l'effetto che gli facevo (arrossiva ogni volta) e il suo profumo di vaniglia nera, che permeava nelle mie narici. E la sera non dormivo: sognavo di possederlo, ogni sera. Il che mi fece strano: è un ragazzino, e per di più io amo le ragazze.
    Cominciai a pensare di tenerlo chiuso nella mia camera, affinché nessuno sapesse di questo... "capriccio"? Dovevo parlare con Aang, al più presto.
    Ne approfittai, andai a fargli visita a casa, e fortunatamente Katara non c'era.
    << Allora, come mai sei qui? >>
    << Avrei un favore da chiederti... >> Gli spiegai della situazione economica dell'Accademia e i progressi di Lee. << E mi chiedevo se potessi continuare tu. >>
    << Perché? >>
    << Perché lo desidero... >>
    Per poco non si soffocò con il sorso d'acqua che aveva ingerito. << Come sarebbe "lo desidero"? >>
    << Aang, hai capito, desidero quel ragazzo, e prima di farmi ridere da tutti preferisco togliere il dente. Per favore... Sto impazzendo, non dormo più... >>
    << Non è che hai cambiato sponda? >>
    Lo guardai in malo modo. << Se ti dicessi che in un momento di secca, come questo, ho pensato a Katara? >> Mi fulminò con lo sguardo. << Mi piacciono le donne, ma questo ragazzino ha qualcosa che mi attira... >>
    << Ho capito, da domani comincerò io l'allenamento. Non sia mai che nel regno circola la voce che al Firelord piacciano i ragazzi. >>
    << Grazie... >>
    Quella sera, prima di allenare Lee, spiegai al maestro Zin che per vari impegni, non potevo più allenarlo, ma che mi avrebbe sostituito Aang.
    Finito l'allenamento andai a farmi una doccia; avevo nelle narici il profumo di Lee, e mi stavo eccitando, così smisi di usare il mio dominio per riscaldare l'acqua, pensando che l'acqua gelata mi aiutasse, ma era inutile. Mi restavano due cose da fare: maturbarmi o andare da una prostituta. Decisi per la seconda, chiusi l'acqua e uscii dalla doccia.
    Alzai la testa e mi trovai di fronte Lee, avvolto in un asciugamani.

    Lee non è Lee
    Era lì davanti a me, avvolta in quel telo, che esaltava le sue curve in modo eccitante.
    Sì, Lee era una ragazza. Un gran bel pezzo di donna.
    Il telo le copriva a stento le natiche, mostrando un po' lo stacco che le divideva, lo teneva chiuso per i due lembi, all'altezza del seno; così, praticamente nuda, potevo notare la figura esile che nascondeva sotto i vestiti larghi, e, a giudicare dalla grandezza del seno, capii che indossava delle fasce per comprimerlo.
    La guardai, dapprima sbalordito e sorpreso, poi soddisfatto: ero attratto da una ragazza e non da un ragazzo. Sorrisi.
    Lei mi guardò, ancora gocciolante ed eccitato, fece scorrere il suo sguardo su tutto il mio corpo, cosa che mi fece eccitare ancora di più e mi diede un piccolo spasmo; appena vide l'effetto che aveva fatto questo piccolo gesto, alzò la testa arrossendo fino alla radice dei capelli. "E' vergine..." Lo capii da come arrossiva. Fece un passo indietro, ed io uno avanti, si girò pronta per scappare, ma fui tempestivo: le bloccai la porta, apoggiandomi su una mano. Lei si girò, fronteggiandomi.
    Nessuno può immaginare cosa provai vedendola lì, tra le mie braccia. << Sei una ragazza. >>
    << La cosa vi delude, Firelord? >> Lo disse con uno sguardo austero.
    "Una bellezza elegante e selvaggia, proprio come una Firelady." << Perché dovrebbe deludermi? >> Alzai la mano destra per accarezzarle la rispettiva guancia, con il dorso. << Ci sono molte donne nell'esercito, anche tra le guardie. >>
    Quelle labbra... Si stavano schiudendo. Chiuse gli occhi, godendosi la mia carezza. Dovetti usare tutto il mio autocontrollo per non strapparle quel pezzo di stoffa dalle mani.
    Mi abbassai all'altezza del suo collo: sussurrandole all'orecchio e sulla pelle. << Una ragazza bellissima. >> Percepii l'effetto che le aveva fatto questo gesto, e la baciai: cominciò ad ansimare, portandomi a fare qualcosa di "eccessivo". Le misi una mano sul fondo schiena e l'attirai a me, facendo aderire il suo bacino al mio, facendole sentire quanto ero duro; la mano destra sulla nuca, le labbra a pochi centimetri dalle mie. << Questo è l'effetto che mi fai... >> La divorai: la baciai con foga, dovevo averla.
    Quando anche lei ricambiò il bacio con la stessa foga, feci scorrere la mano destra sulla sua gamba, fino a sfiorare l'orlo del telo; appena sentii la sua lingua nella mia bocca, feci scorrere la mia mano sotto l'orlo, fino ad afferrarle la natica destra, con forza e possesso.
    << Firelord! Lee! Siete ancora sotto le docce? >> Il maestro Zin, aveva un tempismo perfetto.
    Mi staccai da lei, a malincuore, e vidi i suoi occhi appannati di desiderio. << Vai sotto la doccia. >> La lasciai andare, e la guardai togliersi il telo: un corpo perfetto. << Arrivo, maestro Zin! >> E uscii.

    Dopo aver lasciato l'Accademia, ed essermi rammaricato di aver ceduto il posto ad Aang, andai alla Casa Rossa di Madame.
    La Casa Rossa era la principale casa di prostitute della capitale, dentro vi si potevano trovare donne di tutti i tipi, tutte maggiorenni e tutte che amavano il loro lavoro. Quando entrai venni accolto da Madame. << Firelord! Quale onore avervi nella nostra casa. >> Alla parola "Firelord" tutte le ragazze della casa mi si presentarono davanti. << Cercate una ragazza in particolare? >>
    Le guardai tutte, cercando qualcuna che le somigliasse anche vagamente, poi rinunciai. << Una ragazza vergine. >>
    Fece cenno di aver capito e mi condusse in una stanza lussuosa, dove, pochi minuti dopo, venni raggiunto da una ragazza. Una bellezza anonima. Ma ormai tutte, anche Katara e Toph, erano diventate bellezze "anonime". La ragazza si strinse in sé stessa. << Mio Firelord, avrei una piccola richiesta. >>
    << Parla pure. >>
    Arrossì. << Per favore, siate gentile. >>
    "Se ha paura, perché fa questo lavoro?" Sapevo che era maggiorenne e che non lo faceva perché costretta. Almeno non da Madame. << Facciamo così... >> Mi spogliai e mi stesi sul letto. << Condurrai tu. In questo modo avrai il tuo ritmo e io sarò costretto a seguirlo. >>
    Accettò, si spogliò e mi raggiunse. Lavorò molto di bocca, ed era davvero brava; poi mi cavalcò; ma per soddisfarmi dovette lavorare di bocca, ed io immaginai di possedere la mia Lee. Una volta finito, si rannicchiò in un angolo del letto.
    Mi fece tenerezza. << Perché fai questo lavoro? >>
    << Perché mi piace... >>
    << Non mentirmi. Qualcuno ti costringe? >>
    Si mise a piangere, ma non a singhiozzi. << Nessuno... Mio padre è a casa malato, e mia madre fa la sarta, ma con il suo lavoro non riesce a badare a tutti e a tutto... I miei fratelli e le mie sorelle hanno la loro famiglia, così sono rimasta solo io in casa con loro... Ho provato a cercare lavoro, ma non vado bene per niente, così ho chiesto a Madame e lei mi ha accolta... >>
    Purtroppo la povertà era una piaga difficile da debellare. << Rimani in questa stanza a dormire, per stanotte. Domani vieni a palazzo, cercherò un lavoro per te. Le leggi riguardo alle case sono chiare: "Nelle case devono lavorare solo le donne a cui piace il sesso". >>
    << La ringrazio, Firelord... >> Dopo aver avvertito Madame e averla pagata, lasciai la casa.

    Durante il tragitto da casa a palazzo pensai a come poter fare per aiutare quella ragazza: l'indomani ne avrei parlato con mia madre.
    Il giorno dopo, dopo essermi vestito e prima di essere incastrato con riunioni, assemblee e consigli, andai da mia madre. Lei e la sua famiglia, abitavano in una casa annessa alle mura del palazzo. << Madre! Buongiorno a tutti. >>
    << Buongiorno, Firelord. >> Il marito e i miei fratellastri mi salutarono calorosamente.
    << Buongiorno, piccolo mio. >> L'unica persona, dopo la combriccola dell'Avatar, che non mi chiamava Firelord; e si ostinava a chiamarmi "piccolo".
    << Buongiorno, madre. Posso rubarvi qualche minuto? >> Andammo in giardino, dove le spiegai la situazione. Mi guardò male, non accettava il fatto che avessi permesso alle Case di aprire; ma capì che avevo fatto una cosa buona: durante le varie guerre, i soldati avevano violentato prostitute e donne dei villaggi. << Potete parlare voi con lei, per capire a quale lavoro è adatta, e affidarla al lavoro? >>
    << Certo. >> Il suo sorriso mi illuminava sempre la giornata.
    << Vi abbiamo trovato, Firelord! >> Il primo ministro e il primo consigliere mi avevano trovato.
    << Un giorno mi lasceranno in pace? >> Lo sussurrai, ma mia madre mi sentì.
    << Sei il Firelord. Hai più impegni di chiunque altro. Adesso va. >> Baciai mia madre sulla guancia e andai.

    Appena riuscii a liberarmi dalle beghe del trono, andai all'Accademia, sperando che Aang e Lee fossero ancora lì.
    Infatti si stavano ancora allenando; guardandola dall'esterno potevo vedere meglio i movimenti della ragazza: erano eleganti. Aveva tutto ciò che cercavo, come Firelady era perfetta: sicura, fiera e intelligente; lo dimostrava il fatto che Aang le preparava dei piccoli trabocchetti, a cui rispondeva con arguzia. Finirono, si inchinarono, in segno di saluto, e Lee si avviò agli spogliatoi; così raggiunsi Aang.
    << Aang. Ti sei divertito? >>
    << Zuko! Pensavo fossi impegnato. >> Ci stringemmo gli avambracci, "tipico saluto da maschi", come lo definiva Katara.
    << Appena mi sono liberato sono venuto qui. >> Mi avvicinai ancora di più a lui. << Avrei un altro favore da chiederti. >>
    << Dimmi. >>
    << Tieni impegnato il maestro Zin? Io vado negli spogliatoi ad occuparmi della piccola Lee. >>
    Aang si allontanò guardandomi esasperato. << Lascialo sta... Come sarebbe "piccola"? >>
    Risi di gusto alla vista della sua espressione sbalordita. << Hai capito bene, Aang. Lee è una ragazza. Sono sempre stato attratto da una ragazza. Ho perso il sonno per una ragazza. >>
    Mi diressi agli spogliatoi, senza dargli la possibilità di ribattere.

    Lee era sotto la doccia: l'acqua le scorreva eccitante sui seni, così sodi, fino a morire tra le sue gambe, dove volevo morire anche io; si girò dandomi le spalle e vidi l'acqua scorrerle lungo i glutei sodi. Immaginai tante cose perverse su quei glutei. Ero nudo, appoggiato alla porta con le braccia conserte, ed estremamente eccitato.
    Chiuse l'acqua, si strizzò i capelli per far cadere l'eccesso, e si girò, rimanendo ferma appena mi vide: le sorridevo in modo provocatorio, del tipo "stasera non ti lascio scappare", lei mi guardava stupita, non si aspettava di trovarmi lì.
    Si ricompose quasi subito, portandosi la mano sinistra sul pube e il braccio destro sui seni e guardandomi con sguardo austero. << Pensavo foste troppo impegnato per venire all'Accademia, per questo mi sarei allenata con l'Avatar. >>
    Mi mossi dalla porta per raggiungerla. << Non potevo lasciarti da sola. >> La vidi dare una breve sbirciata al telo sulla panca alla sua sinistra. "Scordatelo, oggi non mi scappi." Avanzai verso di lei, e lei scappò dirigendosi alla porta; la presi per i polsi e ve la sbattei contro. << Oggi nessuno ci disturberà. >>
    Mi chinai sul suo collo. << Lasciatemi andare... >> Il respiro già affannato: come poteva chiedermelo con questa voce? << Per favore, Firelord... >>
    << Mi chiedi di lasciarti andare, quando il tono della tua voce e il tuo corpo dicono il contrario...? >> Le lasciai i polsi e mi dedicai ai suoi seni: la sua pelle era vellutata come le pesche, ti invitava ad una miriade di carezze e baci. Poggiai entrambe le mani sui suoi glutei e la feci aderire completamente a me: i suoi seni sul mio petto; il mio sesso sul suo pube. << Lo senti l'effetto che mi fai...? >> Glielo sussurrai sulla pelle, il cervello mi si stava annebbiando lentamente, e sono sicuro che per lei era lo stesso.
    << Solo perché avete scoperto che sono una ragazza...? >>
    << Mi facevi questo effetto anche prima di scoprire la verità... >> Mi impossessai della sua bocca.
    Lei ricambiò, e io dissi addio al mio autocontrollo: sfiorai i suoi capezzoli, che spuntarono subito fuori, ciò bastò per farmi lasciare la sua bocca per suggere, prima il capezzolo destro poi il sinistro; la mano destra corse lungo il suo ventre, per arrivare alla sua meta, il suo clitoride. Appena le sfiorai il clitoride, ansimò pesantemente; era bagnata fradicia, e non per la doccia. Ritornai alla sua bocca, la baciai, poi ridiscesi ai suoi seni; sentii le sue mani intrecciarsi nei miei capelli, cercava di allontanarmi dal suo seno, così decisi di assecondarla, mi ricondusse alla sua bocca. A quel punto non ragionai più: le aprii le gambe e le strofinai il mio pene contro l'apertura della sua dolce caverna, poi infilai la punta e cominciai a giocare, doveva perdere la testa e supplicarmi di prenderla.
    << Firelord... Ti prego... Pren... >>
    << Zuko, il maestro Zin deve chiudere. Gli ho detto che Lee era ancora sotto la doccia. >> Aang: a sedici anni lo volevo morto, proprio come adesso; ma volevo morto anche il maestro Zin.
    Lei ne approfittò per sgusciarmi via a recuperare il telo, che si mise addosso prontamente, e uscire, lasciandomi nudo, insoddisfatto e dannatamente eccitato. << Aang, non potevi aspettare ancora un po'? >>
    << Ma è davvero una ragazza... >>
    Mi rivestii. << Non dirlo a nessuno. Cosa ne dici? Ne approfittiamo per allenarci un po'? >>
    << Certo! >>

    Ci allenammo fino a tardi, e quando uscimmo dall'Accademia ci trovammo di fronte un uomo. << Chi dei due è il Firelord? >>

    Le terre al di là del mare
    Io ed Aang ci guardammo negli occhi; poi il mio amico esordì. << E cosa vuoi dal Firelord? >>
    << Aang. >> Guardai l’uomo: aveva i capelli giallo oro e gli occhi verde intenso, alto e robusto. << Sono io il Firelord. >>
    Fece un breve inchino. << Il mio nome è Helios. Avrei una cosa da chiederle, una questione abbastanza delicata. >>
    << Visto che è così delicata, domani si presenti a palazzo. >> Poi ci pensai. << Avete dove alloggiare per questa notte? >> Lui annuì. << Allora ci vedremo domani. Buona serata, Helios. >>
    << Buona serata, Firelord. E grazie. >>
    Io ed Aang ce ne andammo; ne approfittai per rivelargli il mio piano su Lee. << Addestra Lee come si deve. >>
    << Perché? >>
    << Semplice, voglio fare di lei la mia guardia del corpo. >>
    Mi guardò scettico. << Solo una guardia del corpo? >>
    Sorrisi. << Veramente vorrei fare di lei la mia Firelady. >> Lo salutai e andai a palazzo.

    Mi stesi sul letto, avendo davanti agli occhi Lee, di conseguenza la sognai.
    La mattina dopo venni svegliato da mia madre; cosa inusuale. Da quando mia madre ritornò a “palazzo”, non mise mai piede nelle mura del palazzo in sé: troppi ricordi amari. Infatti non era mai andata a trovare mia sorella o mio padre in cella. << Zuko, piccolo mio. >>
    << Madre, è una sorpresa vedervi qui. >>
    Insieme a lei entrò una ragazza: la ragazza della Casa Rossa di Madame. << Ti ricordi di lei? >> Annuii. << Bene, ho trovato il lavoro adatto a lei. Zuko, ti presento Tya, la tua ancella. >> Stavo per replicare, ma mi interruppe. << Ne ho parlato, e questo è il lavoro adatto a lei. >> Detto ciò mi lasciò da solo con la mia ancella.
    Mi preparò subito un bagno. << Firelord, perdonatemi, ma non so come riscaldare l’acqua. >>
    Sorrisi, pieno di tenerezza. << Tya, ti ricordo che sono un dominatore del fuoco, ci penso io a riscaldare l’acqua. >> Quando provò a lavarmi, mi ritrassi. << Non ce n’è bisogno. >>
    << Ma questo è il mio lavoro. >>
    Capii che era inutile, così cambiai le carte. << Allora aiutami a lavarmi la schiena, il punto più difficile. >> Finito di lavarmi, mi asciugò e mi vestì. Ero seduto davanti allo specchio, lei mi stava pettinando i capelli lunghi fino sotto le spalle, mentre io guardavo il mio riflesso: il pizzetto stava crescendo troppo, era giunto il momento di domarlo. << Sai acconciare la barba? >>
    Arrossì. << A dire il vero mio padre la lascia quasi sempre incolta, e quando la sistema lo fa da solo. >>
    In conclusione, dovevo occuparmi da solo del mio pizzetto.
    Prima di dirigermi in sala udienze, le mostrai la sua camera e le spiegai alcune cose. << Dormirai qui, ma dalla mattina fino alla sera sei libera di fare ciò che vuoi. Il tuo salario sarà di 30 soldi al giorno. >> Mi ringraziò dicendomi che era più di quanto suo padre guadagnava.
    La lasciai sistemare la mia stanza e, sicuramente, anche la sua.

    Le udienze erano estenuanti: dopo vari nobili che litigavano per un pezzo di terra, o nobili che citavano poveretti, avevo un mal di testa bestiale. Così, dopo l’ultima udienza mi appoggiai allo schienale del trono: sentii il profumo di vaniglia nera di Lee, il sapore della sua pelle, la morbidezza delle sue labbra, la sfrontatezza della sua lingua, il suo modo di rispondere ai miei baci e alle mie carezze.
    << Mio Firelord, c’è una persona che vorrebbe avere udienza. >>
    “Neanche nei miei pensieri posso godermela?” << Chi è? >>
    << Dice di chiamarsi Helios, Firelord. >>
    << Fatelo entrare, lo stavo aspettando. >>
    Entrò. << Firelord. >> Si inchinò. << Grazie per avermi dato udienza. >>
    << Alzati pure. >> Aspettai che si rimettesse in posizione eretta. << Posso offrirle una tazza di thè al gelsomino? E’ una ricetta del mio defunto zio. >>
    << Con molto piacere, Firelord. >>
    Gli feci servire il thè. << Allora questa questione delicata? >>
    << Meglio che parta dall’inizio. Sono il principe Helios, erede al trono delle Terre di Superficie… >>
    Alzai un sopracciglio. << Terra di Superficie…? >> Non le avevo mai sentite nominare.
    << Le terre al di là del mare. >> Al di là del mare: durante i due anni di esilio sul mare, ero rimasto nei mari conosciuti, senza avventurarmi oltre. << Sto cercando una persona, per me molto importante. >>
    << E da me cosa volete? >>
    << Non posso dirvi molto, ma avrei bisogno di qualcuno che mi accompagni nelle vostre terre. >>
    Capii. << Bene. Vi darò 9 uomini: 3 per la Nazione del Fuoco, 3 per il Regno della Terra e 3 per le Tribù dell’Acqua. Avrete a disposizione tre dominatori, uno per ogni dominio. Purtroppo non avrete un dominatore dell’aria; Aang è rimasto da solo, è l’Avatar e non può allontanarsi. >>
    << 9 uomini sono anche troppi Firelord. >>
    Si inchinò, dopo avermi ringraziato, e se ne andò. Io andai da Sokka e Suki a scegliere i 9 uomini.

    Dopo due mesi Aang mi disse che la ragazza era pronta, così andai dal maestro Zin a farmi dire dove abitasse e il giorno dopo mi diressi a casa di Lee, in carrozza.

    Guardia del corpo
    Bussai alla porta e mi aprì una donna, bella, ma sfiorita.
    << Chi è che disturba…? >> Appena mi vide ammutolì. << Firelord, quale onore… Mi perdoni, ma purtroppo ci sono molti straccioni che vengono a chiedere l’elemosina… >>
    Sorvolai su questo punto e mi concentrai sull’uomo alle sue spalle. << Firelord. Cara, invitalo ad entrare. >>
    << Che sbadata. Prego, entrate, fate come se fosse casa vostra. >>
    Entrai e la vidi scendere le scale: indossava abiti femminili, che non facevano altro che risaltare ogni curva. << Non voglio rubarvi molto tempo, sono qui per fare una proposta. >>
    Gli occhi della madre si illuminarono. << Accomodiamoci in salotto. >> Batté le mani e ordinò alla ragazza entrata di portare thè e biscotti. << Quale sarebbe questa proposta? >>
    Sorrisi. << Avete iscritto vostra figlia all’Accademia per un motivo, giusto? >> Lei annuì. << Bene, l’ho notata. >>
    << Non ve ne pentirete, Firelord. >>
    << Certo che non me ne pentirò. Ma la domanda va posta a lei; sarà lei a decidere, e a voi di accettare o meno la sua decisione. >> La guardai, stava trattenendo il respiro, agitata. << Ti andrebbe di essere la mia guardia del corpo? >>
    Tirò un sospiro di sollievo, suo padre sbiancò e sua madre divenne verde di rabbia. << Che razza di domanda è? >>
    << Cosa vi aspettavate? >>
    << Cara, calmati. Stai parlando con il Firelord. >>
    << Non mi interessa, lui sottovaluta il nostro rango! >>
    Con molta calma mi alzai. << Se dovevo notarla per qualche altra cosa, allora sareste dovuti venire a palazzo e presentarmela; iscrivendola all’Accademia ho notato solo la sua bravura. >> Mi rivolsi di nuovo a lei. << La decisione spetta a te. >> Mi girai e me ne andai. << Addio, e grazie dell’accoglienza. >>
    Li sentii urlare, e Lee diceva di darle spazio; io ero alla carrozza, sapevo che da lì a qualche minuto mi avrebbe seguito.
    Infatti, uscì poco dopo. << Firelord! >>
    << Si? >>
    << Vengo con voi, ma ad una condizione. >> Le feci cenno di continuare. << Dovrete considerarmi solo ed esclusivamente una guardia del corpo. >>
    Le tesi la mano e l’aiutai a salire in carrozza, dopodiché dissi al cocchiere di procedere.

    Durante il piccolo viaggio la guardai: quel vestito mi istigava a toglierglielo, mi chiamava prepotentemente; dovevo ascoltarlo. Così mi avvicinai a lei e cominciai ad accarezzarle il collo.
    Si girò di scatto. << La promessa… >>
    La zittii poggiandole un dito sulle labbra. << Sarai una guardia del corpo una volta arrivati a palazzo. >>
    Cominciai a baciarle il collo, le labbra, i seni ricoperti dai vestiti; lei di rimando ansimava, si apriva sempre più. Le alzai il vestito e me la misi cavalcioni: sesso contro sesso. L’abbassai lentamente sul mio sesso, mantenendola per il bacino; le sue labbra sulle mie, le sue mani sulle mie spalle, la mia punta completamente dentro…
    << Zuko, piccolo mio. >>
    “Madre, non anche tu…” Mi staccai da Lee a malincuore. << Si madre, scendo. >> Ci ricomponemmo e scendemmo. << Cosa succede? >>
    << Dov’eri finito? Ti cercano tutti. >> Aiutai Lee a scendere dalla carrozza, e quando mia madre la vide le si illuminarono gli occhi. << A trovare una Firelady… >>
    Sorrisi. “Ci sei vicino, madre.” << A dire il vero, è la mia guardia del corpo, Lee. >> Poi mi rivolsi a lei. << Lei è mia madre, Ursa. >>
    << Una ragazza come guardia del corpo? >>
    << Non vedo dove sia il problema… >>
    << Nei pericoli in cui incorri, vuoi far perdere la vita ad una ragazza al tuo posto? >>
    << Madre, per favore… >>
    << Non lo accetto, Zuko. Questo è lo stesso comportamento di tuo padre. >>
    Mi adirai parecchio, e per la prima volta con mia madre. “Cazzo! E’ una tattica!” << Madre, ne parliamo dopo, in privato. >>
    La lasciai così e mi portai Lee dietro.

    Arrivati nella mia camera, venni assalito da Tya. << Mio Firelord, bentornato. >>
    Ovviamente Tya non era vestita, o meglio: i vestiti che aveva, era come non li avesse. Notai lo sguardo piccato di Lee, e decisi di approfittare.
    << Tya, ti ringrazio. >> Le sorrisi. << Tya, lei è Lee, la mia guardia del corpo. Lee, lei è Tya, la mia ancella personale. >> Lee chinò leggermente la testa, così come Tya. << Bene, Lee. Questa è la stanza dove dormo, in questa stanza dorme Tya, e in quest’altra starai tu. >>
    << Praticamente è come se dormissi nella vostra stanza. >> Le guance leggermente imporporate.
    << Sei o no la mia guardia del corpo? >> Poi mi rivolsi a Tya, dovevo trovare una scusa per rimanere un po’ da solo con Lee. << Tya, per favore, prepara un bagno caldo per Lee. >>
    << Si, Firelord. >>
    Appena chiuse la porta, presi Lee per un polso e l’attirai a me.
    << La promessa… >>
    << Un ultimo bacio, poi ti prometto che non ti bacerò mai più… >> Le accarezzai le labbra con le mie, e la baciai: doveva ricordare quel bacio, perché dopo non ne avrebbe più avuti, e doveva vivere del ricordo di questo bacio; in questo modo prima o poi avrebbe ceduto e mi avrebbe baciato lei stessa.
    Almeno era questo il piano.

    Chiarire le incomprensioni
    Il giorno dopo mi svegliai prima di Tya e di Lee, così ne approfittai per “spiarla”; entrai di soppiatto e mi avvicinai al letto: quando dormiva aveva il volto rilassato, dolce, femminile; le labbra dischiuse…
    Si rigirò nel letto scoprendosi completamente: la sottoveste che indossava le si era alzata completamente, scoprendole le gambe tornite e… Lo sentii indurirsi, il solo vederla mi faceva quell’effetto, ma vederla così… Allungai una mano, quando sentii dei rumori provenire dalla stanza di Tya, lasciai perdere ed entrai nella mia camera.
    Tya venne poco dopo. << Mio Firelord, siete già sveglio? >>
    << Si, stamattina il gallo ha cantato troppo presto. >>
    << Ma… Io non ho sentito nessun gallo… >> Mi guardò perplessa.
    Sorrisi, quella ragazza mi faceva tenerezza. << E’ un modo di dire. >>
    << Capito. >> Si mise subito all’opera. Quando vide che ero eccitato, si fermò un attimo, poi lo prese in mano.
    La fermai. << Tya, no. >>
    << Ma il Firelord non può uscire in questo stato. >>
    << Sei la mia ancella, non la mia concubina. >> “E poi voglio la ragazza che dorme di là.”
    << Insisto. >> Non riuscii ad impedirle di fare ciò che voleva.

    Raggiunsi Lee. << Buongiorno. >> Non riuscivo a non sorriderle contento ed eccitato allo stesso tempo.
    << Buongiorno, Firelord. >> Si inchinò.
    << Lee, evita di inchinarti. >> Non la feci ribattere. << Vieni, ti presento il capo delle guardie, Suki. Ti spiegherà quello che devi sapere. >> La condussi da Suki. << Dimenticavo… Quando siamo a palazzo sentiti libera di fare quello che vuoi; quando esco, allora mi verrai dietro come guardia del corpo. >>
    << Si, Firelord. >>
    La lasciai con Suki, facendole capire che Lee era importante. Poi andai da mia madre: dovevo chiarire un malinteso.

    Arrivato a casa di mia madre, trovai Ikem. << Ikem, mia madre è dentro? >>
    Mi guardò con ostilità. << E’ molto arrabbiata con voi; è vero che avete una ragazza come guardia del corpo? >>
    << Si, ma c’è un’altra spiegazione. Ikem, permettimi di parlare con lei così chiarisco il malinteso. >>
    << Non dovrei, ma lei è vostra madre e vi ama davvero molto. Entrate. >>
    Entrai e trovai mia madre seduta al tavolo. << Madre… >> Lei mi guardò solo un secondo, poi girò la testa. << Credetemi c’è una spiegazione… >>
    << Quale, Zuko? Costringere una ragazza a diventare una guardia del corpo… >>
    << Se fosse così, allora non l’avrei aiutata a scendere dalla carrozza, non credete? Non avrei avuto questa piccola accortezza, se fossi come mio padre. >>
    Lei ci pensò su. << Questo è vero. >>
    << Non l’ho costretta, io le ho proposto la cosa e lei ha accettato. >>
    << E i suoi genitori? Sono in cella? >>
    << Liberi, nella loro casa. Credetemi, madre, Lee mi ha seguito di sua spontanea volontà. >> Non parlò e io continuai. << Cosa avete detto appena l’avete vista? Ve lo ricordate? >>
    << Che eri alla ricerca di una Firelady, o meglio che l’avevi trovata. >>
    << Esatto. Madre, in realtà voglio che Lee sia la mia Firelady. >>
    << Allora perché non chiederglielo? >>
    << I suoi genitori lo volevano, per questo l’hanno iscritta all’Accademia, desiderando fossi io ad allenarla; sapevano che non avrei resistito. >>
    << Quindi è anche per mettere al loro posto i genitori? >> Era scettica.
    << No, voglio che Lee conosca tutto di me, che si innamori… >>
    << Tu la ami? >>
    Ci pensai un po’: una bella domanda a bruciapelo. << Non lo so, so solo che la desidero ardentemente. Però sono sicuro che prima o poi riuscirò ad imprimermi anche i suoi sorrisi. >>
    << Se davvero la ami, allora ti darò il mio appoggio. Se la desideri solo, come desideravi Tya, allora no. >>
    << Tya, era solo un ripiego… >>
    Baciai mia madre, l’abbracciai, contento di averci fatto la pace, e me ne andai.

    Un’altra giornata piena di udienze; stavo pensando di aprire un’istituzione che si occupasse delle beghe del popolo, non perché non volessi, ma c’erano troppe persone che chiedevano udienza per delle stupidaggini.
    Recuperai Lee. << Ti ho trovata. >>
    << Come mai? >>
    << Sto uscendo. Vado da Aang. >> Rimase ferma. << Sei stanca di essere una guardia del corpo? >> Mi avvicinai a lei. << Vorresti stare nel mio letto? >>
    Le guance le si imporporarono, sia di imbarazzo che di indignazione. << No! Suki mi ha detto che probabilmente non mi avreste fatto venire da Aang. >>
    “Ecco cos’era.” << Normalmente è così, i miei allenamenti con Aang sono uno svago che tengo solo per me; ma tu sei speciale. Cosa fai vieni o no? >>
    << Arrivo. >>

    Arrivai a casa di Aang, e Katara mi diede il benvenuto. << Ciao, Zuko. >>
    << Ciao, Katara. >> Come al solito l’abbracciai e le baciai la guancia.
    << Cosa stai facendo? >> Aang apparve da dietro la casa.
    << Allora sei qui… Ed io che stavo mandando via Lee per spassarmela con tua moglie. >> Strinsi più forte Katara a me. << Cosa ne dici di abbandonare l’Avatar e di essere la mia Firelady? >>
    << Quando la finirete? >>
    Io ed Aang ridemmo di gusto, sotto gli occhi di una Lee completamente spaesata. << Ciao, Lee. >>
    << Maestro Aang. >> Si inchnò.
    << Katara, lei è Lee, la mia guardia del corpo. Lei è Katara, la moglie di Aang. >>
    << Guardia del corpo? >>
    << Non guardarmi così, Katara. >>
    << Il Firelord non mi ha costretta, sono stata io a seguirlo. >>
    << Non dovresti difenderlo. >>
    << Zuko, lasciamo Katara e Lee a parlare tra donne, andiamo ad allenarci. >>
    << Si. >> Mi tolsi il kimono, rimanendo a torso nudo, guardando Lee: arrossita fino alla radice dei capelli. “Cedi. Mi desideri almeno quanto ti desidero io.”
    << Vieni, Lee. >> Katara la trascinò.
    Le guardai fino a che non scomparvero dietro la porta di casa.
    << Ne sei proprio cotto. >>
    Guardai il mio amico. << Sai che mi sembri un folletto in questi casi? >>
    << Stai evitando la questione. >>
    << Probabile. Andiamo ad allenarci. >>

    Finimmo di allenarci e ritornammo a casa. Varcata la soglia vidi le ragazze ridere di gusto, e Lee si era liberata dell’armatura: aveva un sorriso meraviglioso, che non ero mai riuscito a vedere.
    << Katara, amore mio, non ci hai portato le birre. >>
    << Zuko non la merita, per aver fatto di Lee una guardia del corpo, e neanche tu, per essere stato suo complice. >>
    Tra risate e chiacchiere varie si fece tardi, e per me e Lee l’ora di tornare.

    Sulla strada del cammino chiacchierammo.
    << Quindi non rinunciate davvero mai ai vostri allenamenti con il maestro Aang… >>
    << No, e ad essere sincero il più delle volte lascio tutti è vengo qui. >>
    << E… >> Il suo esitare mi fece voltare verso di lei: la dolcezza fatta persona. << Voi e Katara… >> Avevo capito cosa voleva dire, ma guardarla in quello stato era troppo bello. << Ecco… Non avete nessuna storia…? >>
    Non riuscii a resistere, mi avvicinai al suo orecchio. << Perché? Sei gelosa? >>
    Si girò di scatto, con le fiamme al posto delle guance. << No, la mia è solo curiosità. >>
    “Oh, certo. “ << Tempo fa tutti credevano che avessi una storia con lei; all’inizio anche Aang credette a queste voci, ma adesso… E’ diventato il nostro gioco. >>
    Anche se di sottecchi, la vidi tirare un sospiro di sollievo. << Ho capito. >>
    Se volevo che lei si aprisse con me, dovevo fare altrettanto. Il mio piano stava andando bene.

    Amore e gelosia
    Le giornate trascorsero lente. Non succedeva mai nulla di strano.
    Ero in contatto con una delle guerriere di Kyoshi di Suki, inviate con Helios, per cui sapevo tutti gli spostamenti e i comportamenti del principe straniero. Mi chiedevo chi stesse cercando: sicuramente non era una persona pericolosa, altrimenti l’avrei saputo; allora chi poteva essere?

    Lee era quasi sempre con Suki: voleva imparare anche la loro tecnica di combattimento. A volte me ne stavo lì a guardarle, affascinato, altre invece dovevo starmene tranquillo nella sala del trono.

    Tya prese l’abitudine, ogni mattina, di soddisfarmi; almeno ci provava… Non che non apprezzassi la cosa, perché parlando chiaramente, ogni uomo viene se sta tra le cosce di una donna, ma non mi soddisfaceva mai a pieno.

    Lee non veniva mai nella mia camera, a meno che non la chiamassi io per darle disposizione sul giorno successivo. Più di una volta, solo per stare in sua compagnia, uscivo a fare una passeggiata.
    Mi comportavo bene con lei: mantenevo la promessa fattale, anche se risultava sempre più difficile. Forse dovevo essere masochista, perché ogni sera entravo di soppiatto nella sua stanza per guardarla dormire: il volto così sereno, le labbra dischiuse, la posizione fetale, e quella sottoveste… Era quello il vero motivo per cui la guardavo dormire: lei durante il sonno si muoveva, finendo sempre per scoprirsi, e quel pezzo di stoffa (che in quei momenti adoravo) mi dava l’opportunità di vedere le sue cosce, muscolose, senza esserlo troppo, i suoi glutei sodi (oh, quanto erano sodi, il loro ricordo era ancora impresso nelle mie mani) e la sua caverna, che più di una volta ero sul punto di esplorare.

    Un giorno sentii delle risate provenire dallo spiazzale, così andai a vedere: lei era lì che rideva e scherzava con una delle guardie del fuoco, un uomo muscoloso, della mia stessa età, che le sorrideva con fare “provocatorio”. In quel momento (sapevo benissimo che non era così) mi sembrò che facesse la gatta morta: mi venne una voglia irrefrenabile di rinchiuderla nella mia stanza, dove nessuno poteva provarci con lei.
    Mi fermai un attimo. “Cosa… Gelosia… Sono geloso di una stupida guardia? Ma se sono geloso di quello, se desidero chiuderla nella mia stanza, se non riesco a fare a meno di vederla sorridere almeno una volta al giorno… Me ne sono innamorato… E’ l’unica spiegazione, altrimenti non si spiegherebbe del perché mi ostino a mantenere una promessa che odio. Se non l’amassi, cosa me ne importerebbe di mantenere una promessa? L’avrei già presa con o contro la sua volontà…” Alla fine mia madre poteva stare più che tranquilla… Solo, adesso mi chiedevo quando me ne fossi innamorato. Li interruppi, dovevo farlo. << Lee. >>
    Si girò che stava ancora ridendo, mentre l’uomo scattò sull’attenti. << Si, Firelord? >>
    Guardai in malo modo l’uomo, che si ostinò a rimanere lì. << Ho voglia di fare una passeggiata. >>
    << Firelord, perdonate la mia arroganza, ma io e Rufus stavamo parlando… >>
    “Rufus?” Lo chiamava anche per nome? << Tuttavia, Rufus, ha da fare… >> Scandii bene il nome dell’essere. << Non è così, Rufus? >>
    Dovette capire qualcosa, perché guardò me, poi lei. << E’ vero, avevo dimenticato che ero di ronda. Ciao, Lee. Buona giornata, Firelord. >> E sparì dalla mia vista prima di essere incenerito.
    << Non ha nessuna ronda… >>
    << Ma tu gli stavi sorridendo… >>
    Mi guardò meravigliata. << Non sarete geloso? >>
    L’afferrai e me la strinsi contro, le presi il mento e, con le labbra che si sfioravano, le sussurrai. << Mantengo la promessa per un motivo, e non mi va per niente che tu ti avvicini a qualcun altro… >> Anche se desideravo baciarla e mancavano pochi millimetri tra noi, non lo feci.
    Ma lei desiderava essere baciata, le sue labbra mi supplicavano. << Vostra o di nessuno? >>
    Potevo mai dirle la verità? No, ovviamente. In fondo sono Zuko. << Esatto. >> La lasciai e andammo da Aang.

    Arrivati da Aang, salutai Katara, e prima di allenarci parlai con entrambi. << Cosa ne dite di una vacanza? >>
    << I tuoi impegni a corte sono troppo onerosi, Firelord? >> Katara rise.
    << No, dolcezza. Ma ho bisogno di una pausa. >>
    << Stai pensando all’isola di Ember, vero? >>
    << Come fare a non pensare a quell’isola; l’ultima volta che ci siamo stati ci siamo divertiti da matti; nonostante ci fosse una guerra imminente. >>
    << Chiamiamo anche Sokka, Suki e Toph? >>
    << Certo. >>
    << Oh, Aang, andiamoci, voglio vedere il mare, voglio rilassarmi… >> Gli si avvicinò e gli si sedette sulle gambe. << E poi l’aria di mare può solo farci bene. >> E lo baciò, castamente, ma nell’aria si sentiva la tensione sessuale tra i due.
    Guardai Lee: mi guardava, forse ripensando al bacio che non aveva avuto; infatti arrossì poco dopo, confermando la mia ipotesi.
    Dopo questo piccolo dialogo io ed Aang ci allenammo, poi me ne tornai a palazzo con Lee: saremmo partiti tra una settimana.

    La mattina dopo, dovevo sfogare la rabbia: presi la mia sciabola doppia, quella che usavo come Spirito Blu, e andai nel piazzale ad allenarmi. L’allenamento con le spade mi rilassava, pienamente.

    Qualche mattina dopo, come suo solito Tya si “occupava” di me, ma quella mattina non le diedi la possibilità di fare da sola: lei era sotto di me, e io le pompavo dentro frenetico, pieno di gelosia, ancora incazzato nero per l’episodio di qualche giorno prima.
    Ad un certo punto Lee aprì la porta. << Firelord! >> Sapeva che ero già sveglio e pronto, e appena vide la scena si immobilizzò. Durò tutto una frazione di secondo: nei suoi occhi vidi stupore, imbarazzo e gelosia; quando vidi la gelosia feci finta di nulla e continuai a pompare. Stavo rischiando parecchio, comportandomi a quel modo.
    << Se non è urgente, Lee, va fuori. Come vedi sono impegnato. >>
    Il suo volto si tinse di un rosso meraviglioso. << Mi scusi, Firelord. >> Chiuse la porta.
    Io continuai, facendo caso alla faccia di Tya: aveva un’espressione soddisfatta, e non solo per il sesso.

    Edited by MissSchiffer - 28/7/2014, 14:24
     
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    Sull'isola di Ember
    Quando finii con Tya, mi lavai e mi vestii; poi uscii. Volevo cercare Lee e sapere cosa voleva, ma decisi che era meglio farla cuocere nel suo brodo.
    Camminando sentii arrivare da un piccolo piazzale, precisamente quello dove mi allenavo da solo con le spade, grida e fendenti. Mi affacciai alla balaustra e vidi Lee impegnata a distruggere un palo di legno con fendenti di spada, ogni colpo un urlo di sfogo, un urlo di rabbia.
    Ma quello, unito al suo abbigliamento, non faceva altro che eccitarmi: aveva un corpetto che le metteva in risalto la vita sottile e spingeva i seni all’insù, dei pantaloni che le fasciavano le gambe alla perfezione, ed era a piedi scalzi.
    << Se non sai come usare la spada puoi solo farti male. >>
    Si calmò. << Questo è quello che dite voi. >>
    Mi avvicinai e le tolsi l’arma dalle mani. << Eri venuta per chiedermi di insegnarti? >>
    Arrossì ripensando a quello che aveva visto. << Vi avevo visto l’altro giorno, per caso. Sono rimasta estasiata e mi sono chiesta se potevate insegnarmi. Non intendevo interrompere. >>
    << Per imparare non si usano le lame vere. >> Andai nel capanno dove c’erano tutte le armi, posai quella che aveva preso e ne presi due di legno. << Iniziamo con queste. >>
    << Con dei giocattoli? >> Per tutta risposta le menai un fendente sul sedere. << Ahia! >>
    << Anche i giocattoli possono fare male. >>
    << Ma se tra qualche giorno dobbiamo partire… >>
    << Posso insegnarti anche sull’isola di Ember. >>
    << E il vostro riposo? >>
    << Questo per me E’ riposo. Avanti, questa è la prima posizione. >> Così cominciai ad insegnarle.

    Finalmente partimmo. Eravamo tutti e nove su una mongolfiera. Lee conosceva quasi tutti; presentai Tya a tutti quanti, si fui “costretto” a portarmela dietro; non mancarono le battute di Toph.
    << Da quando sei Firelord, ti dai da fare, eh? >>
    << Non sono la sua amante, sono la sua guardia del corpo! >> Lee divenne totalmente rossa, facendomi sorridere, cercando di “giustificare” la sua presenza. Tya se ne stava al riparo, odiava le alte quote.
    << E detto in quel tono, dovrei crederti? >> Anche se Toph non riusciva a vedere, visto che non c’era terra, riusciva a sentire le bugie.
    Non che quella di Lee lo fosse; ma si poteva dire che eravamo quasi amanti.
    << Dai, Toph. La stai imbarazzando. >> Decisi di andare in suo soccorso.
    Risero tutti e Lee decise di cambiare discorso. << Quindi siete quasi tutti dominatori? >>
    << Certo. Io, ad esempio, ho il dominio della simpatia. >>
    << Sokka, tu hai solo il dominio della stupidità! >> Katara e Suki gli furono addosso.
    Notai che stavamo per arrivare all’isola di Ember. << Lee… >> La feci avvicinare a me e affacciare. << Benvenuta all’isola di Ember… >>
    << Wow… >> Ne era affascinata.

    Appena toccammo terra Sokka si esaltò. << Chi viene a fare un giro in barca!? >>
    Katara, Aang, Suki e Tya andarono con lui; Toph invece voleva stare a contatto con la terra e decise di andare nell’entroterra.
    << Tu cosa vuoi fare, Lee? Non vai con loro? >>
    << A dire il vero, se non vi è di peso, vorrei allenarmi. >>
    << Sia. Seguimi. >>
    Così io e la mia piccola Lee ci allenammo.

    La sera si decise la disposizione delle tante stanze del piccolo palazzo: le due coppie avrebbero avuto delle stanze tutte per loro; Toph, Tya e Lee avrebbero dormito insieme in una stanza e io da solo… Sì, non avevo permesso a Tya di dormire con me, anche se l’aveva proposto.
    Dopo aver chiacchierato davanti al falò, riso e scherzato andammo tutti a dormire.
    Ma ovviamente dopo un paio di ore si sentivano per tutto il palazzo le grida di Katara e Suki, che stavano “intrattenendo” i rispettivi mariti. Ero esasperato, eccitato (e non perché avevo sentito loro, ma avevo sognato Lee) e non riuscivo a sentire quei quattro; così uscii a fare una passeggiata sulla spiaggia sotto il chiarore della luna piena.
    Dopo poco vidi un spettacolo che non poteva essere descritto a parole: in una parte appartata della spiaggia vidi Lee che faceva il bagno, completamente nuda, sotto il chiarore della luna. Era una visione… Ancora adesso non riesco a trovare parole adatte per descriverla; ma forse neanche esistono parole del genere. A terra notai la sua adorabile sottoveste e un telo; così mi sedetti e mi godetti lo spettacolo.
    La vidi uscire dall’acqua, mi eccitai come un dannato vedendola uscire, bagnata, appagata… Mi si avvicinò, ma quando si abbassò per raccogliere il telo mi notò.
    << Voi? >> Si coprì con le mani.
    << Coprirsi è inutile: non solo ti ho guardata adesso, ma considerando le volte che ti ho guardata prima… >>
    << Con voi è sempre meglio coprirsi. L’ho capito a mie spese. >>
    La tirai a me, facendola cadere e stendendola sul telo. << Non mi sembra che la cosa ti sia mai dispiaciuta… >>
    Il suo sguardo si indurì. << Primo: state rompendo la promessa; secondo: avete Tya, no? Non vedo perché dovrei sottostare ai vostri capricci. >> Vidi che se ne pentì subito: aveva detto troppo; il troppo che confermava i miei pensieri.
    << Tya è solo un ripiego… Quella che desidero sei solo tu… >> La vidi sciogliersi: dovevo attaccare adesso! Le baciai il collo, descrissi il contorno della sua mascella e arrivai al suo orecchio. << Sono disposto a commettere qualsiasi follia per te… >>
    Le gemeva sotto i miei baci. Le accarezzai la coscia destra, arrivando alla sua femminilità. << Davvero qualsiasi? Anche uccidere l’Avatar? >>
    Senza mai smettere di baciarle ogni centimetro di pelle, le risposi. << Se è un tuo desiderio, si… >> Non stavo mentendo preso dall’eccitazione: l’avrei fatto davvero.
    Mi aprì le gambe, avevo detto le parole che mi permettevano l’accesso alla sua caverna. Le avvicinai la mia punta e cominciai a spingere delicatamente, trovavo una leggera resistenza e poi non volevo farle male.
    << Zu..ko… >>
    “Oh, piccola… Ti desidero così tanto…" Spinsi ancora.
    Lei si girò verso il mare; poi la sentii irrigidirsi, e non per la paura di quello che stava per succedere. << No!>> Mi spinse via, forte del fatto che mi aveva sorpreso. << Non posso concederti la mia verginità. Per me è troppo importante. >> Prese il telo e la sottoveste e scappò a casa.
    “Importante? E adesso cosa significa? Certo che mi farà ammattire ancora di più se fa così: mi desidera, ma qualcosa la blocca.” << Cosa mi nascondi, mia piccola Lee…? >>

    Edited by MissSchiffer - 28/7/2014, 14:25
     
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    La verità su LEE
    La mattina dopo mi svegliai troppo eccitato, così mi alzai e andai ad allenarmi. Appena arrivai fuori mi stiracchiai, e notai che anche Aang si era svegliato e si stava stiracchiando.
    << Buongiorno… >>
    << Giorno, Aang… Mattiniero? >>
    << Il mattino ha l’oro in bocca. Tu piuttosto? Hai una faccia orribile. >>
    << Lasciamo perdere… Ti va di allenarti un po’? >>
    << Non c’è bisogno di chiederlo… >>
    Ci allenammo; gli tenevo testa come sempre, anzi, siccome combattevamo senza usare i domini, gli ero anche superiore. Ma riuscì ad atterrarmi per una mia distrazione: dietro di lui passarono le ragazze e Lee era coperta da un leggero vestito di lino bianco, che lasciava poco all’immaginazione.
    << Ho vinto! >> Neanche stavo ascoltando il mio amico, troppo impegnato a seguire la forma di Lee fino a quando non sparì dalla mia vista. << Zuko… Ci sei? >> Mi sventolò la mano davanti agli occhi, poi guardò nella mia stessa direzione, appena in tempo per vedere le ragazze sparire. << No, non ci sei… >>
    << Ci sono… >>
    << Oh, certo… >> Mi si sedette accanto. << E’ successo qualcosa tra voi? >> Lo guardai. << L’hai portata qui per questo, no? >>
    << Per chi mi hai preso? L’ho portata qui per riposare e lei è comunque la mia guardia del corpo. Poi non potevo lasciarla a palazzo con Rufus… >> Scandii bene il nome. << Che le gironzola intorno. >>
    << Sei geloso? >>
    << Da morire. Soprattutto dopo aver visto come risponde ai miei baci e alle mie carezze… >> Mi passai una mano sul volto. << C’ero vicino, Aang… >>
    << Interessante… >>
    Appena sentì Sokka, Aang saltò, io lo avevo già sentito da tempo. << Quando sei arrivato? >>
    << Già da un po’. >>
    << Così è vero: Lee è la tua amante. >>
    << No, Sokka. Non è una semplice amante. >>
    << Allora vuoi farne una Firelady? >>
    << Ci sei arrivato, alla fine… >>
    Aang lo canzonò, e cominciarono a prendersi in giro.
    Poco dopo le ragazze ci raggiunsero. Suki e Katara, saltarono ai colli dei loro rispettivi mariti; quello mi riportò in mente la serata precedente. << Voi quattro, dovreste fare più piano, la sera. C’è gente che vuole dormire, la notte. >>
    Karata, Suki e Tya arrossirono. << Io ho risolto il problema: visto che Suki e Sokka sono dieci anni che fanno casino, dormo su un’amaca e con dei batuffoli di cotone nelle orecchie. >>
    << E poi, mia dolce Katara, sono sicuro che riuscirei a farti ulrare anche di più. >> Non riuscii a resistere dallo stuzzicarla.
    << Smettetela! >> Katara mi guardò. << Me ne stavo dimenticando… Lee mi ha detto, testuali parole: potresti dire al Firelord che lo aspetto, lui sa dove, per parlargli di una cosa importante? >>
    Lasciai tutti e corsi da lei. Ne ero sicuro: voleva parlarmi del giorno precedente.

    La raggiunsi; era nello stesso posto dove la sera prima stavamo quasi per… Era appoggiata ad uno scoglio; le mani giunte poggiate giù, il vestito le scopriva la spalla fin quasi a rivelare il seno destro, i capelli bagnati…
    << Di cosa volevi parlarmi, Lee? >>
    Lei mi diede un’occhiata, poi tornò a fissare il mare. << Non ho dormito stanotte, pensando a quello che è successo… >>
    Sorrisi, amareggiato. << Guarda un po’, una notte insonne passata separati… Peccato che non sia per lo stesso motivo.>>
    Quasi mi fulminò. << Non credere che io sia fatta di metallo. Certo non è il motivo principale, ma non ho dormito anche per quello. >>
    << E adesso vorresti rimediare? >>
    << Per niente. Ma ti devo una spiegazione. >> Sì, era passata al tu.
    << Ascolto. >>
    << Lee non è il mio vero nome… >>
    << Lo avevo capito… Sai, avevo usato lo stesso nome quando volevo ricominciare una nuova vita a BaSing Se… >>
    << E non vengo dalla tribù dell’acqua; però vengo da un luogo dove l’acqua la fa da padrona. >> Si prese una breve pausa e mi si sedette vicino. << Il mio regno si estende fino a qui: è il regno delle profondità marine. Siamo un popolo pacifico; il più delle volte veniamo protetti dalle sirene, che incantano gli uomini spingendoli ad annegare. E furono loro ad aiutarci a costruire le nostre città sottomarine. >> Tante domande mi frullavano in testa, ma decisi di farla finire. << Devo chiederti scusa perché io e i miei genitori ci siamo, in un certo senso, insediati nel tuo regno, senza dirti nulla, senza presentarci. Ma la verità è che i miei genitori hanno deciso di scappare e io ho dovuto seguirli. >>
    << Scappare…? >>
    << Siamo in guerra. Mi era stato offerto un ultimatum, ma non ho voluto accettare; così i miei genitori mi hanno portata qui. Quando mi dissero che mi avrebbero iscritta all’Accademia ne sono stata felice: avrei imparato una nuova tecnica di combattimento. Ma quando mi dissero che mi avrebbe allenato il Firelord, capii il loro piano, e decisi di travestirmi… >>
    << Eri convinta che non ti avrei insegnato? >>
    << Non lo avete fatto, comunque… >> Il suo sguardo: ne era delusa, voleva davvero che le insegnassi.
    << In quel mese che ti ho allenata, pensando fossi un ragazzo, non ho dormito la notte; proprio per lo stesso motivo della scorsa notte. >> Non parlò, ma arrossì. << Continua… >> Poi ci pensai: le era stato offerto un ultimatum? << Sei la principessa di quel regno? >>
    << Si… Mia madre era una sirena e mio padre un semplice umano. Come figlia di coppia mista posso scegliere se appartenere ad una fazione o all’altra… >>
    << Ed ecco che entra in gioco la tua verginità… >>
    << Già… Amo il mare; per me diventare umana e non poter più respirare sott’acqua è un’agonia… >>
    Come potevo costringerla? La desideravo ancora di più, ma volevo rispettare il suo desiderio. “Devo essere davvero pazzo…”
    << Però non voglio che uccidiate l’Avatar… >>
    Sorrisi, con malizia. << Lo avevo capito… Ma davvero farei qualsiasi cosa per te… >> Arrossì. “Ma quanto è dolce? Così vedo il tuo lato femminile.” << Allora, qual è il tuo nome? >>
    << Mi chiamo Selene… >>
    Risi: amareggiato e sorpreso. << Conosci la storia della luna e del sole? >>
    << No. >>
    << Il sole era innamorato della luna, ma ogni volta rischiava di bruciarla. Gli dei furono clementi e gli permisero di incontrarsi due volte al giorno… >>
    << All’alba e al tramonto… >>
    << Esatto. E gli concessero il privilegio di stare insieme una volta ogni quattro anni… >>
    << L’eclissi… >> Annuii. << Ma cosa c’entra col mio nome? >>
    << Hai il nome della luna, mentre io rappresento il sole… Nonostante voglia stare con te, non posso… >>
    Feci per alzarmi, ma lei mi bloccò. << Firelord! >> Mi girai a guardarla: fece scivolare il vestito ai suoi piedi, mi bloccai, deglutendo più volte. << Farei qualsiasi cosa per il mio regno. Concedetemi il vostro aiuto, in cambio vi darò tutto quello che volete. >>
    << Tutto? >> Mi umettai le labbra, la desideravo troppo. Lei annuì. Le saltai letteralmente addosso, ricoprendola di baci; ma lei era assente, così mi fermai. << Mi ecciti, ti desidero. Ma sei assente. Continuerò a trattenermi, fin quando non lo vorrai… Non ho intenzione di violentarti… >>
    La lasciai e me ne tornai indietro.

    La settimana trascorse tranquilla e NULLA mi faceva pensare che la sera prima della partenza potesse succedere una cosa simile…
     
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    La passione è forte e il nemico alle porte
    Era l’ultima sera prima di partire; me ne stavo nel letto, incapace di prendere sonno, un po’ per quei quattro che si davano da fare, un po’ per l’estate della Nazione (che equivale a stare vicino ad un vulcano in eruzione). Ero nudo, le finestre aperte, cercando di godere di ogni alito di vento; quando sentii dei passi fuori alla porta: passi di qualcuno allenato. Aang, Suki e Lee erano allenati: ma Suki ed Aang erano “impegnati”.
    Mi alzai silenziosamente e mi appostai vicino alla porta, in penombra; la porta si aprì e lei entrò (poteva essere solo lei), la riconobbi dal suo odore, la richiuse e io agii: l’afferrai per un polso e per il collo (senza strozzarla) e l’appoggiai alla porta.
    << Cosa ci fai nella mia stanza? >> Glielo sussurrai all’orecchio.
    << Volevo parlarvi… >> Sussurrava a sua volta, ma con un tono eccitato.
    La guardai: era nuda. << Hai caldo? >> La mano sul suo collo cominciava a scivolare giù, lentamente; le mie labbra si avvicinavano alla sua pelle.
    << Anche… >>
    << Entrare a quest’ora nella stanza di un uomo… >> Le sfiorai la pelle con le labbra. << Sai cosa significa? >> Lei annuì; la sentii deglutire. “E’ davvero eccitata, su di giri. Questa è la volta buona.”
    Le baciai il collo, descrissi il contorno della sua mascella fino ad arrivare alle sue labbra, che divorai; la mano scese implacabile fino ad arrivare al suo seno destro, che presi completamente in mano plasmandolo, modellandolo, godendo nel sentire il capezzolo che fuoriusciva per me; lo pizzicai leggermente, mentre lei mi gemeva in bocca; lasciai le sue labbra per scendere, lasciando una scia di baci, fino al capezzolo: lo baciai delicatamente, facendola fremere, sentivo che tutta la sua pelle fremeva; diedi qualche leggero colpo di lingua; feci cerchi attorno al capezzolo; me lo misi in bocca e cominciai a suggere delicatamente.
    La mia mano sinistra continuava a scendere, mentre la destra le teneva il polso ancorato alla porta; arrivai tra le sue gambe e cominciai a fare cerchietti sul clitoride, quando aprì leggermente le gambe, le infilai un dito dentro: era pronta… Era venuta da me con quell’intenzione…
    << Zuko… >>
    Persi la testa: lasciai il capezzolo e la buttai sul letto. Il chiarore della luna colpiva esattamente il letto, illuminandolo, così potei vederla: il suo sguardo era appannato; il respiro affannato e le gambe ben divaricate. “Cazzo…” Volevo trattenermi, non volevo farle male, ma non ci riuscii.
    Mi posizionai tra le sue cosce; gliele accarezzai entrambe, fino a fermarmi dietro alle ginocchia; gliele afferrai e cominciai a spingermi dentro di lei: entrava con una facilità impressionante.
    Nel fare questo la guardai: la sua espressione di puro piacere mi dava alla testa, mi spingeva a prenderla fino a lasciarla esausta. Ero a un passo dal varcare il confine, quando sentii bussare alle porta.
    << Zuko, devo parlarti. >> Aang…
    “Ma non stavi scopando con tua moglie?” Mi alzai di malavoglia, aprii la porta ed uscii. << Cosa succede? >>
    << E’ appena arrivato un falco messaggero con questo per te. >>
    Lessi il messaggio. << Fortuna che domani torniamo… >>
    <>
    << No, il tizio dell’altra volta… Buona notte, Aang. >>
    << Buonanotte, Zuko. >>
    Entrai e trovai la stanza vuota: la principessa era scappata dalla finestra.

    La mattina dopo, mi svegliai prima di tutti, così ne approfittai per andare nella camera delle ragazze: Toph se ne stava tranquilla sulla sua amaca, Tya dormiva nuda e Lee (l’avrei sempre chiamata così) se ne stava nuda in una posizione davvero sexy.
    Mi avvicinai a lei e cominciai ad accarezzarle delicatamente la pelle con la punta delle dita; mi godevo la vista dei suoi capezzoli che si indurivano; il solco tra i seni, l’ombelico, il clitoride: le infilai il medio dentro, deciso. Nello stesso istante lei aprì gli occhi sorpresa e io le tappai la bocca per non farla urlare.
    Muovevo il dito frenetico e mi abbassai al suo orecchio. << Ti piace, non è così? Immagina qualcosa di più grande che si muove alla stessa velocità… >> Piegò le gambe, per sentire meglio il dito dentro di sé; la sua espressione era spettacolare. Sfilai il dito, velocemente, la guardai mentre me lo leccavo, poi le sussurrai. << Buongiorno, principessa… >> Uscii dalla porta e rientrai spalancandola e facendo baccano, Tya si alzò di scatto. << Buongiorno! >>
    << Buongiorno, Firelord… >>
    Mi avvicinai a Toph e, prima di fare qualsiasi cosa, le passai la mano sul braccio, senza toccarla, in modo da farle sentire il mio calore; appena si mosse le tolsi i batuffoli di cotone dalle orecchie e le sussurrai. << Buongiorno, piccola Toph. >>
    << Sei un gran rompiscatole, Zuko… >>
    << Lo so, ma abbiamo due ore per partire. >> Lasciai le ragazze e mi diressi alle camere degli sposi. Picchiai pesantemente alle porte. << Sveglia dormiglioni! Dobbiamo partire! >>
    Me ne dissero di tutti i colori, ma dopo due ore partimmo.

    Arrivati a palazzo andai subito nella sala del trono, lasciando libera Lee. Lì mi aspettava il principe Helios. << Bentorato, principe. >>
    << Firelord… >> Si inchinò.
    << Cosa vi riporta qui?>>
    << Devo, innanzitutto, ringraziarvi per avermi concesso i vostri nove uomini; ma purtroppo non sono riuscito a trovare la persona che cercavo. Sono qui per chiedervi ancora aiuto. >>
    << A questo punto però non so come aiutarvi. >> Ci pensai, poi feci chiamare uno scriba. << Descrivete la persona che cercate, farò circolare la vostra descrizione tra tutte le guardie e i soldati, appena la troveranno la porteranno al palazzo e io vi chiamerò. >>
    << La ringrazio, Firelord. >> Entrò lo scriba, a cui dissi di scrivere per filo e per segno la descrizione, e lui cominciò. << E’ una ragazza di straordinaria bellezza… >>
    Sorrisi. << Permettetemi di dirvi che di ragazze di straordinaria bellezza ne ho viste solo tre, di cui due sono mie grandi amiche… >>
    << Tuttavia, questa ragazza è davvero particolare… Ha lunghi capelli neri dai riflessi blu e ciocche fucsia… >>
    “Sembra stia descrivendo Lee…”
    << Le labbra sono carnose e rosse… Ma sono gli occhi a catturare l’attenzione: sono blu oceano e un filo verde acqua intorno alle pupille… >>
    “Non può essere…” Mi bloccai, mi si fermò il respiro: aveva descritto Lee. << Cosa cercate da questa ragazza? >>
    << E’ la mia futura sposa… >>
     
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    La gelosia è una brutta bestia
    La sua futura sposa… Non riuscivo a crederci, non poteva essere vero. LEI E’ MIA!
    Usai tutto il mio sangue freddo e congedai il principe; appena uscì dalla sala scappai, andai a cercare Lee. La trovai in un pazziale a parlare, ancora, con Rufus; mi salì il sangue alla testa. << Lee! >> Appena Rufus mi vide, si mise sull’attenti, mi salutò e sparì. “Bravo, sparisci!”
    << Cosa vi succede? >> L’afferrai per un polso, facendole male, e la trascinai nella mia stanza, sotto gli occhi allibiti di mia madre che passava in quel momento. << Mi fai male! Lasciami! >> La buttai sul letto, le montai sopra e le strappai i vestiti di dosso. << Lasciami! >>
    Aveva i vestiti strappati, sotto di me. << Mi hai detto tutto? >>
    << Di cosa parli? >>
    << Parla! >>
    << Ti ho detto tutto! >>
    “Basta!” << Sei stata promessa! >>
    << E da dove ti è uscito? >> Ci pensò solo due secondi, e la sua espressione mutò, da furiosa a piena di terrore. << E’ qui… Mi ha seguita fin qui… >>
    << Ci sono cascato, sono stato al tuo gioco. Ora basta. Ti sei divertita abbastanza, alle mie spalle. >> Mi alzai liberandomi il sesso: questa volta non mi sarei fermato, niente mi avrebbe fermato. Le allargai le cosce.
    << No, aspetta! >>
    << Hai parlato abbastanza… >>
    << E’ la verità! Tutto quello che ti ho detto… >>
    << Mi dici che per te è importante la tua verginità, ma la verità è che devi sposarti… >>
    << No! Non è così… >> Vidi le lacrime formarsi e scendere sulle sue guance. << Venne nel mio regno come visitatore; quando se ne andò mi propose di seguirlo, di diventare sua moglie. Gli dissi di no. Dopo qualche mese mi diede un ultimatum: o sarei diventata sua moglie oppure avrebbe dichiarato guerra… >>
    << Non hai accettato… >> Fece cenno di no con la testa. << Cosa vuoi fare, adesso? >>
    << Vi prego, Firelord, aiutatemi… >>
    Stavo diventando una bestia, ma la volevo per me. << Ti aiuterò solo se rimarrai sempre qui a palazzo. >>
    << Come il mio Firelord desidera… >>
    La lasciai e uscii dalla stanza.

    Convocai Aang, Katara, Toph, Sokka e Suki in una riunione speciale.
    << Cosa succede? >>
    << Abbiamo un nemico che gira libero nel nostro territorio. >>
    Si sedettero tutti. << Spiegaci bene… >>
    Gli spiegai la situazione. << Adesso, Suki e Sokka, dovreste andare a prelevare i suoi genitori e portarli qui. Farò di tutto per impedirgli di portarmela via. >>
    << Il tuo è solo un capriccio; io non ti seguo… >> Potevo capire Toph.
    << Ti sbagli, Toph. Il suo non è un capriccio; ne è davvero innamorato. >>
    << E lo è anche lei… >> Guardai Katara.
    “Cosa sai che io non so?” << Cosa vuoi dire? >>
    << Devi scoprirlo da solo, Zuko. Questa volta non ti aiuto. Bene, ragazzi mettiamoci al lavoro. Toph, allora non sarai dei nostri? >>
    << Zuko, rispondi: la ami? >>
    Lei poteva percepire le bugie: diceva che cambiava il tono di voce e poi sentiva delle particolari vibrazioni. << Si… >>
    << Allora diamoci da fare. >>
    << Grazie ragazzi. >>
    << Beh, siamo la Gaang, dopotutto. >>
    Uscirono e io rimasi solo nella sala delle udienze. Quando la porta si aprì e ne entrò mia madre. << Finalmente ti ho trovato. >>
    << Madre… >>
    << Cosa ti salta in mente? Lee è la tua guardia del corpo, non una prostituta… >>
    << Madre… >>
    << No, Zuko. Non è un comportamento che accetto. >>
    Misi le mani sul tavolo e mi alzai. << Adesso mi state a sentire. Ho perso la testa. Sono mesi che le sto dietro, che la desidero, che perdo il sonno; vedendo come risponde alle mie attenzioni emi ha dato la speranza che potesse accettare di essere la mia Firelady… Ma vengo a scoprire che qualcuno si considera già suo marito, un qualcuno che le ha dichiarato guerra. >> Mi guardò perplessa. << Lee non è una semplice guardia del corpo. La vedevo adatta come Firelady perché lei ha sangue reale nelle vene: è una principessa. >>
    << Questo non lo sapevo… >>
    << Non vi preoccupate l’ho saputo solo recentemente… Ma adesso rimarrà qui per sempre. >>
    << La stai costringendo? >>
    << Lei ha accettato. >> Feci per andarmene.
    << A quali condizioni? Che stia nel tuo letto? >>
    << Rimarrà semplicemente qui. Se vorrà stare nel mio letto, sarà solo una sua scelta… Buona giornata, madre… >>

    Dovevo studiare un modo per evitare la guerra e cercare di prendere quante più informazioni possibili sul nemico.
    E poi dovevo far sì che Lee si innamorasse di me…
    Anche se pensavo che mi nascondesse ancora qualcosa: perché qualcuno la seguirebbe in un altro regno? In fondo se vuole il regno delle profondità marine, lo potrebbe prendere già. Ma dichiarare guerra all’intero mondo… Neanche io farei tanto…
    E a cosa serve dichiarare guerra? Lei non è il tipo che opprime un popolo, o un’invasata.
    Sì, Lee mi nascondeva ancora qualcosa. Dovevo scoprire cosa.
     
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    Dopo un paio d’ore venni raggiunto da Sokka e Suki. << Allora? >>
    << A quanto pare i vicini hanno visto un ragazzo che andò a trovarli; lo hanno seguito e non sono più tornarti. >>
    << Quanti giorni fa? >>
    << Tre… >>
    “Figlio di… Me l’hai giocata.” << Le cose cambiano. Sicuramente i genitori di Lee gli avranno detto che è la mia guardia del corpo; dobbiamo agire diversamente… >>
    << Dobbiamo scoprire qualcosa in più su di lui… >> Annuii.
    << Scusami, Zuko. >> Guardai Suki. << Perché la sta cercando? Voglio dire: e se fosse una criminale? >>
    << Non lo è, Suki. >> Mi alzai, stava cominciando a venirmi un mal di testa bestiale. << Si è fissato con lei; dice che è la sua futura sposa. >>
    << Allora sei tu in errore. Stai rubando la futura sposa ad un altro. >>
    A nessuno della combriccola avevo detto chi era davvero Lee, l’unico modo per proteggerla era questo: tutti dovevano essere allo scuro sulla verità. << Non sto rubando nessuno. >> Mi presi una piccola pausa. << Sokka, cerca di avere quante più informazioni possibili. >> Poi mi venne un’idea. << No. Voi due andrete con Lee sull’isola di Ember. >>
    << Cosa? >>
    << Lì sarà al sicuro, e voi sapete come funzionano i falchi messaggeri. Se dovesse lasciare la Nazione per raggiungervi, lo sapremo in tempo quasi reale. >>
    << Zuko, perché ti accanisci così? A questo punto anche io mi porgo la domanda. >>
    << Credetemi, meglio per voi non saperlo adesso. Sappiate solo che se succedesse qualcosa tutto il mondo entrerà in conflitto. >>
    << Tutto per una ragazza… >>
    << Non è solo una ragazza, Suki. Di mezzo c’è anche un popolo oppresso. Fosse stato solo per Lee, me la sarei vista da solo. >>
    << Tra quanto dovremmo partire? >>
    << Una settimana vi basta per organizzarvi? >> Annuirono entrambi. << Allora tra una settimana. >>

    Dopo aver parlato con i miei amici, me ne andai in camera mia; dove constatai che i miei ordini erano stati eseguiti: il letto di Lee era nella mia stanza.
    Appena entrato la trovai seduta sul suo letto; aveva le mani congiunte, e il vestito, che doveva essere tipico del suo luogo, era… Era di organza azzurra; le spalline erano delle strisce di seta azzurra, intrecciate; una cinta di seta azzurra alla vita, i cui lembi erano abbastanza larghi, e lunghi fino ai piedi, da coprirle la sua femminilità; al petto aveva, esattamente sotto il solco tra i seni, uno spillone a forma di farfalla, le cui ali, iridescenti, le coprivano i seni. Era una visione indescrivibile.
    Mi appoggiai alla porta a guardarla. << Tra una settimana andrai con Sokka e Suki sull’isola di Ember, lì sarai al sicuro. >> Anche lei mi guardò, si alzò e fece per abbassarsi la spallina. Mi avvicinai a lei e la fermai; mi avvicinai al suo orecchio. << Non togliermi il privilegio di togliertelo… >> Le baciai l’angolo della mascella fino ad arrivare alla spalla. Ma lei era assente. << Cos’hai? >> Non smettevo.
    << Nulla. >>
    Ci pensai. << Ti stai offrendo tu. >>
    << Tuttavia avete dato ordine di portare il mio letto qui. >>
    Continuavo a baciarla. << Questo non vuol dire che ti ho fatta rimanere con quell’intento… >>
    << Allora smettetela. >>
    Lo feci, e la guardai. << Cos’hai? >> Aveva uno sguardo quasi furioso.
    << Non accetterò mai di essere la vostra concubina, soprattutto dopo… >> Non finì la frase.
    << Dopo… Cosa? >> La esortai a continuare.
    << Tya. >>
    << Un nome dovrebbe dirmi qualcosa? >>
    << Mi ha detto che aspetta un figlio da voi. >>
    Ci misi parecchio ad elaborare la cosa. “Incinta…” Mi infuriai. << Cazzo! Questa… Tya! >>
    La ragazza entrò. << Si, mio Firelord… >>
    Le due ragazze si guardarono in cagnesco, e questo mi fece capire due cose: Tya era gelosa di Lee, il che poco mi importava; ma anche Lee era gelosa di Tya, il che mi soddisfaceva. << Quanti mesi? >>
    << Cosa, mio signore? >> Guardò di nuovo Lee. << Ah… Volevo darvi io stessa la notizia… >>
    << Tya, dovresti saperlo: i bugiardi non mi piacciono. >>
    << Non è una bugia, mio signore. >>
    << Mi costringi a cacciarti, a bandirti dal castello. >>
    << No, vi prego. Ho bisogno di questo lavoro. >>
    << Sarai pagata allo stesso modo, ma non servirai più me. >> La guardai deluso: cercare di incastrarmi con un trucco del genere. << Adesso sparisci dalla mia vista. >>
    Tya uscì; ma prima di uscire fulminò Lee un’ultima volta. << Perché sei così sicuro che dice una bugia? >>
    << Perché è impossibile che lo sia. >>
    << Vi ho visti io stessa; non credo sia impossibile. >>
    La guardai; la presi per un polso e la sbattei ad una parete. << Hai visto l’atto, mentre la scopavo; non hai visto tutto. >>
    Quello sguardo furioso mi faceva impazzire. << Fatto sta che stavate scopando. >>
    “Resisti, Zuko! Non stapparle i vestiti di dosso.” << Vuoi sapere la verità, perché sono così sicuro che menta? >> Non fece nessun gesto, ma io continuai. << Quando dovevo venire lo facevo in altri modi… >> Le accarezzai il collo, scendendo al seno, che presi in mano, godendomi il contatto. << Le venivo tra le natiche o in bocca… >> La bocca a pochi centimetri dalla sua: la baciai, e mi scatenai. “Basta! La voglio!”
    Mi faceva sentire un sedicenne in piena crisi ormonale.
    << Lasciami! Non sono una delle tue puttane. >>
    Mi diede una ginocchia nel fianco e scappò; lasciandomi solo, eccitato. Mi misi a letto, cercando di calmarmi.
    “Almeno il mio mal di testa è passato…”
     
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    Una nuova battaglia alle porte
    Qualche giorno dopo ricevetti una nuova visita del principe Helios. << Firelord, la ringrazio per avermi ricevuto. >>
    << Cosa la porta qui? Avete già trovato la ragazza? >>
    << A dire il vero mi è stato riferito che la ragazza si trova qui a palazzo. >>
    “Furbo…” Feci finta di pensarci. << A dire il vero c’è una persona che ha le caratteristiche da lei descritte; ma è un ragazzo. >>
    << Ne siete sicuro? >>
    Risi. << L’ho allenato io stesso. >> Feci cenno ad uno dei ciambellani. << Per favore, vai a chiamare Lee, la mia guardia del corpo. >> “Giochiamo la partita, e vediamo cosa ne esce fuori…”
    Dopo qualche minuti venimmo raggiunti dalla piccola, in uniforme. Avevamo una specie di codice: quando la chiamavo “guardia del corpo” doveva camuffarsi. << Mi avete fatto chiamare, mio Firelord? >> Si inchinò.
    Non aveva fatto caso al mio ospite. << Quest’uomo voleva vedere che fossi realmente un ragazzo. >> Lo guardò, e quasi impallidì. << Come vedete, principe Helios, ha le caratteristiche da voi descritte, ma è un ragazzo. >>
    << Se mi permettete, Firelord, vorrei accertarmi che sia un ragazzo: i suoi lineamenti sono troppo delicati… >> Cominciò a girarle intorno, ed io a spazientirmi. << Il suo profumo, i suoi capelli, i suoi occhi, le sue labbra, addirittura le sue natiche sono da donna… >> Giocava con una ciocca dei suoi capelli.
    “Toccala ancora e giuro che ti spezzo ogni osso del corpo!”
    << Se si togliesse la cotta… >>
    << Posso assicurarvi che è un uomo. >> Fui lapidario.
    << Tuttavia, si dice che quest’uomo dorme nella vostra stanza; che addirittura provate attrazione per lui… >>
    << Voci. Dorme nella mia stanza perché è la mia guardia del corpo. >>
    << Così giovane? >>
    Lee si spazientì. << Adesso basta! Non vi permetto di parlare così del mio Firelord! >> “Mio Firelord” come suonavano bene quelle parole dette dalla sua bocca. << Vi posso assicurare che il Firelord va pazzo per le donne; il più delle volte sono costretto a rientrare a notte inoltrata per lasciargli la privacy con una donna. >>
    << Che calore. >> Le si avvicinò e io stinsi i braccioli del trono. << Anche la lingua lunga è come la sua. >>
    Lei si immobilizzò. << Puoi andare, Lee. >>
    La prese per un polso: in questo gioco mi ero spinto troppo in là. << Togliti la cotta. >>
    << Io ascolto solo gli ordini del mio Firelord. >> Glielo sibilò.
    << Interessante la cosa. Allora è vero! Il Firelord della Nazione del Fuoco ha perso la testa per un ragazzino! >>
    << Basta! Adesso basta con questo gioco. >>
    “Cosa diamine fai?!”
    Si tolse la cotta. << Seguirmi fin qui. Accetta il fatto che non ti sposerò mai! >>
    << Sapevo che eri tu. Beh, allora ti lascio una scelta: vieni con me, e io lascerò il tuo Firelord e i tuoi genitori; oppure rimani, i tuoi genitori muoiono e tu mi darai comunque la tua prima volta. >>
    << Scordatelo! >>
    Fui fulmineo: scesi dal trono e lo afferrai per il collo. << Toccala ancora è ti disintegro. >>
    << La scelta sta a lei. >>
    Lo lasciai spingendolo e facendolo cadere. << Ascoltami attentamente. La principessa Selene ha chiesto aiuto e asilo politico; ho appena firmato un accordo con lei: combatterò e riconquisterò il suo regno. Tu, principe Helios, sei bandito, non solo dal palazzo e dalla Nazione, ma anche dal Regno della Terra e dalle Tribù dell’Acqua. Adesso ritornatene da dove sei venuto. >>
    << E se vi proponessi un accordo? Potete averla, ma voglio la sua prima volta. >>
    I miei pugni si infuocarono. << Sparisci… >> Glielo digrignai.
    << Comunque sai dove trovarmi quando hai deciso, principessa. >> Uscì e io rimasi da solo con lei.

    << Avevate detto che i miei genitori erano al sicuro… >>
    << Dovevo dirti la verità e farti commettere qualche sciocchezza? >>
    << Sono i miei genitori! >>
    << Calmati. Adesso cambiamo strategia… >>
    << Non vado più sull’isola di Ember? >>
    << Non sperarci, Lee. Lì sarai al sicuro in qualsiasi caso. E non sarai informata di nulla. Lascerai tutto nelle mie mani. >>
    << Non puoi chiedermi questo… >>
    << Si invece. >>
    << Ma… >>
    << Allora facciamo così: nel mio letto stasera, in cella o te ne stai tranquilla? >>
    Mi guardò con uno sguardo furioso. << Ho capito. >>
    << Brava. Adesso dimmi perché si è fissato con la tua prima volta. >>
    << Tu perché sei fissato? >>
    << Non paragonarmi a lui! Non ti voglio per una sola notte! >> Stavamo degenerando. << Ti desidero così tanto, che sto impazzendo. Mi sono trattenuto, mi trattengo tutt’ora dal saltarti addosso. Se ti volessi per una sola notte ti avrei già presa, non curandomi di quello che pensi o provi. Quindi non provarci. >> Lei distolse lo sguardo. “Almeno se non altro ha capito.” << Rispondi. >>
    << Per una leggenda che circola nelle nostre terre: se una principessa della stirpe sirenica concede la sua verginità, allora si ottiene la vita eterna. Ma è solo una leggenda. >>
    << Ho capito. >>
    << Adesso ne sei interessato anche tu? >>
    << Non mi interessa la vita eterna, e sinceramente non ci credo. Se si parla di sangue, allora sì, potrei crederci. >> “Ecco cosa mi nascondeva.”
    << Adesso? >>
    << Continui a prepararti per il tuo viaggio all’isola di Ember, quando te ne sarai andata vedrò il da farsi. >>

    Nelle terre al di là del mare
    Quando Lee partì cominciai a stendere il piano di attacco e difesa: saremmo andati nelle terre al di là del mare, o meglio sul confine, così avremmo potuto attaccare; avevo al mio comando un esercito molto vasto, con Aang, Katara e Toph al fianco.

    La sera prima di partire Lee si fece trovare con quel vestito di organza azzurra… Era vicino alla finestra; le andai vicino e, abbassandole la spallina, le baciai il collo.
    << Questa è l’ultima sera… >>
    << Sei malinconica? >> Continuai a baciarla.
    << Basta. >> Si allontanò. << Non mi concederò mai. >>
    << Allora perché indossi quello? >> La indicai.
    Mi guardò altezzosa. << Non posso indossare un vestito tipico della mia gente? >>
    “Piccola…” Guardai fuori e notai Rufus che fissava la nostra finestra. “Cosa vuole?”
    << Buonanotte, Firelord. >>
    La guardai, si era messa sotto le coperte, il vestito ai piedi del letto. << Buonanotte, Selene. >>



    Mi trovavo sul confine: avevamo attaccato qualche volta, più sconfitte che vittorie, ma almeno eravamo ancora là.
    Ogni sera facevo una passeggiata sulla riva, per schiarirmi le idee. Guardavo il mare, che mi riportava alla mente Lee, alla quale avevo rinunciato; quando notai qualcosa fuoriuscire con un balzo e atterrare alle mie spalle, con un tonfo e un gemito. Mentre quella “cosa” mi volava sulla testa notai che era una sirena: Lee con una coda di pesce.
    Mi girai e vidi la coda trasformarsi in un paio di gambe; era atterrata su Rufus che aveva fatto volare via un pugnale. “Un attentato.” << Tu… >>
    << Dannazione, c’ero quasi! >>
    << Perché? >>
    << Per vendicare mio padre… >> Lo guardai con un sopracciglio alzato. << Il comandante Zaho. >>
    << Zhao non aveva figli. >>
    << Lo avete davanti! >>
    Lee gli diede una botta sulla nuca, che lo tramortì e si alzò; quando sentii le voci dei miei soldati chiamarmi, mi tolsi il kimono e glielo gettai. Lo indossò. << Grazie… >> Lo sussurrai, ma lei lo sentì.
    << Firelord! >>
    << Cosa succede? >>
    << Lo avete tramortito. Perdonateci, Firelord, lo abbiamo saputo solo adesso e non siamo stati in grado di proteggerti. >>
    << Non preoccupatevi. >> Guardai Rufus. << Rinchiudetelo. >> Poi mi rivolsi a Lee. << Andiamo. >>

    La feci entrare nella mia stanza, con noi entrò un generale. << Per favore, fate portare un vestito per la principessa Selene. >>
    << Subito, Firelord. >> Uscì.
    << Come…? >>
    << Una sirena… A quanto pare Helios ha conquistato le nostre città, ma non ha sottomesso le sirene; una di loro è venuta all’isola di Ember dicendomi che il Firelord era in pericolo, che Helios aveva pagato un uomo che vi odiava; così mi sono tuffata subito in acqua e sono venuta qui, il prima che ho potuto. >>
    << Per salvarmi… >>
    Abbassò la testa. << Ve lo dovevo… >>
    << Firelord, i vestiti per la principessa. >>
    Li presi e glieli porsi. << Quando hai finito di vestirti, chiamami. >>
    Mi girai, per uscire. << Con tutte le volte che mi avete vista nuda? >>
    Mi fermai. << Ho rinunciato, Selene. Io non lascerò mai la Nazione e tu non lascerai il tuo regno. So rinunciare alle cose impossibili; e stare con te è impossibile. >> Poi sussurrai. << Proprio come la Luna e il Sole… >>
    Feci un passo avanti, ma venni bloccato da lei che mi aveva circondato la vita con le braccia. << Avete rinunciato così facilmente? >>
    “Sangue freddo…” << Devo. >> Mi liberai dalle sue braccia. << Cerca di sbrigarti, dovrò avvertire Sokka e Suki. >>
    << Ti amo! >>
    Mi bloccai, incredulo. “Non è vero…” Cercai di assumere un’espressione impassibile; mi girai e la guardai. “Cazzo… Adesso doveva accorgersene?” Le presi il mento e le sfiorai le labbra con il pollice. << Voi sirene siete delle vere incantatrici. >>
    << Non mi credi. >> Scossi la testa, non mi fidavo della mia voce. << Sei stato in grado di capire che Tya mentiva, e non capisci che non ti sto mentendo? >>
    << Non era difficile arrivare a quella conclusione, considerando i fatti. >> Vidi le lacrime formarsi. “Non piangere. Lo faccio per entrambi.” << Vestiti adesso. >>
    << Ma… >>
    << Firelord, una lettera per voi. >> Uscii, lasciandola così.
     
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    Perché soffrire per amore?
    Mi appoggiai ad un palo, dovevo risistemare i miei pensieri. “Doveva accorgersene adesso? Proprio adesso che ho deciso di rinunciare a lei… Devo chiudere al più presto questa battaglia e restituirle il suo regno; devo allontanarla…”
    << Firelord, puoi entrare! >>
    Entrai e mi bloccai. “No… Non quel vestito…” Avevano deciso di portarle proprio QUEL vestito: l’unico vestito che non mi faceva ragionare.
    << Tutto bene? >>
    Mi ricomposi. << Si. >> Mi sedetti alla scrivania e scrissi la risposta ai miei amici; la lettera era loro, mi avevano scritto che Lee era semplicemente scomparsa e non riuscivano più a trovarla. Nella mia risposta gli dissi che era al sicuro e di raggiungermi qui.
    << Era una lettera di Sokka e Suki? >>
    << Si. >>
    << Potete dirgli che mi dispiace di averli fatti preoccupare…? >>
    << Potrai dirglielo tu stessa. >>
    << Adesso basta! >> Mi girai a guardarla: aveva i pugni serrati e mi guardava spazientita. << Non puoi ignorarmi così! >>
    Lasciai cadere il discorso. << Hai detto che una sirena ti ha avvertito del mio attentato. >> Mi guardò sorpresa dal repentino cambio del discorso; ma annuì. << Come è potuto succedere, se Helios ha conquistato il tuo regno? >>
    << Ha conquistato le città, ma non il popolo delle sirene; loro sono libere e lo saranno sempre. >>
    << Possiamo contare su loro come alleati? >>
    << Credo di si… >>
    << Bene. >>
    << Firelord, la attendono nella tenda per una riunione straordinaria. >>
    << Arrivo. >>
    << Posso partecipare anche io? >>
    << Non vedo perché no, in fondo sono le sorti del tuo regno. >>

    Nella tenda trovai i generali e i miei amici: Katara, Aang e Toph.
    << Zuko… Cattive notizie: Helios sta attaccando. Un attacco di massa, devastante… >>
    << Cosa dobbiamo fare? >>
    << Se mi date un paio d’ore posso chiedere aiuto alle sirene… >>
    << Sirene? Permettete, signorina, ma questo non è posto per voi. >>
    Stava per nascere una bella discussione, e a me un bel mal di testa. Picchiai i palmi sul tavolo, alzandomi. << Silenzio! >> E uscii: una boccata di aria aperta.

    Passeggiavo sulla riva quando mi raggiunse Lee. << Zuko… >>
    << Non è il momento, Selene. >>
    << Voglio farti vedere una cosa. >> La guardai.
    Si tolse il vestito. << Smettila… >>
    << Sta zitto. >> Mi si avvicinò, ma mi oltrepassò e si tuffò in acqua.
    “Cosa devo vedere?” Emerse, e con un balzo atterrò sulla riva. “Con quella coda è anche più bella… Riprenditi, Zuko! Non ricascarci!” << E cosa dovrei vedere? Che sei una sirena? >>
    << E’ luna piena stasera. >>
    Alzai la testa. << E quindi? >> La riguardai.
    << Posso assumere questa forma solo con la luna piena. Quando mi sono messa in viaggio non lo era… In più la trasformazione avviene solo se mi bagno completamente, e ritorno umana solo se sono completamente asciutta… >>
    << Stai dicendo che hai rischiato di annegare solo per… Salvarmi…? >> Mi guardò negli occhi. “Devo guardare altrove, prima che…” << Grazie… >>
    Posai le mani sulla sua coda, senza toccarla, e cominciai ad “asciugarla”. Alzai di nuovo gli occhi e mi incatenai di nuovo al suo sguardo; ci avvicinammo… Eravamo a pochi centimetri di distanza…
    << Zuko! I soldati di Helios sono arrivati al campo, stanno facendo una strage! I soldati sono spariti e Aang sta combattendo! >>
    Katara era su Appa, che si abbassò di poco per permettermi di salire; presi Lee per un polso e saltai su Appa.
    << Helios dov’è? >>
    << Nel suo palazzo al sicuro! >>
    << Portami lì, e chiudiamo questa storia una volta per tutte! >>
    << Si! >>
    Mi tolsi il kimono e lo appoggiai sulle spalle di Lee. << Non puoi combattere contro di lui. >>
    << Voglio chiudere la cosa. >>
    << Ma… >>
    Le tappai la bocca baciandola; mi staccai dopo qualche minuto, accarezzandole il viso. << Non temere. >>
    << Siamo arrivati! >>
    << Bene; Katara, Toph, per favore prendetevi cura di Selene… Della mia piccola Lee. >>
    << Tu torna intero! >>
    Annuii, baciai Lee un’ultima volta. << Ti amo, Lee. >> E saltai giù da Appa.

    Ero di fronte il principe Helios. << Salve. >>
    << Firelord. >>
    << Chiudiamo i conti… Solo noi due. >>
     
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    Zuko Vs. Helios
    Lo avevo davanti. << Chiudiamo i conti… Solo noi due. >>
    << Come il Firelord desidera. Anzi, visto che mi sento clemente, vi lascio decidere il metodo di combattimento. >>
    “Credi che sia così stupido?”
    << So che avete il dominio del fuoco, e volevo avvertirvi che ho anche io una specie di dominio. >> Vidi una scintilla formarsi tra le sue mani e i suoi pugni prendere fuoco. << Io la chiamo Alchimia… >>
    << Allora non c’è bisogno di scegliere… Combattiamo. >>
    Mi si scagliò contro, e capii subito che poteva infiammare i pugni, ma non poteva lanciare dardi infuocati, e la cosa andava a mio vantaggio.
    << Cosa desideri in caso di vincita, Firelord? >>
    Sorrisi sferrandogli un calcio. << Il regno sottomarino. >>
    Si parò dal calcio. << Come, non combatti per lei? >> Mi si avventò di nuovo contro cercando di darmi un pugno.
    “Il bastardo è agile.” << Sto combattendo per lei… >>
    << Ma se le restituisci il suo regno non potrai stare con lei. >>
    Riusciva parare o a schivare tutti i miei colpi. << Farei, e farò, di tutto per vederla felice. >>

    Stavamo combattendo da ormai quindici minuti, e capii che il corpo a corpo non ci avrebbe portati a nessun risultato, così cominciai a guardarmi intorno, in cerca di un’alternativa.
    La trovai: le spade.
    La sala era gremita di soldati che mi tenevano d’occhio, dovevo solo prendere un paio di spade. Così mi diressi verso i due che mi sembravano i più storditi, presi prima la spada di uno, stordendolo, poi quella dell’altro.
    In pochi minuti gli altri soldati mi accerchiarono, pronti a farmi fuori.
    << Lasciatelo. Il Firelord ha deciso di cambiare tattica. >> Non so come, riuscì a spegnere i suoi pugni. << Portatemi la mia spada. >>
    Adesso, dopo questa affermazione, mi aspettavo una spada d’oro tempestata di pietre preziose; ma mai quello che vidi: uno spadone dalla normale impugnatura ma dalla lama enorme.
    Mi misi in posizione d’attacco, e cominciammo a combattere.
    Ma anche così riusciva a parare e schivare tutti i miei colpi, mi stava dando sui nervi.

    Mi distrassi e lui riuscì a disarmarmi: ero semisdraiato sul pavimento, in attesa del colpo di grazia. “Perdonami, mia piccola Lee.” D’improvviso vidi un fulmine scagliarsi contro il principe e gettarlo a terra. “Come cavolo ha fatto…?”
    << Vedo che alla fine sei venuta da me, principessina. >>
    << Sarò tua solo a due condizioni. >>
    << Sono tutt’orecchi, dolcezza. >>
    << Primo: lascerai in pace il mio regno, e che i miei genitori lo governino. Secondo: lascerai andare Zuko. >>
    “Cosa?”
    << Guardie! Accompagnate il Firelord all’uscita. >> Mi guardò. << Alla fine ho vinto io. >> Poi guardò lei. << Andiamo nelle mie stanze. >>
    Vidi quella viscida mano posarsi sul suo fianco destro e mi salì il sangue al cervello. Digrignai i denti e sibilai, in modo da farmi sentire da lui. << Lasciala subito. >>
    Lee mi guardò impaurita. << Vuoi ancora combattere? Non vedi? Lei ha scelto. >>
    Quella mano la esortava a camminare, si ostinava a tenerla lì.
    Mi feci avvolgere dalle fiamme in modo da allontanare le guardie, alcune diventarono dei tizzoni viventi; poi feci sì che il mio dominio si trasformasse in fruste. Ottenni l’effetto desiderato, anche se mi fece incavolare ancora di più: la scagliò via, facendola cadere in malo modo a terra.
    Mi sarei curato dopo di Lee. Feci sparire le fruste, presi una spada e mi scagliai contro il principe: fui fulmineo, lui neanche riuscì a capire cosa stava succedendo.
    La sua testa rotolava a terra, gli occhi ancora spalancati dalla sorpresa.
    Lee urlò terrorizzata e si coprì le mani.



    Aang riuscì a tenere testa all’intero esercito, che appena saputo che il loro sovrano era morto se la diedero a gambe levate.
    Lee ritornò con i suoi genitori nel suo regno.
    Dirle addio fu particolarmente doloroso: mi diede un casto bacio ringraziandomi e la vidi sparire nelle profondità marine.
    Ritornato nel mio regno, rimasi un mese sull’isola di Ember, in piena tranquillità.

    Ormai il mese stava per finire, il giorno dopo sarei dovuto ritornare al mio regno, e avrei dovuto continuare a cercare una Firelady.
    Era notte e me ne stavo tranquillo sulla riva a passeggiare, con i piedi nell’acqua; quando vidi qualcuno uscire dall’acqua…
     
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    Firelady?
    Non potevo credere ai miei occhi, eppure ci eravamo detti addio.
    Lee uscì dall’acqua, nuda e si diresse verso di me.
    Il mio cervello partì. << Cosa ci fai qui? >> “Che razza di domanda…?”
    Si coprì. << Volevo vederti. >>
    “Vedermi…” << E come sapevi che ero qui? >> “Altra domanda idiota. Cazzo, Zuko, ragiona!”
    << La storia è lunga, e io ho freddo… >>
    Mi rinsavii. << Scusami. >> Riscaldai il kimono e glielo porsi.
    << Grazie… >>
    << Vieni dentro. >>

    Ci sedemmo davanti al fuoco. << Allora? Posso sapere questa lunga storia? >> Arrossì. “Sei troppo bella quando arrossisci.”
    << Ecco… Le sirene mi vedevano triste, così ti seguivano e mi riferivano tutto. Prima di venire a trovarti ho pensato a lungo, chiedendomi se farlo o no… >>
    << Perché? >> Non so perché gli posi la domanda, nonostante avessi una paura folle della risposta.
    << Non volevo aprire nessuna ferita… >> Si fermò.
    “Nessuna ferita?”
    << Tu… Voi, avete detto… >>
    << Chiamami Zuko… >>
    Annuì. << Tu hai detto che… >> Abbassò lo sguardo, arrossendo, poi puntò quei meravigliosi occhi nei miei. << Hai detto che hai rinunciato a me, così pensavo che venendo qui… >>
    Non riuscii a resistere oltre: la baciai. Poggiai le mie labbra sulle sue, immobile, sapendo che se solo avessi mosso un muscolo non mi sarei più fermato.
    Quando il mio sangue si calmò, mi staccai e aprii gli occhi: il suo sguardo era meraviglioso.
    Fu lei ad avventarsi di nuovo sulle mie labbra, gettandomi le braccia al collo. Fu la goccia: cominciai ad accarezzarla da sopra il kimono, poi glielo aprii e cominciai a carezzare la sua pelle. Mi bloccai.
    << Aspetta… Se continuo a baciarti, non riuscirò a fermarmi… >>
    << Non ho detto che devi farlo… Sono tornata per te, ho lasciato i miei genitori sul trono, loro decideranno il nuovo successore… >>
    “Per me…”

    Non ebbi il tempo di elaborare la cosa, che eravamo nudi, io sopra di lei che le baciavo ogni lembo di pelle, con avidità, ma anche con amore.
    << Zuko… >> Mi alzai sulle braccia per guardarla.
    Il suo sguardo era così dolce. “Sto per partire…” << Sei sicura? >>
    Annuì. La baciai e le entrai dentro, completamente; arrivando a rompere quel punto. Lei gemeva e mi stringeva a sé con le gambe e le braccia.
    Cercavo di stare calmo, di prenderla dolcemente, senza farle male… Ma tenni quel ritmo per un po’.
    << Di più, Zuko… >>
    A questa supplica come potevo mantenere un ritmo lento e dolce?
    Così serrai il ritmo, prendendole un seno in mano e palpandolo e uno in bocca succhiando forte.
    “Sei mia… Solo mia…”
    << Ancora, Zuko… Di più… >>
    C’era solo un modo per accontentarla: mi sfilai e la feci girare, stava a quattro zampe, porgendomi tutto. Le entrai di nuovo dentro: in questa posizione io avevo il controllo e lei sentiva di più. E con il mio ritmo, serrato, animale e selvaggio, venne in un orgasmo devastante.
    Anche io venni, e per la prima volta “dentro” una donna.
    << Ti amo, Zuko… >>
    << Anche io… >>

    La mattina dopo mi svegliai CONVINTO di aver sognato; quando feci per alzarmi mi resi conto di avere un leggero peso alla spalla destra: era lei che dormiva placidamente sulla mia spalla, ancora nuda.
    Il corpo portava i segni della notte insonne trascorsa insieme. Perché dopo la prima volta ce ne furono altre; praticamente in una notte avevamo recuperato quasi tutto il tempo perso.
    La guardai sorridendo come un imbecille, ma felice. “Finalmente… Spero solo che rimarrai al mio fianco come Firelady.”
    Le accarezzai dolcemente i capelli, non curante del fatto che dovevo rientrare a palazzo, per lasciarla dormire.
    “Che il mondo stesse fuori ancora un giorno.”

    Firelady!
    Si muoveva lentamente, ancora addormentata. Aprì gli occhi e incontrò i miei; in quel preciso momento entrò uragano Aang. << Zuko! Sei pronto per ritornare? >>
    Lei si alzò a sedere coprendosi con il lenzuolo e mi sedetti anche io. << Salve, Aang. >>
    << Lee! Cioè… Principessa Selene, è un piacere rivedervi… >> Si inchinò.
    << Zuko, so che vorresti rimanere qui, che ti manca la principessa, ma… >> Appena Katara vide Lee si bloccò. << Selene… >>
    Notai che Katara aveva il ventre TROPPO gonfio. << Avete qualche notizia da darmi? >>
    Si guardarono. << No. >>
    << E quella? >> Indicai Katara.
    << Ah… Beh, sai quando rimanemmo quella settimana sull’isola… >>
    Sorrisi. << Finalmente, no? Lo stavate cercando da tanto. >>
    << Già… >>
    << Adesso se volete lasciarci soli… >>
    Arrossirono tutti e tre. << Zuko, però… >>
    << Non preoccuparti, Katara. Stasera tornerò a palazzo. >>
    Annuirono e uscirono.

    Ero di nuovo da solo con lei, la donna dei miei sogni. << Quindi non farai più ritorno? >>
    Abbassò lo sguardo, arrossendo. << No. >>
    Mi avvicinai a lei. << Quando arrossisci mi fai venire voglia di saltarti addosso… >>
    Arrossì ancora di più. << Allora non farmi arrossire. >>
    Poggiai per un solo secondo le mie labbra alle sue. << Era da un anno che desideravo questo… >>
    << Un anno? >>
    << Quando vidi che, come ragazzo, arrossivi, che mi ammiravi cominciai ad interessarmi; poi sentii l’odore della tua pelle… >> Le annusai il collo. << Quest’odore di vaniglia nera… >> Riuscii a percepire i suoi brividi. << Cominciai a sognare di possederti… >>
    << Come ragazzo? >>
    << Si. Poi quella sera scoprii che eri una ragazza… E vedere che anche tu eri attratta da me allo stesso modo… >>
    << Non è vero! >>
    << A no? >> Sorrisi con malizia. << Io ricordo perfettamente che mi hai squadrato, soffermandoti su ogni centimetro di pelle… >> Arrossì. “Adesso veramente le salto addosso.” << Non desidero solo il tuo corpo, voglio tutto di te… >> Le accarezzai il volto. << Il tuo utero, il tuo cuore, la tua vita, la tua anima, le tue labbra… Ogni cosa… >>
    La baciai delicatamente: tre, quattro volte. Poi le leccai leggermente le labbra, infine cominciai a mordicchiarle; lei rispondeva allo stesso modo. Le tirai dolcemente il lenzuolo, in modo da scoprirla, e cominciai ad accarezzarla: dal collo al seno. Entrambi i seni nelle mie mani, li plasmavo, li modellavo a mio piacere; passavo i pollici, delicatamente, sui capezzoli, fino a farli uscire. Mi staccai dalle sue labbra per disegnarle il contorno della mascella, scendere al collo, il solco tra i seni…
    Le baciai il seno sinistro, disegnando con la lingua cerchi attorno al capezzolo eretto; le baciai il capezzolo, lo leccai, lo presi tra i denti tirandolo leggermente, infine lo presi, con l’aureola, in bocca e cominciai a succhiare dolcemente. I suoi ansiti divennero gemiti; ogni gemito diventava una vibrazione eccitante nel mio sesso.
    Dedicai le stesse attenzioni all’altro seno, poi ricominciai il percorso, facendola stendere dolcemente: il solco tra i seni, lo stomaco, il ventre, l’ombelico, il pube, l’interno coscia destro; mi staccai e ricominciai a baciarla dal ginocchio all’interno coscia sinistro, fino ad arrivare tra le sue gambe.
    Le allargai le grandi labbra e le baciai il clitoride, gentilmente; poi cominciai a dare piccoli e leggeri colpi di lingua, facendola quasi gridare; passai la lingua tra le grandi e piccole labbra, infine sull’apertura della sua caverna, che lentamente si apriva; le infilai la lingua dentro, muovendola leggermente; lei inarcava la schiena offrendomi di più il suo sesso, rendendo la cosa più eccitante e appetibile. Spostai la lingua sul suo clitoride e infilai il medio e l’anulare dentro, cominciando a muoverli abbastanza velocemente dentro e fuori, leccando nel frattempo il clitoride, facendola impazzire.
    << Zuko… Ti prego… >> Una supplica a darle piacere, a soddisfare quel piacere che le stavo facendo nascere.
    Mi sollevai sulle braccia, guardandola negli occhi, e appoggiai la mia punta alla sua entrata: spingevo delicatamente, lentamente, per poter sentire meglio la sensazione di avvolgimento che mi dava; cominciai da subito a serrare il ritmo, entravo dentro di lei spingendo forte, e uscivo altrettanto velocemente, per poi riprendere. Lei urlava, si contorceva sotto di me, mi avvolgeva i fianchi con le sue cosce vellutate, la schiena con le sue braccia; la sentivo tracciare solchi nella mia schiena con le unghie: segno che ci stavo dando dentro parecchio, che la stavo facendo impazzire.
    Ma volevo TUTTO di lei.
    Mio staccai e mi misi sulle ginocchia, la feci girare e mettere a quattro zampe; lei fece qualcosa di “inaspettato”: mosse i fianchi invitandomi ad entrare tra le sue natiche, cosa che desideravo. Così mi posizionai; le umettai per bene il buco e cominciai a spingere la punta, il più delicatamente possibile, nonostante avessi una voglia matta di possederla. Dopo poco riuscii nell’impresa e cominciammo a muoverci insieme: lei riusciva a seguire il mio ritmo, ad adattarsi, ad assecondarmi.
    Stavo per venire, ma non volevo venire in quel modo, così mi sfilai e cercai di farla girare e stendere, ma lei mi sorprese: prese il mio sesso tra le mani e cominciò a masturbarmi. Mi guardò negli occhi e si abbassò; vidi chiaramente la sua lingua uscire dalle sue labbra e leccare leggermente la punta con piccoli colpi, mi stava facendo impazzire; vidi la sua bocca aprirsi e chiudersi sul mio sesso fino a metà; la sentii succhiare avidamente; vidi la sua testa muoversi avanti e indietro… Stavo per esplodere.
    La presi e, quasi, la buttai sul letto, le spalancai le cosce e mi insinuai di nuovo dentro di lei; due spinte possenti, e venimmo entrambi: lei urlava, si contorceva, mi incitava a fare di più; io gridando il suo nome e continuando a spingere in modo possente fino a svuotarmi completamente.
    << Mi fai perdere la testa… Ti amo… >> La baciai.
    << Mio Firelord… >> Calcò quel mio, poi mi si avvinghiò dolcemente e poggiò la testa sul mio petto.
    “Sarai la mia Firelady.”
     
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    Epilogo
    << Mio Firelord… >>
    Le accarezzai i capelli. << Dimmi, piccola… >>
    << Sii sincero: eri geloso di Rufus? >>
    Sorrisi. << E tu di Tya? >>
    Si alzò a guardarmi. << Non evadere la domanda… >>
    << Ok, mi arrendo. >> Alzai le mani in segno di resa. << Si, l’avrei ucciso più di una volta. Adesso tocca a te rispondere. >>
    Arrossì. << Si… E quando vi ho trovati a letto avevo un istinto omicida irrefrenabile… >>
    Le accarezzai il volto. << Pensare che ho sempre voluto te… >> La baciai dolcemente.
    << Adesso dobbiamo ritornare, Zuko! >>
    Aang mi riportò alla realtà. << Si! Avanti, vestiamoci. >>
    << Anche io? >>
    << Perché no? >>
    << Pensavo di rimanere qui, e che saresti venuto a trovarmi ogni tanto. >>
    La strinsi a me. << Lee, Selene… Io ti voglio al mio fianco come mia moglie, come Firelady… Non come mia concubina… >>


    Io avevo presenziato alle nozze di Aang, e lui adesso presenziava alle mie.
    Eravamo vestiti a festa: lui con i vestiti tipici dei nomadi, io con il tipico vestito del Firelord. Aspettavamo l’entrata trionfale della mia principessa; quando vidi Katara.
    << Zuko, Selene vuole parlarti, prima che cominci la cerimonia. >>
    Andai immediatamente da lei.

    << Piccola, non dirmi che ci hai ripensato. >>
    Lei era dietro ad una tenda, per tradizione gli sposi non si sarebbero dovuti vedere fino al giorno della cerimonia: sì, ero stato lontano da lei per un mese intero. << Non vedo perché dovrei. >>
    << Allora perché mi hai fatto venire qui? >>
    << Per una notizia importante. >>
    << Potrebbe rovesciare le sorti di questa giornata? >>
    << Dipende da come la prende il Firelord. >>
    << Allora posso aspettare. Vieni, ti stiamo aspettando. >> Le presi una mano e la baciai. << Non vedo l’ora che finisca la cerimonia… >> Sapevo che stava arrossendo.
    La lasciai e ritornai al mio posto, ad aspettarla. Nel contempo guardai Katara: il suo pancione era evidente, e questo la rendeva ancora più bella; così guardai anche Toph, e cercai di immaginarmela nello stesso stato, per poco non scoppiai a ridere.
    Lei arrivò e dopo quindici minuti eravamo marito e moglie.

    Eravamo seduti alla grande tavolata: io parlavo con i ragazzi e lei con le ragazze; non mancavo di guardarla, di imprimermela nella memoria, così com’era. Era radiosa; il vestito nuziale tipico della sua gente era di un azzurro MOLTO chiaro, di seta, le maniche erano attaccate al vestito, ma aveva le spalle scoperte, il collo coperto; la fronte era cinta dal suo diadema un filo di oro bianco, che al centro era leggermente appuntito a formare una specie di cuore, e uno zaffiro che le penzolava appena sopra l’attaccatura del naso; i capelli sciolti, ma acconciati in modo da non andarle davanti al viso, mossi.
    Non ne potevo più, era stanco di aspettare che la giornata finisse, così mi alzai e la presi in braccio.
    << Zuko, cosa fai! Mettimi giù, stavo parlando con le ragazze! >>
    << Perdonateci, ma vogliamo la nostra intimità. >>
    Le ragazze sorrisero e i ragazzi esultarono in grida di incitamento.

    La portai nella nostra stanza e la lasciai a terra. << Almeno potevi aspettare un altro po’, in fondo siamo stati lontani per quattro mesi, un giorno in più non cambiava… >>
    La bacia per zittirla, poi mi staccai. << Questa notizia? >> Nel frattempo cominciai a slacciarle il vestito.
    << Come la prenderesti se ti dicessi che aspetto un bambino? >>
    << Ti chiederei: quanti mesi? >>
    << Due… >>
    Mi bloccai. Due mesi: quando ritornò da me sull’isola di Ember, un solo giorno, e in quel giorno mi ero dato così tanto da fare da lasciarla incinta. La baciai. << Quindi presto sarò padre… >>
    << Esatto mio Firelord. >>

    Questo è il mio paradiso: circondato dai miei amici più cari, con mia madre, un popolo che mi voleva bene… Ma soprattutto con la donna dei miei sogni, la Firelady che ho sempre cercato, e i nostri bambini.
    Cosa potevo volere di più?



    E con questo abbiamo finito un'altra opera^^
    Spero vi sia piaciuta**
     
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