Fire=Passion=Sex

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    dominatore mediocre

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    Death
    completa: Si
    partecipazione: Riservata=MissSchiffer
    personaggi: Zuko e Yuna
    pairing: Niente coppia normale, solo Zuko e Yuna
    riassunto: Storia in tre capitoli, la stessa scena da tre prospettive.
    note: E' un capitolo della storia [Princess of fire] U.U



    Buona lettura^O^




    Yuna si sedette sulla sponda del fiume, in cuor suo sapeva che il principe non sarebbe ritornato sui suoi passi. Neanche avvertì la sua presenza dietro di lei.
    Era tornato indietro, con l'intenzione di abbracciare il suo destino.
    Lei si sfiorava le labbra con la punta delle dita.
    Z.<< ne vuoi un altro? >>
    Lei si girò di scatto, si alzò e gli punto un pugnale contro.
    Y.<< sei vuoi morire, provaci! >>
    Lui si avvicinò facendosi scalfire la pelle dall'arma.
    Z.<< allora concedi ad un condannato a morte un ultimo desiderio... >>
    Le tolse l'arma dalle mani, le si avvicinò ancora di più. Le sfiorò le labbra con le sue, poi con la lingua; lei aprì la bocca, per un breve attimo intrecciò la sua lingua a quella del principe, poi le venne l'idea di morderlo. Ci provò, ma Zuko ritrasse la lingua e la poggiò, un po' brutalmente, sul prato.
    Z.<< non ti permetto di mordermi di nuovo. >>
    Così cominciò a baciarle il viso, scendendo al collo e al petto, sui seni ancora coperti dai vestiti; poi risalì. La baciò di nuovo, ma questa volta lei lo ricambiò.
    Entrambi si desideravano da tanto, e adesso era arrivato il momento di cedere.
    Il principe la spogliò dei suoi vestiti e proseguì a baciarle ogni centimetro di pelle, a sfiorarla, a toccarla; lei si contorceva sotto di lui, incapace di pensare ad altro se non a quello che stava vivendo.
    Lui si alzò a sedere sui calcagni per ammirarla, e lei ne approfittò per spogliarlo; ricoprendogli il petto di baci. Lo stesso petto che aveva lavato con una pezza inumidita il giorno della nomina a Dominatore del Fuoco; un petto diverso da allora: le spalle più larghe, così come il petto, i pettorali più sodi e guizzanti sotto le sue mani. Risalì il petto, il collo, la nuca, fino ad arrivare a nascondere le dita nei capelli: finalmente aveva lasciato perdere quello stupido codino e li lasciava crescere.
    Zuko cercò la sua bocca, e se ne impossessò avidamente; il desiderio cocente di averla era opprimente. Non aveva avuto tante esperienze con Mai, ma adesso era completamente diverso: sapeva come darle piacere, come muoversi, come farla impazzire.
    La distese sul prato, insinuandosi tra le sue gambe, che lei gli aprì senza proteste; continuò a baciarla, ad accarezzarla e a stuzzicarla; lei era quasi al limite: cercava di trattenere i gemiti, ma dopo poco vi rinunciò.
    Quando il principe sentì che era pronta per accoglierlo dentro di lei, cominciò a spingere dolcemente, gustandosi le mille espressioni di piacere disegnate sul volto di Yuna; quando fu completamente dentro, cominciò a muoversi avanti e indietro, dapprima dolcemente, via via incalzava il ritmo, mentre continuava a palparla e a baciarla, bevendo i suoi gemiti e i suoi gridolini.
    Furono visti solo dal generale Iroh, che voleva rinfrescarsi; ma girò subito sui tacchi e sparì senza essere né visto né udito.
    I.<< era ora, quei due testardi. Ma mi chiedo quale sarà il prezzo di questo gesto. >>
    Quando finirono di amarsi era ormai ora di cena, ma Zuko non voleva lasciare il corpo di Yuna, che giaceva inerme tra le sue braccia con la testa poggiata sul suo petto.

    Yuna P.O.V.

    Mi sedetti sulla sponda del fiume; sapevo che Zuko non sarebbe ritornato indietro.
    Mi sfiorai le labbra.
    "Davvero mi ha baciata? Se solo non lo avesse fatto per farmi incavolare..."
    Z.<< Ne vuoi un altro? >>
    Mi girai di scatto, mi alzai e gli puntai contro il mio pugnale.
    Y.<< Se vuoi morire, provaci! >>
    Mi si avvicinò, e si fece scalfire la pelle dalla lama, vidi chiaramente la goccia di sangue formarsi.
    Z.<< Allora concedi ad un condannato a morte un ultimo desiderio... >>
    Lo vidi togliermi l'arma dalle mani e avvicinarsi ancora di più. Mi sfiorò le labbra con le sue, poi con la punta della lingua; mi stava baciando e io? Cosa dovevo fare?
    Aprii la mia bocca e intrecciai la mia lingua con la sua: il suo alito odorava di menta, così fresco, la sua lingua era così delicata e allo stesso tempo quasi sfrontata. Poi realizzai: mi sta baciando solo per farmi incavolare? Proprio come prima?
    Allora cercai di portare la sua lingua nella mia bocca per poterlo mordere, ma lui capì: ritrasse la sua lingua, baciandomi, poi mi prese per i polsi e mi sbattè a terra, sul prato.
    Z.<< Non ti permetto di mordermi di nuovo. >>
    Mi tenne entrambi i polsi con una mano, e lo vidi e sentii baciarmi il viso, scendere al collo e ai seni ancora coperti dai vestiti, e rifare lo stesso percorso all'inverso; fino ad arrivare di nuovo alla mia bocca, mi baciò di nuovo e stavolta lo ricambiai, veramente.
    Mi lasciò i polsi e cominciò a spogliarmi: vidi le sue mani sbottonare tutto con una lentezza quasi esasperante, e una volta nuda ed inerme sotto di lui, lo sentii baciarmi ogni centimetro di pelle, sfriorarmi e toccarmi.
    I miei seni si plasmavano sotto il suo tocco: uno lo prendeva interamente in mano, passando a pizzicare e stuzzicare il capezzolo, già fuori per l'eccitazione; all'altro le attenzioni era migliori, baciava tutta la pelle, fino ad arrivare al capezzolo, che mise in bocca, suggendo prima delicatamente, poi sempre più avidamente, infine gli dava dei piccoli morsi.
    Le sue mani continuavano a sfiorarmi il corpo: le braccia, le gambe, il ventre... Fino ad arrivare alla mia femminiltà: ma la sfiorò delicatamente eccitandomi, senza darmi sollievo.
    Il mio cervello mi stava abbandonando; ero solo capace di contorcermi sotto le sue attenzioni, cercando di trattenere nella bocca i gemiti, producendo dei mugolii che lui gradiva parecchio, mordendomi il labbro inferiore.
    Si sedette sui calcagni e mi guardò, o meglio mi scrutò: mi fece sentire ancora più nuda di quello che ero. Mi alzai a sedere anche io e lo spogliai. Con le mani che gli accarezzarono il dorso, partendo dal ventre fino ad arrivare alle spalle, gli feci scivolare il kimono lungo le braccia e, mentre l'indumento scivolava accompagnato dalle mie mani, gli baciai il petto, il collo e le spalle.
    Mi ritornò in mente il giorno della nomina a Dominatore del Fuoco, quando mi occupai della sua preparazione: al tempo non aveva il petto così sodo, né le spalle così larghe. Adesso sentivo tutti i suoi muscoli guizzare sotto i miei palmi.
    Lo accarezzai di nuovo: il petto, le spalle, il collo, fino ad inabissare le mie dita tra i suoi capelli. Finalmente aveva lasciato perdere quello stupido codino e li lasciava crescere.
    Vidi il suo volto avvicinarsi al mio, annusare il mio profumo e cercare la mia bocca; quando la trovò se ne impossessò. Con un solo semplice bacio, mi mandò su di giri.
    Mi distese sul prato e si insinuò tra le mie cosce, che gli aprii senza persarci troppo; ricominciò a baciarmi, ad accarezzarmi... I miei seni erano di nuovo nelle sue mani; poi ne abbandonò uno per scendere più giù, mentre con la bocca si impossessò dell'altro. La mano continuava a scendere sul mio ventre, fino ad accarezzarmi l'interno della coscia, così vicino alla mia femminilità...
    Ero stanca di sentire quelle carezze così eccitanti, così lo esortai ad andare avanti: inarcai la schiena e gli spinsi il mio sesso contro. Lui capì e cominciò ad accarezzare il clitoride, delicatamente, poi sempre più frenetico, fino ad infilare due dita dentro..
    A quel punto i gemiti che cercavo di trattenere uscirono.
    Lui muoveva le dita e io mi muovevo con lui, intorno alle sue dita.
    Ma volevo di più..
    Lui capì, anche questa volta: lasciò il seno che aveva in bocca, sfilò le dita, che leccò, poi si sistemò meglio tra le mie cosce spalancate. Sentii il suo sesso, duro e pronto, contro il mio; lo sentivo strusciare. Inarcai di nuovo la schiena e lui entrò.
    Sentii ogni millimetro di carne che entrava nella carne, la mia faccia stravolta dal piacere; quando fu completamente dentro si sistemò, tenendo il busto alzato facendo pressione sulle braccia, i muscoli dei bicipiti guizzavano, e cominciò a muoversi lentamente: fuori, dentro, fuori, dentro...
    Alzai leggermente le gambe, per sentirlo meglio, e lui cominciò ad aumentare il ritmo: da lento e costante, a forte e irruento.
    La mia gola emetteva suoni che non immaginavo potessi fare.
    Ad un certo punto sentii un suono provenire da lui: una specie di ringhio. Si chinò sui miei seni: ne palpò uno, in malo modo, e prese in bocca l'altro, suggendo e mordendo forte. Mi fece male, ma era quel dolore che con il sesso ti porta all'orgasmo.
    Infatti non tardò ad arrivare: mi sentii tutta un fuoco e tesa, sentii i miei muscoli interni stringere il suo sesso, sentii il suo fiotto entrare dentro di me, e sentii il suo ringhio misto ad un grido uscirgli dalla gola.
    Poi mi baciò.
    Era ormai ora di cena, ed eravamo esausti: lui steso sul prato, e io con la testa sulla sua spalla e una gamba intorno alla sua. Mi accarezzava dolcemente i capelli, il respiro ancora affannato.
    Y."Finalmente, appartengo a lui."

    Zuko P.O.V.

    Tornai sui miei passi, doveva averla. Avevo perso troppe notti sognando di averla. Era seduta sulla sponda del fiume e si toccava le labbra; non si era accorta che era dietro di lei già da un po'.
    Z."Il ricordo delle mie labbra sulle tue è ancora vivo? Oppure ti sfiori le labbra per cercare di ricordare? Posso rinfrescarti la memoria ogni volta che lo desideri." << Ne vuoi un altro? >>
    Scattò in piedi e mi puntò contro un pugnale.
    Y.<< Se vuoi morire, provaci! >>
    Z."Cos'è mi istighi a saltarti addosso?"
    Mi avvicinai a lei, fino a sentire la pelle tagliare dalla punta dell'arma.
    Z.<< Allora concedi ad un condannato a morte un ultimo desiderio... >> "Perché sto per cedere, e se non dovessi accettare sono sicuro di saltarti addosso."
    Le tolsi l'arma dalle mani e mi avvicinai ancora di più a lei. Le sfiorai le labbra, prima con le mie poi con la lingua. Aprì la bocca e intrecciò la sua lingua alla mia: odore di vaniglia, una lingua quasi vellutata, ma sfacciata.
    Capii che voleva che infilassi la lingua nella sua bocca per potermi mordere, e non potevo permetterglielo, in fondo mi faceva ancora male il morso di prima. Così sfilai la mia lingua, la baciai, la presi per i polsi e la buttai sul prato.
    Z."Adesso ci divertiamo sul serio, mia piccola bambina. Porterò a termine quello che stavamo per fare il giorno della nomina a Dominatore del Fuoco." << Non ti permetto di mordermi di nuovo. >>
    Le tenni entrambi i polsi con una mano, le baciai il viso, il collo e i seni ancora coperti dai vestiti, ma che già fremevano per essere toccati; poi risalii il percorso, fino ad arrivare di nuovo alla sua bocca, di cui mi impossessai, e lei ricambiò il bacio.
    Z."Sapevo che lo volevi anche tu."
    Le lasciai i polsi e cominciai a spogliarla: i suoi seni si alzavano e abbassavano al ritmo del suo respiro affannato ed eccitato, e una volta nuda cominciai a baciarle ogni centimetro di pelle, senza tralasciare nulla. Le baciai il lobo dell'orecchio, mordendolo e suggendolo; il collo; le spalle; la sua pelle era così vellutata che richiamava prepotente le mie mani così come le mie labbra.
    Presi uno dei suoi seni in mano, tutto in una mano: lo accarezzai, lo palpai, poi cominciai a pizzicarle i capezzolo già eretto.
    Z."Ma guarda, ti ecciti con poco. Vediamo un po' cosa succede se faccio questo..."
    Cominciai a baciare l'altro seno, poi lo presi completamente in bocca, cominciai a suggere il capezzolo, anche questo già eretto, poi cominciai a mordicchiarlo. I suoi gemiti trattenuti erano un suono melodioso per le mie orecchie.
    Continuai ad accarezzarle il corpo: le braccia, le gambe, il ventre... Fino ad arrivare alla sua femminilità: ma la sfiorai delicatamente per eccitarla ancora di più, senza darle sollievo.
    Vederla contorcersi per il piacere sotto di me e cercare di trattenere i gemiti, che nella sua gola si trasformavano in mugolii, mentre si mordeva il labbro inferiore, me lo faceva indurire sempre più.
    Mi sedetti sui calcagni e la guardai, ogni centimetro di pelle doveva rimanere indelebile nella mia testa. Si alzò a sedere e mi spogliò a sua volta. Mi accarezzò il dorso, proprio come fece quel giorno.
    Z."Allora ricordi? Ed è un ricordo che ti eccita ogni volta."
    Mentre faceva scivolare il kimono dalle mie spalle, accompagnandolo con le mani, mi baciò il petto, il collo; mi riaccarezzò di nuovo fino ad affondare le dita nei miei capelli.
    Z."Vedo che apprezzi il fatto che li stia facendo crescere."
    Avvicinai il mio volto al suo, cercandone le labbra, sentondone il dolce profumo; quando trovai quello che cercavo, mi impossessai ancora della sua bocca.
    Z."Queste labbra, potrei baciarla per l'eternità."
    La stesi sul prato e mi insinuai tra le sue cosce, che mi aprì senza pensarci troppo.
    Z."Che bambina cattiva."
    Ricominciai a baciarla e ad accarezzarla... I suoi seni di nuovo nelle mie mani; ne abbondonai uno e scesi sempre più giù, mentre con la bocca mi impossessavo dell'altro. La mano continuava a scendere sul suo ventre, fino ad accarezzarle l'interno coscia, così vicino alla sua femminilità...
    Z."Voglio farti pedere la testa."
    La stuzzicavo senza mai arrivare dove voleva, fino a quando non mi esortò: inarcò la schiena e mi spinse il suo sesso contro. Capii e cominciare ad accarezzarle il clitoride, delicatamente, poi sempre più frenetico, fino ad infilare due dita dentro...
    Z."Solo per poco, poi ti darò altro."
    A quel punto i gemiti che cercava di trattenere uscirono.
    Muovevo le mie dita e lei con me, attorno alle mie dita.
    Z."Vuoi di più, non è così?"
    Lasciai il seno che avevo in bocca, sfilai le dita, le leccai.
    Z."Questo sapore... Diventerò matto..."
    Poi mi sistemai meglio tra le sue cosce spalancate. Sentii il suo sesso fremere quando cominciai a strusciarle il mio sesso, duro e pronto, contro; inarcò di nuovo la schiena.
    Z."Mi vuoi dentro, vero?"
    Ed entrai delicatamente, sentendo e godendo della sensazione di sentire carne entrare nella carne, la sua faccia stravolta dal piacere era una meraviglia; quando fui completamente dentro mi sistemai: alzai il busto facendo leva sulle braccia, e cominciai a muovermi lentamente: fuori, dentro, fuori, dentro...
    Alzò leggermente le gambe, in questo modo potevamo senitre entrambi la carne strusciare dentro la carne, e aumentai il ritmo: da lento e costante, a forte e irruento.
    A quel punto lei urlava dal piacere, emettendo suoni così eccitanti; suoni che mi mandarono in estasi: dalla mia gola uscì un suono simile ad un ringhio. Persi la testa, non ragionai più. Mi chinai sui suoi seni: ne palpai uno, in malo modo, e presi in bocca l'altro, suggendo e mordendo forte. Non so se le feci male, ma era talmente eccitante: sentivo l'orgasmo avvicinarsi.
    Infatti non tardò ad arrivare: sentii i suoi muscoli interni stringermi il sesso, sentii il mio seme uscire e riempirla, sentii il suo grido di soddisfazione, e sentii il mio ringhio misto ad un grido uscrirmi dalla gola.
    Poi la baciai.
    Era ormai ora di cena, ed eravamo esausti: ero steso sul prato, e lei aveva la testa poggiata sulla mia spalla e una gamba intorno alla mia. Le accarezzavo dolcemente i capelli, il respiro ancora affannato.
    Z."Finalmente mi appartieni completamente."




    P.s: Ovviamente qui ci andrebbe il disegno fatto da AlexandraLux, apposta per questa storia, ma la farò postare a lei XD
     
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