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Nella settimana in cui Zuko era partito, Aang cercava in tutti i modi di farsi notare da Katara, mettendo in atto i consigli di Zuko e Sokka: sii te stesso, ma allo stesso tempo più sicuro di te.
In fondo era il suo tipo: più alto di lei di 10 cm (proprio come lo era Zuko 6 anni addietro), i lineamenti da bambino erano finalmente spariti; l'unica cosa che gli riusciva male era la sicurezza. Ma se non altro la lontananza del principe lo aiutava tanto, doveva giocarsi tutte le carte in quei 6/7 giorni.
Dopo gli allenamenti mattutini, la aiutava in tutto: a cucinare, a rassettare le tende, a lavare vestiti e biancheria. Sentiva che si stava avvicinando ancora di più a lei, e sperò lei lo ricambiasse.
Katara era in pensiero: Zuko stava combattendo spalla a spalla con una ragazza che voleva ucciderlo; ma sapeva che lei non sarebbe mai riuscita a farlo. Almeno lo credeva.
Aveva notato come il principe la guardasse: ne era affascinato, stregato; capì che forse doveva rinunciare al suo cuore. Ma in fondo, Zuko era gentile con tutte, certo nei suoi modi burberi; però con lei era comunque diverso: aveva più contatto fisico, non si faceva scrupoli a strattonarla. Con lei si era sempre limitato a urlarle in faccia, o a usare il suo dominio.
Era presa da questi pensieri, quando si accorse che Aang era più servizievole del solito, possibile fosse ancora innamorato di lei? Dentro di sé sperò di sì.
I.<<non posso crederci...>>
K.<< Cosa succede, zio?>>
I.<< eccoli lì, tutti e tre.>>
U.<<iroh! Che piacere rivederti! Devo ringraziarti per aver badato al mio Zuko.>>
I.<<figurati, Ursa. Per me è stato un vero piacere.>>
Z.<<per favore, zio, occupati tu di mia madre. Ho una faccenda da sbrigare.>>
Si allontanò, trascinandosi Yuna dietro.
Y.<<dove mi porti?>>
Z.<<a risolvere i nostri problemi.>> Arrivati ad una radura, il più lontano possibile dall'accampamento, si fermò e si piazzò di fronte alla ragazza. <<avanti sono qui, uccidimi!>>
Lei si paralizzò: non se lo aspettava.
Y.<<non è divertente se non ti difendi...>>
Si girò con l'intenzione di andarsene.
Non poteva lasciarla andare, non era una codarda.
Z.<<come vuoi!>>
La raggiunse, la voltò e la baciò; voleva un motivo per lottare? Glielo avrebbe servito su un piatto d'argento. La paralizzò ad un tronco e cominciò a palparla.
Yuna gli morse la lingua.
Y.<<bastardo...>>
Z.<<per quale motivo Zhao ti ha marchiato?>>
Y.<<ti interessa solo questo? La tua lotta contro di lui è così importante?>> Non ricevette risposta. <<come vuoi...>> Abbassò lo sguardo, ma lo rialzò pochi secondi dopo, doveva vederlo in faccia. <<sono la sua concubina.>>
Zuko la lasciò e si allontanò adirato.
Aveva ricevuto un bacio da lui, il primo bacio che si erano scambiati... Ma lei capì che la baciò solo per farla incavolare; tuttavia, quel bacio aveva acceso qualcosa in lei, che ne desiderava ancora. Quasi si pentì di non aver ricambiato.
Se Yuna non gli avesse rivelato la verità, l'avrebbe fatta sua. Sì, SUA; perché Zhao l'avrà anche marchiata e violentata, ma lei apparteneva a lui: al principe della Nazione del Fuoco, Zuko.
Che si prendesse qualsiasi cosa, ma non lei.
Ma perché si era allontanato? Perché non aveva proseguito? Perché non l'aveva fatta sciogliere baciandola?
Una rivelazione improvvisa lo colpì come un fulmine: la amava, ne era pazzo, uno schiavo.
Doveva averla; doveva tornare "padrone", "predatore"; farle capire che, una volta tra le sue braccia, non l'avrebbe lasciata andare.
Così tornò indietro con una nuova carica.
Edited by MissSchiffer - 4/4/2014, 01:14
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