EoA - Avatar: Legend of Ruy [G]

Fantascienza, Avventura, Thriller, Dark

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  1. OmegaMega
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    EOA - Legend of Ruy


    completa: no
    partecipazione:OmegaMega
    personaggi: l'attuale avatar, Ruy, soldato al servizio di Rein.
    Rein, gelido dittatore che ha sottomesso il mondo
    Il misterioso fantasma che comunica con Rui dopo l'assassinio di un soldato.
    capitoli:
    Capitolo 0 - Il Futuro
    Sono passati 1200 anni dopo la morte di Aang, e anche l'ultimo Avatar, Zoyn, nato sotto il dominio della terra, e morto, ed è giunto il momento di far strada al nuovo avatar...
    ma le cose non sono più come un tempo.
    Dopo la nascita di Korra le innovazioni teconologiche arrivarono una dopo l'altra. In pochissimo tempo si raggiunse una civiltà sviluppata come la nostra e, sempre in un lasso di tempo relativamente breve, raggiunse progressi incredibili.
    Il nemico di turno veniva puntualmente affrontato dall'Avatar, che, tuttavia, aveva sempre meno considerazione e trattato sempre con meno rispetto, visto l'avvento delle macchine per la manipolazione del Chi, che potevano impiantare il dominio in un cittadino qualunque (senza poter però sfociare in un secondo dominio o nello stadio avanzato di questo (Acqua-->Sangue/Terra-->Metallo/Fuoco-->Fulmine)), o toglierlo allo stesso Avatar, come successe a Garoth, un Avatar nato sotto il dominio del fuoco, con qualche mania di grandezza di troppo.
    Tornando al progresso tecnologico, alla fine del secondo ciclo di Avatar dopo Korra, con un nuovo Avatar nato sotto il dominio dell'Acqua, si era raggiunta un Utopia.
    Ma si sa, per definizione un Utopia non esiste e qualcuno brancolava nel buio.
    Il mondo era da secoli unificato e le guerre sospese, salvo qualche piccola battaglia civile che veniva presto e prontamente sedata dalle autorità di turno.
    Ecco perchè, chi avesse conquistato la capitale, avrebbe potuto con facilità sottomettere il resto del globo, e questo era il piano di Rein, uno essere viscido e spietato ,dominatore del fuoco e del fulmine, con manie di potere e un potente arsenale ballistico e un altrettanto potente esercito ai suoi servizi.
    L'ascesa al potere fù tanto rapida quanto improvvisa.
    In meno di un mese il suo esercito sottomise la capitale e da lì la scalata al dominio planetario fù in discesa.
    Ormai il mondo era diviso in 2 parti: la zona sotto il dominio di Rein, e i luoghi dove vi era ancora una resistenza.
    Ai suoi ordini Rein però aveva i più potenti dominatori dell'acciaio e del fulmini, e dominatori dell'acqua che si erano allenati tanto a lungo e con tanta costanza da poter eseguire il dominio del sangue in qualunque circostanza.
    E soprattutto... avevano l'Avatar.
    Appena nato il nuovo avatar la prima preoccupazione di Rein era fare in modo che fosse arruolato nel loro esercito, anche a costo di strapparlo alle braccia dei genitori o di bombardare il villaggio dove era nato e cercare il successivo.
    Veniva addestrato tanto duramente che doveva sviluppare anche i domini del fulmine e dell'acciaio e, nel caso fosse nato sotto il dominio dell'acqua, anche del sangue entro l'età in cui poteva fare il soldato, e soprattutto non avere alcun contatto col mondo degli spiriti, visto che avrebbero potuto dissuaderlo dal combattere.
    Il vero inizio della nostra storia inizia nella stanza del nuovo Avatar, nato sotto il dominio del fuoco e gia maggiorato e pronto per combattere nell'esercito e che aveva gia guidato diversi assalti, sveglio perchè non riesce a dormire: la sua testa è affollata dalle voci di uno spirito che finalmente aveva avuto un contatto con l'avatar. Gli occhi spalancati e dritti contro il muro e una sola domanda nella testa: "Quello che faccio è giusto?"


    Capitolo 1 - Pentimento
    Le stanze dei soldati era quanto di più simile ci fosse ad una cella, solo che una cella aveva almeno il quadruplo dello spazio. Questa era la vita di un soldato al servizio di Rein: non aveva contatti di alcun genere con gli altri combattenti, a volte trattati con tale durezza da diventare apatici. Non erano soldati. Erano armi in mano ad un folle, e l'avatar era la sua arma migliore. Il nostro avatar, Ruy, ancora non riusciva a dormire. La testa popolata dalle voci di un fantasma che suonavano come un urlo disperato. E i minuti passavano...

    Per il giorno dopo era previsto un assalto contro una città ribelle.
    Ora vi chiederete: se Rein aveva tutta questa potenza di Arsenale ballistico, perchè organizza attacchi in cui i suoi soldati potevano rimanere feriti: la riposta era una, ed era tanto semplice quando crudele: i sopravvissuti non erano ammessi, e ogni simbolo che testimoniasse una precedente esistenza di quella città doveva sparire.
    Ogni soldato era un dominatore, e spesso l'eliminazione dei palazzi sopravvissuti ai missili toccava ai dominatori del metallo.
    Quando l'aereonave che aveva scaricato i soldati ripartì per bombardare la città dall'alto, ogni guerriero si muoveva per il posto cercando anche la minima traccia di vita.
    Non erano ammessi prigionieri.
    A molti soldati piaceva... vedere il sangue del nemico scorrere, vedere la loro espressione terrorizzata, udire le loro urla di pietà... vederli soffrire.
    Altri invece, come già detto, erano armi apatiche che non facevano altro che eseguire ordini.
    E poi, quel giorno, c'era Ruy, che per tutto quel tempo aveva abitato la prima categoria.
    La sua mente era altrove quel giorno, pensando ancora allo spirito disperato di quella notte. Ogni soldato, oltre al proprio dominio, come armi disponeva di una gunblade, una lunga spada con un fucile incorporato, utile sia per gli attacchi a distanza, che per quelli ravvicinati: una volta per le strade afferrò l'arma e continuò la strage iniziata dagli altri soldati. Uccise a vista chiunque non fosse marchiato del sigillo di Rein. Ma poi accadde...

    Sentì un urlo disperato e acuto, di una bambina. Non era di perse una cosa tanto eclatante: si sentivano spesso durante gli assalti e, quasi sempre, i bambini erano portati con loro per essere addestrati e diventare soldati altrettanto crudeli.
    Ma gli ordini quel giorno erano chiari: non deve restare vivo nessuno.
    Ruy, però, fù solo uno spettatore di quello che stava per avvenire.
    Un altro soldato notò la bambina, un dominatore dell'acqua appartenente alla categoria "uccido e mi diverto", che prima guardò la bambina e poi, mentre un sorriso sinistro si manifestava sul suo volto, mosse le mani davanti a lui verso la bambina che gridava aiuto disperata. Poi si bloccò, senza smettere di piangere, e iniziò ad alzarsi in aria mentre il suo volto veniva deturpato dalla smorifa di dolore. Dominio del sangue. Usato su di una bambina.
    Fù quello il momento in cui Ruy si rese conto della crudeltà con cui operavano, delle cose orribili che facevano.
    Vide il soldato ridere sadicamente davanti alle sofferenze della bimba, poi la fece cadere per terra violentemente e le puntò la gunblade alla fronte mentre ella piangeva disperata e invocava pietà.
    Ruy non seppe spiegarsi il perchè del suo gesto, ma afferrò la gunblade e sparò prima del soldato.
    Gocce di sangue.
    Il tempo per l'avatar sembrò bloccarsi.
    Poi il soldato caddè a terra, mentre solo una parole uscì dalle labbra dell'assassino:
    "SCAPPA!"
    La bambina, sempre piangendo, si voltò e corso con tutto il fiato che aveva in corpo fino a far perdere le sue tracce. Nessuno la seguì: tutti i presenti si spostarono a guardare quello che era successo, e un paio, di dominatori dell'acqua con abilità curative cercarono di salvarlo mentre urlavano a qualcun altro di affrettarsi a portare un medikit.
    Ruy intanto era rimasto fermo lì dov'era rimasto, cadendo sulle ginocchia e con lo sguardo fisso a terra, coon gli occhi sbarrati incredulo per quello che aveva fatto. Sapeva solo una cosa: non voleva più uccidere, rendendosi conto di quanto fosse sbagliato e desiderando in quel momento solamente che tutte le azioni malefiche che aveva compiuto in quegli anni al servizio di Rein non fossero mai accadute e fosse solo un brutto sogno.
    Ad un certo punto sentì una mano toccargli la spalla e alzò lo sguardo, vedendo un uomo completamente avvolto in una tunica nera e con volto e capelli bianchi (si salvavano da questa monocromaticità solo gli occhi di un azzurro molto intenso, quasi ipnotico), che venne tranquillamente trapassato dal soldato che stava portando il medikit.
    Un fantasma. E con una calma tanto irreale quanto snervante per la situazione.
    Poi volse a Ruy un sorriso: "Le mie congratulazioni! Questo è la prima fase della tua redenzioni, Avatar Ruy."



    Edited by OmegaMega - 4/1/2013, 19:46
     
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    Capitolo 2 - Amnesia
    Al risveglio era in un letto. In un infermeria probabilmente, visti altri letti simili al suo pieni di gente in condizioni poco invidiabili.
    Aveva un fortissimo mal di testa. Un dolore lancinante.
    Vedeva a tratti annebbiato, e in certi momenti ogni suono sembrava ovattato.
    C'era una sedia vicino a lui, e su quella sedia un uomo con lo stesso, calmo e snervante sorriso: il fantasma. Però, a differenza dell'ultima volta, non disse nulla, e scomparve, come diradandosi in una nebbia bianca.
    Appena notò che si era svegliato un infermiera corse sul posto per vedere se avesse bisogno d'aiuto.
    "Salve e ben svegliato. Tutto bene?"
    Si sentiva la bocca impastata. ma riuscì a mettere insieme una frase:
    "S-Si... sto bene. Apparte la testa, ma ci passerò su."
    "Come ti chiami."
    Restò paralizzato.
    Aveva gli occhi sgranati e si rese conto di un bizzarro quanto inquietante dettaglio:
    Non lo sapeva.
    Non sapeva nulla.
    Come si chiamasse
    La sua età (anche se dal corpo poteva intuire che girasse attorno ai diciannove anni)
    Qualunque informazione inerente alla sua vita gli sfuggiva.
    L'unico ricordo che avesse era il maledetto sorriso di quel fantasma e una sua frase.
    "Le mie congratulazioni! Questo è la prima fase della tua redenzioni,...."
    C'era anche un altra parte ma non riusciva a ricordarla.
    Poi improvvisamente si rese conto che l'infermiera era ancora lì vicino dubbiosa e pensò bene di risponderle:
    "Non me lo ricordo."
    "Ci credo, quando ti abbiamo ritrovato la tua testa sanguinava un bel po'. Sarà meglio che ti riposi il più possibile."

    I giorni trascorrevano lenti, nella noia più totale.
    Niente da fare, non gli era consentito alzarsi, non poteva camminare, l'unica interiezione umana che poteva avere era il breve dialogo con l'infermera che veniva da lui per assicurarsi delle sue condizioni o portarli il pasto.
    E poi c'era il fantasma, che ad ogni risveglio lo guardava con lo stesso sorriso.
    Iniziava ad odiare quel sorriso.
    Iniziava a parergli inadeguato e odioso.
    Ma ormai era certo che fosse prossimo ad impazzire.
    Poi un giorno il fantasma aprì finalmente bocca:
    "Tu non ricordi niente, vero?"
    "Ricordo soltanto una tua frase."
    "Tanto per cominciare dovresti ricordare il tuo nome"
    "Tu sai qual'è, vero?"
    "Ovviamente"
    "E non me lo dirai.
    "Dipende."
    "Da cosa?"
    "Da come procede la tua redenzione."
    E scomparve. Lasciando altri interrogativi nella sua mente.

    Quando la convalescenza terminò, gli venne permesso di andare in giro per la città, visto che ormai era guarito a tutti gli effetti.
    Venne a sapere diverse cose.
    Che la guerra, che non ricordava fosse in corso, aveva distrutto la vita di milioni di persone ed era stata causata da Rein.
    Che l'Avatar era impazzito e scomparso e ora tutto l'impero era alla sua ricerca, o a quella dell'avatar successivo.
    Che quella città era in forte crisi, visto che non aveva fornitori per le materie prime.
    Si chiese che razza di tiranno potesse essere tanto crudele da condannare così la vita di così tante persone.
    Camminando in preda dei suoi pensieri non si rese conto di quanto avesse camminato, e non aveva idea di dove fosse.
    Il quartiere sembrava parecchio malfamato e, quasi a conferma dei suoi pensieri, assistette ad una rapina.
    Davanti a lui c'erano un dominatore con dominatore con la mano incandescente e un pistola nell'altra mano che minacciava un ragazzo gracile e magro.
    Mentre il ragazzo gli porgeva teso il portafoglio, lui disse, con tanta innocenza da apparire un bambino: "Quelli non sono tuoi."
    Il rapinatore si girò innervosito: "Come?"
    "Quei soldi sono di quel ragazzo, non tuoi.
    Ridaglieli."
    "Bhe, adesso sono miei, e mi sembra che questo ragazzo sia d'accordo." mentre questo annuiva terrorizzato.
    "Ah me non sembra d'accordo."
    Il ladro cominciava a sembrare innervosito e sbraitò: "Adesso questi soldi sono miei, chiaro? E tu non potrai fermarmi."
    Detto questo gli puntò la pistola contro, dandò al ragazzo l'occasione di scappare, e sparò il colpo.
    Colpo che schivò e, successivamente si scagliò contro al rapinatore con la mano avvolta in delle saette.
    Al solo contatto il rapinatore fini frittò, facendo scivolare a terra pistola e portafoglio.
    Portafoglio che venne prontamente afferrato e restituito al proprietario che non mancò di sommergerlo di ringraziamenti.
    "Se non fosse stato per te non mi sarebbe rimasto nulla, o ancora peggiò sarei morto."
    Ma erano parole a vuoto. Solo adesso si era reso conto di aver fulminato quel rapinatore, scoprendo in quel momento di essere un dominatore.
    E anche abbastanza potente a quanto sembrava.
    E una sola parola in mente: Giustizia.
    Era pronto ad eliminare il clima di oppressione di Rein, e se facendolo sarebbe morto, l'avrebbe fatto per una buona causa.
    Poi riprese ad ascoltare il ragazzo.
    "Scusi, lei come si chiama. Vorrei almeno conoscere il nome di chi mi ha salvato."
    "Io... non me lo ricordo."
    Il ragazzo, seppur un po' deluso, se ne andò via.
    Improvvisamente sentì una mano sulla sua spalla, e voltandosi vide il fantasma, col solito sorriso strafottente in viso.
    "Bene, vedo che la tua redenzione continua, Ruy..."
     
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