Libro ispirato al cartone & al film!!

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    CITAZIONE
    Io ho trovato una copia del libro in libreria e l'ho letto. Non comprato però: se avessi 16 euro da spendere (e in questo momento non ce li ho xD) credo che mi comprerei qualcos'altro. Infatti la mia personale opinione su 'Libro Primo: acqua' (se non è il vero titolo mi scuso, ma da come è impaginato sembra proprio quello) non è granché positiva.
    Il fatto è che la definizione 'ispirato al film e al cartone' non rende l'idea: sembra la trascrizione della storia dell'uno e dell'altro, c'è ben poco di originale e a uno che ha già visto Avatar questo libro non dice proprio nulla. Di solito le fanfiction (non saprei come altro definire questa storia) servono a analizzare punti o elementi specifici della serie, magari a farne una versione più introspettiva, a dare una visione più individuale (dando risalto a un personaggio più che a un altro) o a proporre sviluppi alternativi. Io in questo libro non ho visto nulla di tutto questo, in effetti non ne ho capito proprio lo scopo.

    Ci sono degli elementi che sono evidentemente spunti originali dell'autrice, ma sembrano più che altro cattive interpretazioni, cattive perché non supportate dalla serie né dal film (in parole povere: inventate di sana pianta) o addirittura perché sono in contrasto con la storia o l'ambientazione di Avatar. Ad esempio:
    - l' ambientazione:nell' introduzione si dice che il Regno della Terra è stato il primo a soccombere, ma nella storia non è così: i primi a cadere sono stati in Nomadi, la conquista del Regno da parte della Nazione avviene in maniera lunga e sofferta, senza contare che oltre ad Omashu e a Ba Sing Se ci sono ancora altre città e villaggi che resistono ai tempi di Aang (l'isola di Kyoshi, la città natale di Toph, l'isola di Chin, vari villaggi).
    Piccola nota: la dominazione degli elementi (pag. 35 e pag. 112) non esiste, si dice dominio e lo Spettro Blu forse è di un altra serie, quello di Avatar è lo Spirito Blu. Jack e Drew sono nomi fuori ambientazione (bussola di lapislazzuli e smeraldi? Mah...). La cosa più strana è però quando Aang incontra la Morte con la falce: non l'ho ancora capita, dico sul serio.

    - il carattere di alcuni personaggi è decisamente alterato, per non dire stravolto: a pagina 16 Zuko ustiona una vecchia della tribù di Katara perché gli ha detto che non sa dov'è l'Avatar, poi da fuoco al villaggio. Ora, è vero che Zuko non si fa scrupoli a spaventare la gente, ma non lo si è mai visto ferire intenzionalmente degli innocenti. Dopo questo sfoggio di crudeltà rientra sulla nave e abbraccia suo zio davanti ad Aang. Zuko abbraccia lo zio? In pubblico? Se c'è una persona che si vergogna di mostrare i suoi sentimenti (all'infuori della rabbia) quello è Zuko. Più tardi (pagina 43) il nostro principe manda elegantemente a fan***o Zhao (lo censura zio Iroh); vorrei sapere chi gli avrebbe insegnato a parlare così: tra nobili ci si sfida a duello, non ci si prende a parolacce! Nel capitolo 15 invece si confida con Aang e gli parla dei suoi guai; a parte il fatto che a questo punto il lettore comincia a pensare che Zuko soffra di schizofrenia (non si capisce quale sia il suo carattere!) non è una cosa che Zuko farebbe: un principe della Nazione non si mette a fare la lagna col primo che passa! Quella di tediare tutti con le sue paturnie è una brutta abitudine che Zuzu prende dopo essere stato costretto alla fuga dall'arrivo di sua sorella, non quando ancora crede di poter tornare ad essere un principe!
    Tralasciando Zhao che all'inizio chiede a Zuko di collaborare con lui nella caccia all'Avatar (figuriamoci se dividerebbe la gloria con qualcuno!) e in uno degli ultimi capitoli minaccia di far pagare le colpe di Zuko ad Iroh (cos'è, è diventato cretino? Iroh è pur sempre un grande dominatore, nonché ex-generale e fratello del Firelord) passiamo pure ad Aang: come sarebbe a dire che risponde alla domanda 'come ti chiami^' in tono di sfida? Perché apostrofa il padre di Teo come 'sporco traditore'? E, soprattutto, perché si mette a piangere quando capisce che Zuko non potrà essere suo amico? Avrebbe potuto essere un semplice cane rabbioso (il che comunque non va bene, Aang non è così) e invece è diventato anche lui schizofrenico: prima si arrabbia e poi frigna, senza apparenti ragioni per l'uno e per l'altro comportamento.

    - le relazioni tra i personaggi: e qui ci sarebbe molto da dire, am cercherò di essere breve (anche perché sto scrivendo un papiro xD ). Innanzi tutto, la relazione tra Sokka e Suki, perché si sviluppa in sole cinque pagine? Se c'erano esigenze di spazio si poteva tagliare altrove.
    Altra cosa: perché tutti, incluso Iroh e Zhao, chiamano Zuko per nome? E' pur sempre un principe, accidenti, e se recuperasse l'Avatar sarebbe l'erede al trono! Come può Zhao chiedergli di dargli del lei quando diventa Generale (perché, ai capitani non si porta rispetto? Tra parentesi, Generale non è un grado della marina, il suo corrispondente dovrebbe essere Ammiraglio) se lui lo chiama per nome senza titolo?!
    Ma la cosa più terrificante (sì, anche più della Morte con la falce) è lo ZUTARA! Come, perché, dove? O_O Come sarebbe a dire che Zuko ha l'alito che sa di menta e a Katara è sempre piaciuta la menta?! Perché Zuko è malizioso e nello scontro al Polo chiama Katara prima per nome, poi 'dolcezza'?! Perché Katara si sente deconcentrata dalla sua vicinanza ed è tentata di dirgli dove si trova Aang quando lui la cattura?! (Perché Katara vuole mandare a fan***o Zuko - anche lei!- e sputa?! O__O). Perché ce l'hai messo? Ti piaceva l'idea? Se volevi scrivere una Zutara non facevi prima a incentrarla su loro due fin dall'inizio (e a trovare spunti romantici un po' più originali: così è troppo cliché)

    E con questo chiudo, non prima di aver puntualizzato un'ultima cosa: lo stile. La narrazione a eventi distaccati con nessi logico-cronologici scarsi o nulli va bene per le serie (cartoni, fumetti, telefilm) ma in un romanzo non funziona a meno che non sia un'opera corale. Stessa cosa per i periodi: sembrano un po' troppo elementari, vanno bene per 'raccontare', non per 'scrivere', perché sono funzionali ma anonimi, non trasmettono niente. E il punto di vista del narratore: o lo fai del tutto impersonale o lo rendi partecipe emotivamente, se fai prima una cosa e poi l'altra il lettore ha un'impressione di discontinuità e anche di fastidio perché non capisce se il narratore c'è o non c'è, se c'è in che modo è presente, da che parte sta.

    Per riassumere ho trovato questo libro poco stimolante, scarsamente coerente e poco curato nell'aderenza all'ambientazione. Questa era la mia opinione come lettrice, spero che l'autrice la legga e ne tenga conto nel caso in cui abbia intenzione di continuare a scrivere.

    dimenticate cio che ho scritto nel post precedente
     
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26 replies since 6/6/2011, 14:11   1343 views
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