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1. Stabilire preventivamente, la classe, l'allineamento, la divinità e il nome del personaggio (quest'ultimo possibilmente adeguato al contesto in cui il personaggio va ad inserirsi, evitando nomi presi da saghe o fumetti famosi o da contesti non consoni a quello dove il nostro personaggio vivrà)
2. Decidere il suo allineamento, aspetto che influenzerà anche il carattere di tale personaggio. Il carattere è molto importante, perché tutte le creature viventi hanno una propria personalità, pregi e difetti, che si evolvono man mano che si incontra nuova gente o si fanno determinate esperienze. Nessuno vi chiederà mai "di che allineamento sei?" ma potrebbero chiedere come la pensi, e quindi bisogna avere le idee ben precise. Inoltre questo è fondamentale per sapere come il nostro personaggio reagirà di fronte a certe situazioni: se sarà terribilmente testardo e orgoglioso, se piegherà la testa, se si dispererà, se rimarrà freddo e impassibile, se piangerà, se riderà, se si terrà in disparte dalla folla o la cercherà, se amerà viaggiare o stare in città ecc.
3. Creare un background, ovvero una storia che identifichi il passato del vostro personaggio. Ovviamente lui sarà libero di parlarne o meno, ma è sempre importante tenere ben presente come ha vissuto il proprio personaggio prima di arrivare in queste nuove terre. Bisogna che si sappia qualcosa dei suoi genitori, di quel che gli è accaduto, perché si è ritrovato nella nuova città, di che obbiettivi si pone, perché ha iniziato a studiare l'arte del guerriero, o le arti arcane, o perché fa un determinato lavoro, ecc. Inoltre, bisogna tenere sempre ben presente la classe alla quale si appartiene e la storia propria del mondo in cui il nostro personaggio vivrà.
4. Una volta accettato il background si può iniziare a giocare, tenendo ben presente quali sono le caratteristiche del proprio personaggio e agendo di conseguenza ad esse. E' bello cercare con la fantasia di creare situazioni sempre nuove. Il personaggio stesso e' bene che si doti di particolarità che lo contraddistinguono dagli altri: maniere di dire sempre ripetute, frasi che ama declamare, tic nervosi, descrizione del portamento (e' possibile riassumere tali aspetti nel Character Profile, in modo che i vostri interlocutori conoscano le particolarita del vostro personaggio).
5. Per un buon gdr è consigliabile rivolgersi agli PNG (personaggi non giocanti) in maniera adeguata, invece di dire "Forziere" al banchiere, ci si rivolga dicendo "per favore, mi mostra il mio Forziere?" oppure "il mio Forziere se non le dispiace", o se interpretate una parte cattiva "dammi il mio Forziere, subito!" e simili. Lo stesso vale per le azioni di comprare e di vendere, che possono essere arrangiate inserendole in frasi più cortesi e meno "false".
6. Ricordarsi di evitare le abbreviazioni come "x" al posto di "per", "k" al posto "ch" ecc, termini come "pozze" al posto di "pozioni" ecc. Ricordate inoltre che qualsiasi messaggio scritto in MAIUSCOLO si intende gridato.
7. Per giocare al meglio basta immedesimarvi nel vostro personaggio il più possibile, cercare di vedere il mondo come lui lo vede e agire come lui agirebbe. In un certo senso bisogna affezionarsi al proprio personaggio come da bambini vi affezionavate a un pupazzo, un peluche o una macchinina che fosse, e avere sempre riguardo per lui, senza lanciarlo in avventure dalle quali potrebbe non tornare vivo solo perché "tanto è un gioco". Anche il vostro peluche o pupazzo o macchinina era un gioco, ma proprio perché vi eravate affezionati non avreste mai messo in pericolo la sua incolumità gettandolo dal sesto piano o buttandolo sotto una falciatrice.
NB: Fare gdr significa vivere il proprio personaggio in una data ambientazione, non sfruttandolo per vendicare in gioco tutte le frustrazioni della vita reale, sentirsi superiori perché di livello più alto, ciò non è lo scopo del gioco. La divisione netta e reale esiste solamente fra chi sa fare buon gdr e chi non fa gdr per nulla.
ESEMPIO DI GDR: UCCIDERE I PG Giocare significa divertirsi, e il divertimento naturalmente non può essere solo il proprio, ma anche quello degli altri, di cui bisogna sempre tenere conto e rispettare. Occorre specificare che il vostro personaggio non è soltanto una pedina che si muove sui pixel del vostro monitor e con la quale dimostrare agli altri quanto siete superiori, ma è una persona che vive (e quindi gioisce, soffre e prova emozioni in genere) nel suo mondo.
Una morte istantanea, senza che la vittima nemmeno se ne accorga, probabilmente è una cosa legittima e vicina alla realtà, ma altrettanto legittimo e reale è duellare anche verbalmente, dando alla vittima la possibilità di implorare pietà, di cercare la fuga, di cedere tutti gli averi che reca con sé in cambio della propria vita, di difendersi con le parole (magari sostenendo di essere troppo debole e che sarebbe un atto vile uccidere una persona indifesa; è il caso dei niubbi, ovvero di chi ha appena iniziato a giocare ed è ancora debole, ma puntualmente viene preso di mira da assassini esperti proprio perché considerato una facile preda) . In tal modo non solo si offre più ampia possibilità di giocare a tutti, senza che nessuno si senta frustrato dalla propria impossibilità di interagire con gli altri a causa della propria "inferiorità", ma si colora il gioco di aspetti nuovi rendendolo più divertente e variegato.
In questa maniera interpretare un personaggio "malvagio" non significherà per forza dover essere tutti uguali, spietati e massacratori. Pur non uscendo dal proprio ruolo, ognuno potrà interpretare se stesso nella maniera che preferisce: chi ama sentirsi implorare,chi fa mettere in ginocchio le vittime e mentre loro lo pregano le uccide, chi si fa consegnare tutti gli averi e lascia libera la vittima di fuggire, chi impone al malcapitato qualche altra sua terribile trovata.
Alla stessa maniera, anche la vittima designata avrà la possibilità di giocare di ruolo nello stesso modo in cui lo fa l'aguzzino: potrebbe cercare di reagire, può aspettare un momento di distrazione per scappare, può essere così orgogliosa da non voler chinare la testa di fronte al nemico, può gettarsi a terra piangendo e gridando di risparmiarla, potrà offrire denaro e armi o altro in cambio della propria salvezza. La cosa importante da ricordare è che i pg non sanno che è un gioco e che quindi dopo la morte basta andare dal guaritore per tornare in vita, ma sanno che stanno per morire... E la morte deve essere una cosa da evitare a tutti i costi! E' quindi sbagliato un atteggiamento di menefreghismo di fronte ad un potenziale assassino (sia che esso sia un personaggio giocante, sia che si tratti di un mostro npc). La morte è una cosa seria, e và presa seriamente.
Questi sono solo alcuni esempi!!! Se si lasciasse la possibilità di interagire senza cercare sempre e solo combattimenti per dimostrare la propria superiorità (superiorità in cosa poi? in esperienza? Per quella basterebbe lasciare più tempo al novizio da dedicare al gioco!) ci sarebbero più possibilità di interpretazione per tutti, dimostrando realmente quello che fa dei personaggi giocanti delle "persone vere": le differenze di carattere e di personalità.
IL SENSO DELL'ESISTENZA Cos’è che ci fa leggere con passione un romanzo, smaniosi di voltare pagina per scoprire cosa succederà? Oppure ci annoia già dopo un paio di paragrafi? Cos’è che rende accattivante un film o ci fa divagare la mente dopo poche scene? Mi sono fatta spesso queste domande per capire se c’è qualcosa, al di là dei gusti personali o del genere preferito, che influenza le mie decisioni su una storia. Col tempo è nato un istinto dentro di me che mi fa scartare un libro o dire “questo film non mi va di vederlo”. Ma cos’è? Ci sono molti fattori che influiscono, come il modo di raccontare una storia, il ritmo, l’atmosfera… in parte anche la trama, ma quest’ultima non è affatto fondamentale come potrebbe sembrare. Ciò che invece secondo me è essenziale è identificarsi o meno con i personaggi. È questa la chiave. Quando si scrive un romanzo bisogna trascinare dentro il lettore, coinvolgerlo nella storia. E per farlo occorre portarlo a identificarsi con protagonista e/o con i personaggi vari. Persino nella storia più surreale e fantasiosa c’è sempre una parte di noi che troverà un’affinità e che ci porterà a seguire con curiosità “cosa accade” a tale personaggio. Nelle tecniche di scrittura una delle regole fondamentali è far sì che il protagonista del romanzo abbia un desiderio, un obiettivo da raggiungere, quello che si chiama il “conflitto”. Io direi di più: il protagonista deve essere ossessionato da qualcosa. E portando all’estremo questo concetto si dovrebbe far sì che tutti i personaggi della storia siano ossessionati da qualcosa. Se il protagonista non ha uno scopo, non ha qualcosa per cui vivere e andare avanti, è come vuoto. Qualsiasi storia deve partire da questo punto: un desiderio, un’aspirazione, un problema da risolvere, una grande paura, un tormento. Quando si decide di scrivere una storia è come intraprendere un viaggio. È dunque fondamentale conoscere il punto di partenza, ovvero cos’è muove il protagonista, perché tutta la trama sarà condizionata da questo qualcosa. La prima domanda da farsi è dunque: “Cosa vuole il mio protagonista?”. La domanda successiva è: “Fino a che punto lo vuole?” Fate sì che l’intensità del desiderio sia al massimo livello o l’interesse del lettore calerà in proporzione...
ESEMPI DA NON IMITARE, LE MARY SUE (O SUPERKATARA) fai il test!
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