La risposta acida della ragazza la colpì più di quanto Azula avrebbe voluto. Non si considerava suddita di nessuno, tantomeno di un incapace come suo fratello... ma allo stesso tempo la colpì in positivo per le sue implicazioni. Se davvero avessero creduto che una cosa del genere fosse possibile, quello che aveva in mente si sarebbe realizzato molto più rapidamente e con molti meno sforzi. Aveva di che essere felice. Rivolse un sorriso divertito al gruppo di ragazzi e rispose con un'alzatina di spalle, poi tornò verso il mare per recuperare le sue cose e senza proferir parola si allontanò dalla spiaggia.
Il freddo del ghiaccio a contatto con la pelle le tolse il respiro per un istante. Il pugnale di fuoco che teneva in mano era tuttavia scampato a quel congelamento improvviso. Le sarebbe bastato aumentare di poco l'intensità della fiamma per ferire a morte il dominatore dell'aria. Con altrettanta facilità avrebbe potuto liberarsi dal ghiaccio che la tratteneva. Questo avrebbe probabilmente mandato nel panico gli amici del moccioso, consentendole di sconfiggerli con una discreta facilità. Se davvero pensavano che fosse il loro essere in maggioranza a garantire la vittoria non erano altro che dei poveri illusi. Quella, tuttavia, sarebbe stata una vittoria fine a se stessa. Non avrebbe guadagnato niente se non un paio di mocciosi in meno sulla sua spiaggia...
Lasciò estinguere il pugnale che teneva in mano. "Così impareresti a non attaccare briga con le persone sbagliate. Togliti dai piedi." sibilò al ragazzino, per poi prendere un respiro profondo e concentrare il suo chi, espirando poi una fiammata in grado di scogliere la massa di ghiaccio che la avvolgeva. Contava sul fatto che il moccioso avrebbe reso onore al suo popolo e si sarebbe dileguato in tempo. In caso contrario non si sarebbe fatta grossi problemi se fosse rimasto bruciacchiato. "Quanto a te..." ribatté in direzione di Katara "io stavo semplicemente prendendo il sole. Siete stati voi a devastare la spiaggia" disse, indicando il mare di lava e gli ombrelloni divelti dall'onda anomala. "È una vergogna che il Signore del Fuoco permetta ai suoi amici di minacciare impunemente il suo popolo! Mi chiedo dove sia chi si dovrebbe occupare di proteggerci... " sbottò, ottenendo qualche commento di approvazione da parte delle vittime dei dominatori.
@lux2: la regola base dei giochi di ruolo prevede che si decida la propria azione, ma non l'effetto sui PG altrui. Sarebbe troppo semplice se io scrivessi "e tutti finirono inceneriti", non trovi? Guarda come facciamo noi.
Erano troppo in alto perché Katara riuscisse a recuperare abbastanza acqua da difendersi efficacemente dai suoi attacchi e nonostante il tentativo di difesa, quella misera protezione non sarebbe durata abbastanza se la principessa avesse continuato ad attaccarli con quel ritmo. Sembrava, però, che tutti avessero deciso di mettersi in mezzo. Superare un muro di pietra, il contrattacco delle fiammate e una barriera d'acqua era un po' troppo anche per una degna discendente del Signore del Fuoco Sozin.
Qualcuno gridò alle sue spalle e Azula intuì che era arrivato il momento per un cambio di strategia: sospese l'attacco, voltandosi in direzione della voce abbastanza da scorgere, con la coda dell'occhio, una massa d'aria che viaggiava a forte velocità verso di lei. Senza perdere un solo istante puntò le mani verso terra, generò una fiammata sufficientemente potente da sollevarla da terra e si lasciò spingere all'indietro, oltrepassando senza difficoltà la palla d'aria. Atterrò poco distante, alle spalle nel nomade che l'aveva attaccata. Il fatto che avesse sentito il bisogno di annunciare il suo colpo a quel modo lo rendeva il meno brillante del gruppo e insieme alla corporatura gracile, questo lo qualificava automaticamente come l'obiettivo più facile. Rapida tentò di afferrare il ragazzino e immobilizzarlo sotto minaccia di un pugnale di fuoco.
Per quanto fosse sorpresa dal fatto che il dominatore della terra sapesse in qualche modo dominare il fuoco, non sarebbe stato certo un po' di calore a spaventarla o convincerla a desistere.
Vide il ragazzo afferrare la sua avversaria e sollevarla in alto, riuscì a voltarsi e coprirsi il volto con una mano appena in tempo per evitare che la sabbia le finisse negli occhi. Poi, rapida come si era voltata, puntò nuovamente il dominatore dell'aria con un sorrisetto malizioso. Il suo trucchetto sarebbe servito a poco: finché non avesse toccato terra, e con la zavorra che si trovava tra le mani, le sue possibilità di movimento erano estremamente limitate... e Azula aveva un'ottima mira. La ragazza piantò saldamente i piedi a terra e, incurante della sabbia, lanciò una raffica di fiammate in direzione dei due. Ancora meglio del previsto. Sarebbe bastato un colpo per liberarsi di entrambi e le probabilità di centrarli erano appena aumentate drasticamente. Delle chiacchiere le importava poco. Non era stata lei né suo padre a decidere quella tregua, chiunque altro non era degno di considerazione.
Il ragazzo avrebbe potuto parlare dell'ultimo gossip da spiaggia come dell'arrivo di uno Spirito deciso a conquistare il mondo, ma per Azula non avrebbe fatto alcune differenza. L'unica cosa che al momento le interessava era averlo fuori dai piedi. "Come" contava poco. Rapida si abbassò e compiendo un giro su se stessa calciò una seconda fiammata in direzione del giovane. Il suo movimento generò un arco di fuoco azzurro, abbastanza potente da ferire seriamente un dominatore esperto. Se avesse tentato di intromettersi di nuovo avrebbe avuto quel che meritava, in caso contrario l'attacco avrebbe colpito la villanella dietro di lui. In entrambi i casi il risultato sarebbe stato accettabile.
La consapevolezza che qualcosa non andava arrivò all'improvviso, nello stesso istante in cui il rumore della risacca alle sue spalle smise il suo andamento regolare per essere sostituito da un frenetico sciabordare. Il sole si oscurò per un'istante e prima ancora di avere ben chiaro cosa stesse succedendo attorno a lei, Azula alzò un muro di fuoco di potenza tale da far evaporare gran parte dell'onda anomala. Non abbastanza da uscirne completamente asciutta, ma sufficiente da rimanere in piedi ed evitare figure poco dignitose come quella del ragazzo che giaceva privo di sensi contro il tronco di una palma poco lontana.
Allargò le braccia grondanti, scuotendole infastidita per liberarsi dall'acqua. Era probabilmente l'ultima volta che avrebbe messo piede su quella spiaggia, diventata ormai parco giochi per villici incapaci e irrispettosi. E quando era ormai convinta che la giornata non potesse andare peggio di così... "TU!" sibilò di rimando, facendo contemporaneamente saettare una fiammata di un azzurro vivace in direzione della dominatrice dell'acqua.
Il modo in cui l'amico del nomade l'aveva apostrofata non le piacque per niente. Considerando che si era appena parlato di due nomadi e dall'altro del campo c'erano un dominatore del fuoco e uno che non aveva la minima idea di come fermare una palla d'aria con il proprio dominio, logica voleva che il marmocchio che non sapeva tenere a freno la lingua fosse il secondo dominatore dell'aria. Cominciava a capire perché il bisnonno avesse deciso di sterminarli... in ogni caso non era intenzionata a lasciare che facessero i propri comodi ancora per molto.
"Difficile trovare un posto al riparo dal vostro gioco, considerando che avete scambiato l'intera spiaggia per il vostro parco giochi personale" ribatté prontamente, indicando con un cenno seccato la devastazione causata dal passaggio del nomade.
Se non altro il dominatore del fuoco sembrava avere un minimo di buonsenso. "Grazie." rispose con un cenno d'assenso in direzione di Rozu "... ora, spiega ai tuoi amici che il campo è delimitato perché si dovrebbe giocare all'interno delle linee. È evidente che hanno qualche problema con le nozioni di base."
Una palla d'aria, un moccioso che sfrecciava a tutta velocità verso di lei. Nomadi dell'aria ancora in vita! Queste e molte altre cose presero contemporaneamente forma nella mente della principessa, tanto che fece a malapena in tempo a voltarsi e proteggersi il viso con un braccio prima di venire sommersa dalla cascata di sabbia originata dai rapidi movomenti dell'air-scooter del marmocchio. Scosse la testa, sbuffando per allontanare da sé la sabbia, con un'evidente espressione seccata dipinta sul volto.
"Ehi, tu!" sibilò in direzione del ragazzino, "abbiamo sopportato te e i tuoi amici schiamazzare fino ad ora, ma adesso mi pare che stiate esagerando!" aggiunse severa, alzandosi e raccogliendo con fare seccato ma eccezionalmente tranquillo il suo telo dalla sabbia che lo aveva quasi interamente sommerso.
Stava davvero cercando di ignorare i mocciosi attorno alla rete da pallavolo, ma un secondo grido di esultanza riportò l'attenzione della principessa all'eterogeneo gruppetto. Dominatori dell'aria. DUE dominatori dell'aria?! Impossibile. Erano estinti da secoli. Ne era sfuggito solo uno al Signore del Fuoco Sozin e certamente non poteva avere dei figli di quell'età. Doveva trattarsi di qualche spiritoso.
Una palla di fuoco sibilò nel campo, segno che, dominatori dell'aria o meno, qualche connazionale stava facendo il suo lavoro. Azula si stiracchiò, sdraiandosi comodamente sul suo telo, in modo da poter tenere un occhio puntato su quanto accadeva più in là. Non era sua abitudine lasciarsi sfuggire informazioni potenzialmente interessanti, vacanze o meno, né agire prima di avere ben chiara la situazione... e al momento non c'erano elementi per affermare con certezza che valeva la pena di muovere un dito.
Azula non fece nemmeno in tempo a raggiungere la spiaggia che la voce stridula di un nanerottolo le trapanò i timpani. La cosa più irritante era forse il modo in cui sembrava non saper fare altro che saltellare in modo scomposto da una parte all'altra. Lo sguardo della principessa si rabbuiò. Se non si fosse calmato da solo nel giro di pochi istanti, era decisa ad aiutarlo in modo... definitivo. Soddisfatta da quel pensiero decise di stendere il suo telo vicino al mare, lì dove la risacca dell onde copriva meglio le voci schiamazzanti di quell'accozzaglia di gente presente sulla spiaggia. Era in vacanza, dopotutto. Meritava qualche giorno di riposo, senza preoccupazioni, senza obblighi e senza seguito. Inspirò a fondo, godendosi il profumo dell'aria salmastra e il calore del sole sulla pelle, mentre con la coda dell'occhio teneva sotto controllo quanto accadeva attorno a lei.
